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Il metodo elettorale D'Hont
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BIPOLARISMO, BIPARTITISMO, MAGGIORITARIO, PROPORZIONALE E DINTORNI: “METODO D’HONT”

Pochi, anzi pochissimi, se interrogati in proposito, sanno dirti cosa sia il “Metodo D’Hont”, ed ancor di meno sono quelli che sono in grado di spiegartelo.

Ebbene, il “Metodo D’Hont”, che è stato inventato, nel 1878, dallo studioso belga Victor D’Hont, è un sistema matematico, che, quale correttivo dei sistema elettorali, cosiddetti proporzionali, dovrebbe consentire un’attribuzione equanime dei seggi.

Ossia, sistemi elettorali che, a differenza di quelli “maggioritari”, ovvero che attribuiscono alla lista, di coalizione o meno, che ha ricevuto più voti, un congruo premio di maggioranza, dovrebbero essere specularmente garanti della corrispondenza della rappresentanza parlamentare al numero dei voti conseguiti.

Vedansi al riguardo, quale esempio di patente discrasia rispetto a questa regola, il “prospettato” “Mattarellum” così come lo fu, a suo tempo, la “famigerata” “Legge truffa”, che quantomeno attribuiva il premio a chi avesse “conquistato” il 50+1% dei suffragi, che creò sconquassi, dissesnsi e diserzioni negli stessi partiti di maggioranza (D.C. ed alleati) che ebbero a proporla e che ne uscirono sconfitti per poco più di qualche decina di migliaia di voti.

La legge, che, appunto, dalle opposizioni, venne definita “truffa”, era, di fatto, incompatibile con la Costituzione che, in modo esplicito, parla, in base ai principi universali sui Diritti dell’Uomo, attestanti l’uguaglianza assoluta tra gli individui di qualsivoglia “società”, di un’attribuzione di seggi proporzionale ai suffragi ottenuti da ciascun partito in competizione.

Va da sé, che, poi, “articolando” la relativa legge regolamentare, sulla base del presupposto di conferire una garanzia di “governabilità” al sistema politico, che, sarebbe stata osteggiata qualore il metodo strettamente proporzionale avesse consentito la nascita di una molteplicità di piccole formazioni (cosa tutta da dimostrare, in quanto la stessa Germania Federale, che, a parte una soglia di “sbarramento” assai contenuta, attraverso il “Proporzionale-puro”, costituisce l’esempio specifico di una sostanziale stabilità di Governo, in quanto affida questa garanzia alle metodologie costitutive degli “Esecutivi”), venne introdotto, appunto, il “Correttivo D’Hont” che andava, comunque, a premiare, piuttosto sensibilmente, le liste che avessero ricevuto maggiori suffragi a discapito, ovviamente, di quelle ricettrici di minori consensi.

Ragion per cui, di fatto, il cosiddetto sistema proporzionale, asserito dalla Costituzione, veniva ad esserlo solo “nominalmente”.

Riprendendo, infatti, da Wikipedia, un esempio, per così dire “di specie”, si constata che “la caratteristica più curiosa [potremmo meglio definirla più ingiusta] del Metodo D’Hont è costituita dal fatto che vi sono alcuni valori critici attorno ai quali piccole variazioni di consensi possono causare spostamenti notevoli in termini d’attribuzione di seggi”.

Si esamini, quindi, in proposito, la seguente situazione in cui sono da assegnare 10 seggi [fatte le dovute proporzioni, la cosa non cambia se, invece di 10, i seggi da attribuire sono cento o mille).

Ebbene, supponendo che le “liste” in competizione siano 5 (Alpha; Beta; Gamma; Delta ed Epsilon) e che complessivamente conseguano 87.800 suffragi, ben diversa risulterà, a consuntivo, l’assegnazione dei seggi ad ogni singola lista, a seconda del metodo che verrà adottato (Metodo D’Hont; Metodo Proporzionale Puro).

Siccome l’applicazione del Metodo D’Hont, implica che le rispettive preferenze dei voti di ciascuna lista (30.00, la prima; 26.000, la seconda; 17.000, la terza; 9.500, la quarta e 5.300, la quinta) siano divise (fino all’assegnazione del 10° seggio) per un numero sempre crescente di unità, partendo da 1, il risultato sarà il seguente: la lista Alpha acquisirà quattro seggi (30.000; 15.000; 10.000; 7.500); la lista Beta, tre seggi (26.000; 13.000; 8.667); la lista Gamma, due seggi (17.000; 8.500); la lista Delta, un seggio (9.500); mentre la lista Epsilon, con 5.300 voti conseguiti, non conquisterà nessun seggio.

Ben diverso, e più giusto, invece, sarebbe se venisse applicato il Metodo Proporzionale Puro.

Infatti, dividendo, per 10, gli 87.800 voti validi espressi, ne conseguirebbe che ogni seggio da attribuire, fino al numero massimo di 10, pesi, per ciascuna lista, 8.750 preferenze (quoziente pieno), ovvero il maggior resto che residua (quoziente ridotto), nel caso le suddete 8.750 preferenze non esauriscano il numero dei seggi (10) da assegnare.

Da questo deriverebbe che: la lista Alpha, in prima istanza, riceverebbe 3 seggi in quozienti pieni, residuando, come resto, 3.660 preferenze (4°, da far, eventualmente, valere qualora i quozienti pieni non esasuriscano il numero dei seggi da assegnare); la lista Beta, 2 seggi pieni, più un resto di 8.440 (1°, da far, eventualmente, valere come sopra); la lista Gamma, 1 seggio pieno, più un resto di 8.220 (2°, da far eventualmente valere come sopra); la lista Delta, 1 seggio pieno, più un resto di 720 (5°, da far eventualmente valere come sopra); la lista Epsilon, nessun seggio con quoziente pieno, ma con un resto, da eventualmente far valere, che si posiziona al 3° posto.

Visto, quindi, che, attraverso il quoziente pieno sono stati assegnati solo 7 seggi, procedendo in termini di Metodo Proporzionale Puro, i 3 seggi residui andrebbero rispettivamente: uno alla lista Beta, che, avendo il resto più alto da far valere (8.440 preferenze), salirebbe a 3; uno alla lista Gamma, che avendo il 2° resto, più alto da far valere (8.220 preferenze) salirebbe a 2; uno alla lista Epsilon, che avendo il 3° resto più alto da far valere (5.300 preferenze), passerebbe da 0 ad 1 seggio.

Perché questo confronto tra proporzionale, con il correttivo del Metodo Proporzionale D’Hont, ed il Metodo Proporzionale Puro?

Perché da questo confronto, non solo, emerge, in modo tangibile, che, mentre il sistema elettorale, che si avvale del cosiddeto “Correttivo D’Hont” (fino all’anno 1994, chiamato semplicemente “porporzionale”), non rispetta affatto la proporzionalità [nella fattispecie, a vantaggio dei partito Alpha (più 1), che ha ottenuto maggiori suffragi, ed a discapito del partito Epsilon (meno 1), che ne ha ottenuti di meno], contestualmente perpetra un “vulnus” assolutamente incompatibile con i “Fondamentali Diritti dell’Uomo” che, a partire dalla Dichiarazione d’Indipendenza del 1776 degli Stati Uniti d’America, dalla successiva Rivoluzione Francese, dalle molteplici “proclamazioni” della Società delle Nazioni, delle Nazioni Unite e della Conferenza di Ginevra, fino alla Costituzione Italiana, derivata da quella della Repubblica Romana di Mazzini del 1849, attestano solennemente che ogni individuo, senza discriminazioni d’alcun genere, è pari ad ogni altro, sia in termini di Diritto Naturale che in termini di Diritto Positivo d’ogni Paese democratico.

Ragion per cui, mentre, a mio parere, è addirittura delittuoso ai limiti di una specie di “Malthusianesimo” politico, che i partiti di minoranza, prime vittime di questa evidente ingiustizia, abbiano addirittura favorito, dopo il 1994, quale aggravante d’una condizione già ampiamente compromessa, l’adozione di metodiche elettoralistiche, intese addirittura a consolidare condizioni di confronto istituzionale di stampo “Bipolare”, se non addirittura “Bipartitico”, è diabolico ciò che si va prospettando con la legge elettorale “in fieri”.

Legge per la quale è, di fatto, previsto, “ad similia” dei sistemi dittatoriali, che il partito, ovvero, la coalizione più “forte”, venga gratificata d’un “Premio di Maggioranza” scandaloso.

Né ci consoli il fatto che sul Disegno di Legge governativo, che, per essere definitivamente approvato, dovrà essere, comunque, sottoposto a seconda votazione, incombano i medesimi rischi di “incostituzionalità”, pronunciati dalla Suprema corte della Repubblica, a carico del “Porcellum”, perché, se anche il “Mattarellum” subisse la medesima sorte, ovvero, in seconda istanza, non venisse approvato, il “Sistema elettorale” che residuerebbe, in funzione d’un “regolare” svolgimento delle prossime elezioni (a meno che la vecchia legge regolamentare non venga “rifondata” di sana pianta, attraverso l’applicazione del “Proporzionale Puro”), sarebbe, comunque, il Metodo Proporzione con il “Correttivo D’Hont”, di cui, poco sopra, ci siamo sforzati di dimostrare la sostanziale ingiustizia nei confronti delle minoranze partitiche.ù

Questo, anche a prescindere dalla soglia di “sbarramento”, nel frattempo (dopo il 1994) istituita quale “aggravante”.

Questo, appunto, a danno dei piccoli partiti che, magari, nel complesso della Nazione, pur non superando la soglia di rappresentanza, ricevono centinaia di migliaia di consensi (a volte, ben più di un milione), insufficienti, però, ad aver “voce” in capitolo nel contesto delle rappresentanze parlamentari.

Questo, infine, mentre, con la prospettata modifica del Senato, che, se “pleonastico, andrebbe piuttosto abolito”, alle rappresentanze regionali o di città di media grandezza è consentito “dire”, bellamente, la loro a livello parlamentare.