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In ricordo di Beppino Ulivi
Alle care Caterina e Loredana Ulivi,
scrivo dopo che gli impegni derivati dalla morte di Beppino vi hanno lasciato un po’ di respiro, perché anch’io (come mia moglie Biancamaria) desidero esprimervi la nostra partecipazione al dolore che segue ogni doloroso addio alla persona amata, dopo tanti anni vita comune.
Credo di fare un onesto atto di riconoscenza a Beppino e, ovviamente, a voi, se dico che tutti abbiamo addosso i segni del tempo identificabili nei ricordi, che ci portano indietro, nelle speranze, che ci spingono in avanti. Le persone lasciano tracce in chi è loro vicino, in chi cerca di ascoltarle ed osservarle. Per me, ma non solo, Beppino è stato di aiuto quando ne ho avuto bisogno, ma anche esempio da ammirare e quindi da imitare nel modo di porsi verso gli altri, di stabilire e mantenere relazioni rispettose della individualità delle persone. Fin da ragazzo, quando avevo circa 10 anni ed andavo da lui a “ripetizione” (allora abitava al Semaforo), lo ricordo riservato, paziente, rispettoso della persona, quasi entrasse in punta di piedi nello stabilire relazioni interpersonali. Tale percezione l’ho avuta anche in questi ultimi anni, quando, ormai non avendo più fermo il piede, è venuto a pescare con me: sembrava volesse dire che non voleva disturbare. Mi rendo conto ancora una volta, che la sua morte me ne dà l’occasione, che non è facile trovare persone così sensibili in un mondo caotico, che corre continuamente (ma dove?), sopraffacendo tutti e tutto spesso con violenza e disprezzo.
Anche ora, Beppino, sono a “ripetizione”: il tuo comportamento mi è d’esempio, motivo di speranza per continuare ad aiutare chi ha bisogno, come tu hai fatto.
A te dico arrivederci e non addio.
Alberto Centurioni
Carissimo Alberto, difficile descrivere il piacere e il conforto che abbiamo avuto leggendo il tuo ricordo. Vivendo per tanti anni accanto ad una persona ti sembra naturale quello che fa, quello che dice e come lo dice. Siete voi ora che mettendo l’accento su alcune caratteristiche del suo carattere ce lo fate rivalutare. Sono tante le persone come te che gli hanno riconosciuto dei meriti che, a me sembra, non avessero nessuna eccezionalità. Nella vita ci sono tante sensibilità, a me è parso di rivederti quando andavi a ripetizione da lui con il visetto un po’ rosso per la soggezione. Tu l’hai ricordata e l’hai trasportata nella tua vita di lavoro, occupandoti dei più deboli. Hai amato la natura e l’orticello e quando hai avuto la delicatezza di portarlo a pescare, non puoi immaginare cosa avesse provato quel giorno, praticando grazie a te un amore dismesso. Ne potremmo scrivere un romanzo, non è quello che faremo. Voglio ripetere le espressioni di stima per te e Bianca Maria. Quelle modeste lezioni di uno studente liceale mi pare ti abbiano portato lontano, molto lontano. Te lo dice una persona che di bravi ragazzi se ne intende. Caterina Baffigi Ulivi