In pensione il marittimo più anziano della Toremar
Quello di ieri è stato l'ultimo giorno di lavoro per Luciano Schiano, il marittimo che vanta la maggiore anzianità a bordo delle navi Toremar.
A darne notizia il quotidiano dell'Elba Tenews.it. Luciano - scrivono i colleghi giornalisti elbani - meglio conosciuto anche al Giglio con il soprannome di Saracina - 59 anni, nato il 1 giugno 1956 a Porto Santo Stefano, è stato fino a ieri il nostromo dell'Oglasa.
La sua esperienza lavorativa è iniziata con un imbarco sulla motonave Città di Piombino nel giorno del suo sedicesimo compleanno, il 1 giugno 1972, alle dipendenze di quella che allora si chiamava Navigazione Toscana e adesso ha raggiunto l'ambito traguardo della pensione con ben 42 anni di anzianità di servizio.
Tra il primo imbarco e la pensione Luciano ha lavorato su diverse navi ma per i gigliesi, che negli anni hanno stretto con lui profondi e sinceri sentimenti di amicizia, la sua figura rimane indissolubilmente legata alla cara e vecchia Aegilium. I colleghi di bordo, ovviamente, stanno preparando per lui una festa che culminerà con un brindisi di saluto e una cena.
Noi, da parte della Redazione e, siamo sicuri, di tutta la popolazione gigliese, rivolgiamo al nostromo Saracina i più sinceri complimenti per il meritato traguardo.
Dice un vecchio "detto" del mare : POCHI,MOLTO POCHI SONO QUELLI CHE POSSONO DARE DEL "TU" AL MARE. E QUEI POCHI,MOLTO POCHI NON GLIELO DANNO. Luciano appartiene a questa categoria di uomini di mare. Buona pensione nostromo! Speriamo di raggiungerti presto. Tonino il barbottone
LUCIANO SCHIANO E … "DINTORNI" Luciano Schiano, uno “nostrano”, nato allo “scoglio”, ch’è ‘l quadrifoglio, o l’”erba voglio” di quel portento “Costa d’Argento”, di fronte al Giglio, ch’è un “visibiglio”. Schiavo Luciano, uomo alla mano, ch’andò per mare tosto a imparare quel navigare, che non fa danni, a sedicianni, quando Schettino era un bambino, ed al “padrino” facea l’inchino. Erano i tempi assai ferventi di gran lavoro, ben per coloro che la fatica spaventa mica: giovani e anziani, con testa e mani, a “travagliare”, in terra e mare, per guadagnare il “desinare” parco e essenziale, ossia frugale, per le famiglie, ch’eran “flottiglie”. Or senza “froda”, sempre di moda, ben se la goda la su’ pensione, tra le persone, che gli son care, anche se avare, tant’è che Ulisse, ben l’asserisse, giusto per mare, ché, dopo tanti, come i briganti, bordi e babordi, nonché tribordi, per contrattare, restaron sordi a dargli i soldi e ‘l guiderdone per ritornare, alla magione senz’indugiare. Infatti, sembra, secondo il Menga, che dei quattrini, “molti o pochini, chi l’ha li tenga” sempre diceva, ch’ ‘l Greco antico, ben l’irrideva, dal “pappafico”, gridando al vento con gran bistento: “Se non fosse per la malastirpe di costoro, la Costa d’Argento sarebbe Costa d’Oro!”.
Ricordo bene Luciano quando, sulla vecchia Aegilium, lavorava con babbo. E credo che anche lui si ricordi di quello che era il suo nostromo. Auguri Luciano. STEFANO ANSALDO di VENDELLOVA
Un sincero e doveroso ringraziamento a Luciano per la competenza e la professionalità con cui hai svolto il proprio ruolo con Toremar, a servizio delle popolazioni isolane. Traguardo della pensione strameritato. Un grande in bocca al lupo e tanti auguri per il futuro. Attilio Brothel - ex Sindaco