Il naufragio della Costa Concordia passa dalla cronaca alla storia L’Associazione Nazionale Memoriale della Concordia assume tre ricercatori laureati in storia contemporanea
Mentre serpeggia un malcelato senso del pudore e la volontà di dimenticare l’ennesima vergogna italiana, l’inchino di schettiniana memoria, l’Associazione Nazionale Memoriale della Concordia fa campagna acquisti di cervelli per ricostruire la memoria storica dell’evento e raccogliere tutta la documentazione possibile in un dossier che metterà a disposizione di studenti e studiosi, ciascuno per i propri campi scientifici, di storici, di romanzieri e di registi, di persone comunque interessate ad approfondire la conoscenza di quanto accaduto nel più accurato dettaglio conoscibile.
Per il momento, nella nostra sede di Foligno, in via Rutili al numero 15, vogliamo esaminare, dice Ruggeri, alcuni curricula di giovani laureati in Storia Contemporanea per selezionarne almeno tre. Una volta costituita la squadra vogliamo progettare: l’opera di ricerca, le interviste con i superstiti, con i parenti delle vittime, con i soccorritori, le imprese ed i lavoratori e ovviamente l’accesso a tutti gli archivi documentali disponibili.
L’obiettivo è raggiungere, non il punto di vista della cronaca, ma quello della ricostruzione storica. Un prodotto di grandissimo profilo e valore che ci aiuterà nel proseguimento della nostra impresa.
La cosa migliore sarebbe che almeno uno di questi ricercatori fosse gigliese, il luogo dove si sono concentrate tutte le fasi più drammatiche, ma anche dove è avvenuta l’interminabile operazione del parbuckling, un altro potrebbe essere genovese per vicinanza all’ultima fase della demolizione e uno sicuramente di Ravenna, territorio del know-how industriale dell’impresa. Certamente però non sarà la residenza a determinare i requisiti di merito per la scelta.
Esaurito questo step, prosegue Ruggeri, riteniamo necessario attivare le competenze di un team di biologi marini per la redazione di un documento di sostenibilità ambientale per il Memoriale, che possa dare corpo a quanto sostiene l’associazione e principalmente quella parte di soci, non siamo tutti sommozzatori, che per lavoro vivono i fondali marini in presa diretta. Dare sostegno scientifico cioè al fatto che le strutture sono un habitat assimilabile alla barriera corallina, compresi i pavimenti che furono sostegno per la Concordia, da qualcuno ingiustamente incriminati di essere portatori di ombra dannosa per il fondale.
A loro rispondiamo che in natura esistono le grotte sottomarine riccamente popolate di vita. I pesci di scogliera non sono cavoli che devono stare al sole, vivono benissimo in tana riparati dalla luce. Quando desiderano la luce e il sole escono dai loro nascondigli e vengono a farsi un giro fuori per la nostra gioia che li guardiamo, li studiamo, li filmiamo, e li fotografiamo per poterli mostrare a tutti voi.
U N I C U I Q U E S U U M Cari Attilio e Pietro, prima di tutto, vista la consuetudine d’interloquire reciprocamente, vi chiamo per nome, pretendendo facciate altrettanto. Confesso, quindi, tutti i miei limiti e non sono pochi, soprattutto in materia di navi, cantieri, costruzioni etc. D’altre cose, ed anch’esse, rispetto alla gente comune, non sono poche, m’intendo, m’occupo e, quando credo d’avere le idee chiare, scrivo, convinto di poter quantomeno dire la mia, senza, come s’usa ben sintetizzare in Maremma, “farla fuori dal vaso”. E’ comunque sempre arduo competere, perché c’è sempre qualcuno che ne sa più di te e ci tiene, com’è giusto, a farlo sapere. Ragion per cui, anche se mi “brucia”, quando “soccombo”, ne prendo e ne dò atto. Figuriamoci, quindi, se m’incupisco nel vedere che, mentre voi trattate, per altro scientificamente, di navi, cantieri, fondali, tonnellaggi, riflottaggi e chi più ne ha più ne metta, io, per non “sputtanarmI”, sono costretto a guardare le cose dal punto di vista estetico e dei soli valori morali e socio-economici, che implicano, comunque, competenza, magari facendoci sopra dell’ironia, a dispetto dell’eccessiva seriosità con cui, a volte, ne discettate. Eccessiva seriosità perché non sempre ci si avvede, soprattutto in quest’epoca di “nominalismi” più che di sostanza, in quest’epoca d’inganni, che altri vantano le carte vincenti, siccome altri tengono il coltello dalla parte del manico. Cosa, infatti, rispetto a quel che giustamente vorreste sapere, come cittadini e competenti, significa il silenzio autotorevole, anzi autorevolissimo, a partire da quello del Comune, che vi circonda? Cosa, ancora, significano gli incontri tra Municipalità e Ministeri? E, per ultimo, quello con il Presidente della Regione che, dopo aver, a suo tempo, gabellato e strombazzato, a destra ed a manca, per Piombino, adesso viene al Giglio, senza che, preventivamente, si sappia cosa mai viene a fare? Sarà pure un diritto della Comunità essere informati? O no! Per questo, dall’alto dei miei 74 anni, che m’hanno consentito di vedere tante e tante cose, poiché mi sembra che voi e pochi altri ancora vi sentiate responsabilizzati per la questione “Concordia” e per gli strascichi che, di sicuro, ancora ne deriveranno, facendo calcoli, prefigurado situazioni, prospettando soluzioni, opportunità etc., per il sito di Gabbianara e dintorni, nonché per un’isola in cui qualcuno (e questo m’addolora, considerata la bella mente che se n’è adontata), con esasperato campanilismo, reclama addirittura assoluta esclusività commemmorativa d’una tragedia del mare che, visti i morti è, senz’altro, da considerarsi quantomeno nazionale, vi invito a desistere dall’impegnativa polemica, dando per scontato che saranno adottati provvedimenti di risanamento diametralmente opposti rispetto al buon senso ed ai vostri razionali “desiderata” di ingegneri informati, abituati, come siete, ad agire in “scienza e coscienza”. E questo, considerato che non sono in grado d’appaiarvi nelle vostre dotte elucubrazioni, per quel che ci riesco, cerco di farlo con lo strumento che più conosco, ovvero i miei versi satirici, facendo della garbata ironia. Versi in rima che, quando diventano centinaia e centinaia, ancorché non possano competere con le poesie di Salvatore Quasimòdo (come teneva ad essere appellato), di ben altro valore e di ben altra “possa”, chiamo “zirudele”, siccome vengono chiamati in Romagna e nella confinante provincia d’Arezzo, da cui viene la mia gente.
Caro Gian Piero, tu la metti simpaticamente in versi ma la questione è seria e merita riflessione e approfondimenti. Il progetto di "salvage" marittimo-navale T/M ha certamente risolto il problema della rimozione del relitto Concordia dal Giglio ma ha impiegato 30.000 tonnellate di materiale una media di 300 operatori al giorno per circa 30 mesi in un cantiere di lavori di circa 3 ettari a mare 30 mezzi navali e il triplo dei 300 milioni di euro inizialmente previsti ( nota la curiosa regola del "3"). Poiché con il naufragio Concordia al Giglio si è verificato un evento incredibile cui sulla carta era stata assegnata in modo gravemente erroneo una probabilità di accadimento inifinetesima c'è da aspettarsi che un evento simile con l'aumento del traffico crocieristico possa ricapitare in qualche altra parte del mondo. E per questo che ritengo che vadano utilizzati i dati conseguenti all'operazione T/M non per una forma di ozioso rivangamento dei fatti e degli eventuali errori commessi bensì per studiare fin da subito metodi diversi e alternativi per migliorare fortemente l'efficienza tecnico-economica di simili operazioni. Cordiali saluti.
Ho letto con interesse la "poesia" di Calchetti, certo non può essere equiparata a quelle di Quasimodo, in particolare per la lunghezza, ma la trovo rispondente alla cronaca recente come un articolo "rimato" di valore e richiamo immediato._ Mi pare inoltre che sia "leggermente" ispirato all'ultimo commento di Attilio Regolo e non proprio conforme ai punti di vista espressi ....... SBAGLIO ??
TUTTO POTEVA ESSE’, MA NON E’ STATO! Cos’è questo “vociare”, che, ancora non sopito, agita il vasto mare, su ciò ch’è stato fatto od inibito per tamponar la “falla”, riportando a galla e farla navigar con buona lena, fin quasi a “Zena”, la fu bella Concordia di gran “spema”? Chi semina discordia tra esperti e non esperti, spesso semi, tra gente d’”occhi aperti” oppure scemi? Quello ch’è stato é stato e mai va rivangato ché il mastodonte, al fine, se n’è andato, con un trasporto triste e amareggiato in quel di Voltri con il suo bel porto, calmo, riparato, e pure soleggiato e tutto assorto, come solitamente è un luogo morto, ove la gente, s’è tosto affittato persino l’ammezzato a prezzo assai salato di “valsente”, per vederlo finir, inesorabilmente, ovvero rottamato fino a niente. Che vale far discorsi di riserva? E’ come se chiedessi alla tu’ serva s’è nato prima l’uovo o la gallina ovver se partorito è stato già l’agnello pria che l’erba lo nutra col su’ vello, oppur se, allo spuntar della mattina, è il giorno che rinasce all’improvviso a illuminarti il viso, invece della notte, che se ne va in cantina nelle su’ “ridotte”. Val bene allora dire a questi e quelli, ai più “vocianti” ed ai più “stenterelli”, che, come nulla si crea e niente si distrugge, che come tutto è fermo e tutto fugge, poiché quello ch’è stato è già accaduto, ognuno presto taccia e sia più arguto, salvandosi la faccia stando muto.
Insomma, lungi da me il voler rivangare polemiche del recente passato anche con l'acceso dibattito su GiglioNews tra favorevoli e contrari al progetto T/M per la rimozione della Concordia. Il progetto T/M, per inconfutabilmente quanto ridondante massiccio e invasivo, ha avuto alfine un esito positivo quindi viva il progetto T/M! Ma come dimenticare ad esempio la proposta iniziale assolutamente innovativa di Ermanno Mancini, amico-nemico in uno scontro dialettico infinito al calor bianco su GiglioNews, che prevedeva di smuovere raddrizzare e sollevare la nave senza tante piattaforme né montagne di sacchi di cemento né mastodontici cassoni di ferro ma più "semplicemente" mediante uno speciale schieramento di cuscini gonfiabili di tessuto leggero e ultraresistente a base di fibre di carbonio affasciati allo scafo e un controscafo-bacino di sostegno e trasporto di materiale alveolare per un peso complessivo di nemmeno 2.000 tonn con impiego di mano d'opera e di tempo assolutamente favorevoli rispetto a quelli impiegati per l'operazione T/M? "Con i se e con i ma non si fa la storia" potrebbe dire l'amico Ruggeri Presidente dell'Associazione Memoriale della Concordia, ma certo che quell'idea-progetto di Ermanno Mancini, se pure fosse stato prodotto da un eccesso di una fantasia ingegneristica impraticabile nella realtà è rimasto comunque impresso nella nostra memoria in modo indelebile. Saluti.
E comunque, nel termine"obsoleto" niente di spregiativo nei confronti di un'operazione gigantesca terminata positivamente centrando l'obbiettivo prefissato ma solo il desiderio di riportare una riflessione critica. Perché se per rimuovere un peso semiaffondato di circa 50.000 tonn. come quello della Concordia a vuoto, si è ricorsi all'utilizzo di circa 30.000 tonn. di materiale applicato o installato cioè una massa di circa 2/3 i quella da smuovere e rimuovere qualche riflessione critica pacata e ragionevole la si vuole fare o si intende rimanere in eterno a ricordare solo quanto siamo stati bravi a portar via il grande relitto dal Giglio? Saluti.
E comunque, caro Presidente Ruggeri, il dilemma che più di tutti mi piacerebbe fosse risolto con le ricerche-studio che l'Associazione Memoriale Concordia di Ravenna intende promuovere è il seguente: Come è stato mai possibile che per rimuovere dalla costa del Giglio e portare al cantiere di demolizione il relitto semiemerso di una nave come la Concordia costata per la sua realizzazione mezzo miliardo di euro appena qualche anno fa si è andati a spendere una cifra più che doppia rispetto al suo costo da nuova? E' stato forse scelto un progetto basato su una tecnologia che se pure collaudata è risultata largamente ridondante nei tempi e nei costi e da considerare ormai obsoleta? Saluti.
Non si comprende bene se l'interessante iniziativa dell'Associazione ravennate riguarda specificatamente ed esclusivamente l'evento del naufragio della Concordia con l'integrazione del documento sullo stato attuale delle piattaforme sul fondale allo scopo di un loro mantenimento sul posto oppure se può essere esteso almeno in parte anche alla fase "tecnica" del parbuckling e del rigalleggiamento finale fimo alla rimozione definitiva della nave oggetto anche di serrato dibattito con migliaia di interventi sui forum di GiglioNews per oltre due anni e mezzo. Saluti.