Me lo sono immaginato molte volte, quando lo stesso, presente ai consigli comunali a cui ancora non partecipava da consigliere, se non con continui suggerimenti dagli “spalti”, all’ ormai ex (di fatto), capogruppo Ortelli.
In effetti l’ immaginazione e la voglia di confronto mi è stata ampiamente ripagata con la sua prima apparizione,o quasi, dietro i banchi della minoranza.
Infatti anche lui, come tutti noi, è rimasto vittima del difettoso rapporto tra l’ altezza del banco del consiglio e quella della sedia (molto bassa); vi potete immaginare l’ effetto quando, infervorato da tanta voglia di ritorno, agitando il dito, appariva e scompariva dietro lo scuro legno del mobile comunale.

Dopo di che, sul più bello, ecco la veloce fuga che ha fatto quando, in seguito ad una chiamata dell’ emergenza del 118, il medico Schiaffino si è dovuto assentare dal consiglio e quindi la minoranza, facendo mancare la propria presenza, ha costretto la riconvocazione della seduta, che tra l’ altro, prevedeva altri importanti punti all’ ordine del giorno.

Le accuse del Landini sono talmente intrise di ipocrisia e di un passato difficile da raccontare che lascio ad altri l’ eventuale voglia di darne risposta, limitandomi a confermare la volontà di procedere al recupero dell’ area degradata oggetto della critica, non certo cementificando (come il Landini ci ha dato esempio di fare nel recente passato) ma anzi concludendo una operazione di recupero che la sua amministrazione ha iniziato 10 anni fa, approvando la stessa delibera che oggi critica ed osteggia (non penso proprio per motivi ambientali). Opera ostativa effettuata in tutti i modi possibili, dagli attacchi più classici come quelli stampa, fino a tutta una serie di pressioni più o meno decifrabili che continuano ad arrivare a noi consiglieri di maggioranza, il che, vista l’ esigua volumetria in gioco e la seria volontà di recupero di un sito fortemente fatiscente, appare davvero strana.

Stefano Feri