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IL GIGLIO CHE ISPIRAVA ... UN TEMPO

È da anni che frequento l'Isola del Giglio, anche d'inverno: il mare incorniciato dal colore delle case, le luci dei fari e il rumore delle onde mi hanno sempre regalato una profonda ispirazione, fondamentale per la professione che svolgo. Quest'anno, purtroppo, sono testimone di una violenza civile: il depauperamento di una delle vie più antiche e a mio avviso più suggestive di Giglio Porto, Via del Castello, con la fontana di San Giorgio dalla quale gli abitanti attingono, ma che, ormai, di "santo" non ha più niente, dal momento che la sua acqua si mesce con i rivoli di sporco che fuoriescono dai dieci cassoni appoggiati su un mattonato storico. La via è irriconoscibile: l'odore di mare e la fragranza, che all'ora di cena saliva dai ristoranti, è ormai coperta dal forte odore di spazzatura; le processioni per riempire le bottiglie di acqua della fontana, sono adesso di camion e persone, i primi che svuotano, i secondi che riempiono i cassoni. Non so se chi ha scelto di rendere Via del Castello una discarica sia mai effettivamente passato per di lì, altrimenti si sarebbe reso conto dell'assurdità di collocare un numero così alto di bidoni di fronte a un antico lavatoio e a fianco di altrettanto antiche sedute in pietra: chi avrebbe mai immaginato che un luogo di bellezza e riposo sarebbe diventato luogo di rifiuti e impurità?

Una parola all'amministrazione comunale, da cittadino acquisito: i cassoni lungo i moli non sono di alcun disturbo estetico, si fidi di chi con l'estetica ci lavora, anzi, incoraggiano a un atteggiamento di maggiore civiltà e fanno sì che strade e mare siano più puliti. Tre in un luogo non sono un grande danno, dieci in una via stretta e storica decisamente sì. Anche nelle città, come in tutte le cose, ciò che è nascosto non è di secondaria bellezza.

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