L'eccellenza dell'enogastronomia a Ravenna: anche l'Isola del Giglio a "GiovinBacco"
"GiovinBacco. Sangiovese in Festa" giunge alla dodicesima edizione. La kermesse enogastronomica, che si svolgerà nel weekend del 7-9 novembre al Pala De André di Ravenna, è organizzata da Slow Food e Tuttifrutti con la compartecipazione del Comune di Ravenna. Anche quest’anno tante le conferme e le novità nel programma, in primis la degustazione libera dei migliori vini di Romagna e la vendita per beneficenza di Romagna Sangiovese, il vino romagnolo per antonomasia, grazie alla collaborazione delle cantine romagnole e del service del Lions Club Ravenna Bisanzio.
“Il Comune di Ravenna - evidenzia l'assessore al turismo e al commercio Andrea Corsini - è impegnato da sempre a promuovere le imprese e i prodotti legati al mondo dell’enogastronomia, ben sapendo che le eccellenze della tavola sono un elemento importante della nostra cultura materiale e un fattore significativo nel mix della nostra offerta turista. Accanto ai tesori della città d’arte, al mare e all’ambiente, ai grandi eventi culturali, le manifestazioni enogastronomiche di qualità come GiovinBacco arricchiscono e completano la nostra proposta e contribuiscono ad attrarre pubblico a Ravenna in ogni periodo dell’anno.”
L’ISOLA DEL GIGLIO OSPITE D’ONORE - Sabato 8 novembre Ravenna ospita l'Isola del Giglio dopo l’impresa del recupero della Costa Concordia che ha visto protagonista l’azienda ravennate Micoperi. E al Pala de André, GiovinBacco dedicherà uno spazio per la degustazione di prodotti caratteristici e d'eccellenza dell'Isola, il Vino Ansonaco, la Tonnina Gigliese con pomodoro e cipolla e il Panficato. Nell’occasione uno chef dell'Isola del Giglio proporrà questi assaggi e racconterà la vita gastronomica del Giglio.
Illustra il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci: “Quando il sindaco dell'Isola del Giglio Sergio Ortelli venne a Ravenna dieci mesi fa per assistere all'accensione dell'albero di Natale più alto del mondo alla Micoperi, gli feci una proposta che lui accolse molto volentieri: stringere una sorta di patto all'insegna delle nostre rispettive tradizioni enogastronomiche. Quello enogastronomico è un filone interessante dell'economia turistica sul quale noi puntiamo. Adesso quel patto sta muovendo i primi passi concreti: sono molto felice di questo. Naturalmente noi vogliamo continuare in questa direzione: la splendida operazione di recupero del relitto della Concordia ha gettato il seme di un rapporto fra le nostre due realtà che vogliamo rendere sempre più stretto”.
"L’enogastronomia - afferma il primo cittadino Ortelli - rappresenta un ponte ideale tra due territori che fanno della qualità delle loro produzioni, unite alle bellezze paesaggistiche, storiche, naturali e culturali, una delle linee guida principali nella valorizzazione dei rispettivi territori. Quello nato tra il Giglio e Ravenna è un vero e proprio patto d’amicizia, un esempio virtuoso, di come la sinergia tra territori possa rappresentare un valore aggiunto in termini di promozione turistica legata ai concetti di ospitalità e qualità dell’offerta".
“All’Isola del Giglio, ai suoi abitanti e ai suoi amministratori ci lega innanzitutto un rapporto d’affetto - dichiara l'amministratore delegato di Micoperi, Silvio Bartoletti -. Abbiamo condiviso 30 mesi di sacrifici e di emozioni. Come ho detto fin dall’inizio del progetto – Concordia, il mio intento è sempre stato quello di ridare dignità al Paese, non di guadagnare su una disgrazia. Riconfermo quindi l’impegno a reinvestire sull’isola gli utili derivanti da questo progetto e posso annunciare che abbiamo già avviato alcuni interventi con finalità sociali. Mi compiaccio del legame istituzionale che si è creato tra il Giglio e Ravenna e mi auguro di cuore che questo rapporto si consolidi sempre più nel tempo”.
T R U C C I, T R U C C I C A V A L L U C C I (F I L A S T R O C C A) Trucci, trucci cavallucci … messi assieme te li “ciucci”, quivi Ortelli, quinci Rossi, con, in mezzo, Matteucci, dallo sguardo “spiritato”, e la barba d’affamato, tosto il primo dei tre “bossi”, giusto in quanto accreditato quale “Sinico” a Ravenna, che, da poco gemellato con il Giglio “disastrato” dal naufragio del Concordia, è venuto alla Maremma, arrischiandoci la penna, a invitare, in pappagorgia, ad similia di grand’orgia, tutti quanti gli isolani, i normali con gli strani, e, per stargli più vicino, anche il primo cittadino, ad andare a fa’ “casino”, come dire a mangia e be’ pressappoco al su’ “paè”. “vieni, presto! – Ha detto a Ortelli, ch’è tra i sindaci più belli – , se ti piacciono i tortelli e il crescione coi “tigelli”, se ti piace la “piadona”, innaffiata coll’”Albona”, tosto vassi alla “Pritona”, dove il ballo è alla moda, che la gamba ti rassoda se la femmina si ”snoda”, e il lambrusco, com’è “detto”, ben si sposa al cappelleto, sia d’asciutto che al “brudetto”, a crescioni e strozzapreti dal ragù fatto di lepri, dal sapor più che perfetto per il ben dell’intelletto. Vieni!, vieni – t’ha insistito –, se ti piace gozzoviglia, se non temi un parapiglia, e se posso essere ardito, ti rivolgo questo invito, speranzoso che tu porti giust’appunto negli “sporti”, custodito e riverito, come dire rinserrato, quel tesoro ricercato, ch’è l’ Ansonaco di scorta, da versare a mano morta, nel boccale, ch’è di rito, se ti senti appesantito non avendo digerito. Poi, se non ti par sprecato, qual trionfo del palato, quel giulebbe tutt’ambrato che chiamate Panficato, che se i bimbi fa contenti, agli adulti guasta i denti; pasta, fichi, miele, noci, è un concerto di gran voci un concerto a cielo aperto, che t’avvince anche un esperto. Ed, infin, poiché m’aggrada, vada pure come vada, senza tema di fa’ sprechi , vorrei tanto che mi rechi, di Tonnina un caratello, il più grosso ed il più bello, tosto quella al pomodoro con cipolla e un po’ d’alloro; e magari per aggiunta il coniglio di Maria, che sovente sta di punta suo malgrado, fuori via. Tutto quanto, tutto questo, ben riposto in un bel cesto, mangeremmolo in godio, l’un per l’altro, tu ed io, alla festa del buon Dio, Giovin Bacco, allegro e rio, traccanndo “Sangioveto” da non stare ritti in piè al Palazzo del De Andrè, pur se uniti più di ieri grazie pure a Micoperi!”.