Il sigillo di Padova consegnato all’Isola del Giglio
Elettra Marconi madrina di Un giro per la vita
Il Comune di Padova ha consegnato ieri, 18 Giugno, al sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli, il sigillo della città di Padova (l’ostensione di Sant’Antonio), quale riconoscimento dell’impegno a favore dei passeggeri della Costa Concordia nella drammatica notte del 13 gennaio e nei giorni seguenti. “Dopo il gonfalone d’argento della Regione Toscana, questo è il secondo riconoscimento ufficiale che abbiamo ricevuto – ha detto il sindaco – e ci fa enorme piacere perché arriva da lontano”.
A portarlo è stato l’equipaggio di “Un giro per la vita” che, guidato dallo skipper ambientalista padovano Alfredo Giacon, sta completando il primo giro d’Italia ecologico in barca a vela Sly 42 Fun, seguita lungo costa dalla Porsche Panamera ibrida. Con Giacon c’erano i velisti Nicoletta Siviero, Renato e Paolino Carafa, Roberto Brumat che segue il tour in auto con altri giornalisti. Sbarcata dalla barca sul Giglio anche la principessa Elettra Marconi, figlia dell’inventore della radio, appassionata velista e madrina dell’iniziativa.
Nel saluto alla delegazione veneto-romana, il sindaco era accompagnato dal vice sindaco Mario Pellegrini e dal comandante della Polizia urbana Roberto Galli che tra i primi hanno prestato soccorso; con loro anche rappresentanti degli altri organismi che hanno salvato passeggeri ed equipaggio della Costa: Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Guardia Costiera, Vigili del fuoco.
“La nostra bella isola è stata violata nella sua intimità in una bella notte di luna piena- ha detto il primo cittadino- dando subito una prova di grande umanità. I cittadini hanno aperto le loro case, gli albergatori i loro hotel. Abbiamo lasciato le porte aperte a 4.000 persone che si sono riversate tutte insieme in un borgo di 900 abitanti. Grazie alla tecnologia e alla solidarietà abbiamo dimostrato che anche questo è un modo di essere italiani: un modo che funziona”.
Nei ricordi dei protagonisti c’è il silenzio irreale dei primi momenti e l’incredulità nel vedere improvvisamente il colosso illuminato a due passi dalle finestre di casa. “Sono stato tra i primi ad arrivare con la pilotina dei Carabinieri- dice il comandante della polizia urbana – e ho attivato la procedura di emergenza. Dalla Costa si buttavano a mare, anche un anziano disabile; ho tratto in salvo i primi e quando sugli scogli ho scorto delle luci vi ho trovato cinque membri dell’equipaggio, tra cui il comandante Schettino. Per cinque volte l’ho invitato a seguirmi al porto per riportarlo a bordo, ma non ha voluto: diceva che voleva coordinare da lì. Ricordo che era asciutto, mentre gli altri ufficiali erano zuppi d’acqua. Mi è sembrato molto tranquillo, come se non stesse comprendendo la situazione”.
Il vice sindaco Mario Pellegrini invece a bordo ci è salito per portare aiuto dopo l’allarme lanciato dai carabinieri alle 22,45. “Sono arrivato al porto contemporaneamente al sindaco e sono salito sulla Costa Concordia dalla biscaggina. Ho incontrato passeggeri che piangevano, spaventati e increduli; tutti coi salvagente. Dopo aver aiutato le persone a salire sulle scialuppe, la nave era poco inclinata, ho cercato gli ufficiali, trovando solo Simone Canessa. Con lui, col medico e il commissario di bordo, ho vissuto i momenti peggiori. Ci siamo spostati sull’altro fianco della nave che poi si è inclinato. Con le corde sottili che assicurano i salvagente abbiamo estratto a fatica nove tra passeggeri e membri dell’equipaggio imprigionati nell’acqua di uno stretto corridoio inclinato. La luce a un tratto si è spenta e abbiamo issato su le persone al chiarore della luna: l’ultima aveva già l’acqua alla gola. Poi ci siamo portati sulla fiancata esterna della nave, aiutando gli ultimi a scendere sulle scialuppe dalla biscaggina: era la colonna di formiche umane ripresa dalla telecamera a raggi infrarossi dell’elicottero. La paura l’ho vissuta dopo alcuni giorni, ripensando ai miei due figli che han rischiato di restare senza padre. Bastavano venti secondi di incertezza e sarei stato anch’io inghiottito dall’acqua”.
Tappa successiva di Un giro per la vita, Scarlino (GR) dove barca e auto sono arrivati lunedì pomeriggio.
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