I contenuti dei post nella rubrica "Dite la Vostra" di questo giornale sono opinioni personali ed informazioni non verificate provenienti direttamente dai rispettivi autori che se ne assumono totalmente la propria responsabilità. La redazione GiglioNews si dissocia preventivamente dai contenuti che dovessero offendere o ledere la dignità di soggetti terzi, fermo restando il diritto di rettifica ai sensi della legge n. 47/1948. (n.d.r.)
Il riposo dei Guerrieri
E’ un percorso lungo, sia in chilometri che di visita: andare al museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria per vedere i “Bronzi di Riace” per una che parte dal Giglio…ce ne vole! e “ce ne vole” anche nel lento cammino, una volta entrati nel grande androne che porta ai settori dove, palmo a palmo, passo dopo passo, entri nella storia dell’umanità attraverso le età dei metalli, passare ai santuari nelle città della Magna Grecia, indi, seguire la vita quotidiana, i costumi funerari.
Di secolo in secolo, di era in era, si arriva al settore -D-, là, un custode invita a formare un grande gruppo da far entrare in una saletta ovattata dove, a porte chiuse si accende un segnale: “filtro attivo in funzione” . Con tale sistema veniamo -spolverati- dagli agenti inquinanti esterni. Mi assale un senso di disagio; per un attimo, meno di un attimo, mi viene in mente la scena cruciale di tanti film visti sulle Shoah… Ma l’inquietudine di quell’attimo si trasforma in emozione pura appena le porte automatiche si spalancano mostrando due figure imponenti sui loro piedistalli, subito circondate da tutti noi che scattiamo. Ammirando.
C’è uno strano silenzio.
Il cuore aumenta i suoi battiti e gli occhi diventano lucidi; perché tanta emozione? I Bronzi, i Guerrieri, sono là quasi eterni con le loro orbite vuote a scandire un tempo non vissuto di cui si sente l’anima. Il nostro silenzio è la voce narrante emersa dal mare che coprì per secoli e secoli una storia. Meravigliosi emblemi di civiltà lontane e questo silenzio, ovattato dal brusio dei presenti mi richiama il vento della campagna gigliese di un pomeriggio in cui mi trovai faccia a faccia con i racconti sussurrati dai Palmenti nascosti dalla natura selvaggia; ruderi antichi che davano la vita all’Uomo attraverso la coltivazione della vite, lasciati in eredità dagli “Uomini Silenziosi del trapassato remoto” e che oggi, ci è dato di ammirare in tutta l’umana bellezza storica, proprio come i Bronzi-guerrieri di Riace.
Palma Silvestri
Per commentare occorre accedere con le proprie credenziali al sito www.giglionews.it
Login
Non riesci ad accedere al tuo account? Hai dimenticato la password?