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"I nostri morti si parlano"
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I NOSTRI MORTI SI PARLANO

I nostri morti, quando li ricordiamo, se li ricordiamo, ed, ogni tanto, li andiamo a trovare, non sono morti, riposano solo in pace. Riposano, in attesa d’un’altra visita, purché sia gradita.

Non a caso, se, in vita, hanno avuto qualche “nemico” o qualche “antipatia”, per solito, li seppelliamo discosti dalle persone che vedevano o da cui erano viste, come il fumo negli occhi.

Se t’inginocchi ed accosti l’orecchio alla lapide e stai in silenzio, a volte, li senti borbottare tra sé e sé, oppure parlare con l’inquilino della tomba vicina, proprio come li ha rappresentati Totò nella Livella.

Parlano, come noi, delle cose che già conoscevano, prima di dipartire, o che, via via, apprendono durante le visite dei familiari. E soffrono, gioiscono, si compiacciono o si rammaricano proprio come noi.

In questi giorni, a loro dedicati, se stai attento, puoi sentirli dire, l’un l’altro: “Chi sa perché mio figlio ritarda. Non l’ha mai fatto. E’ sempre stato puntuale. Speriamo che non dipenda da qualche guaio o da qualche imprevisto. Il tuo, invece, che abita vicino alla mia famiglia, è già venuto. Gli altri anni venivano insieme”.

“Non ti crucciare. Il tuo ragazzo è sempre stato assai avveduto e, soprattutto, affezionato. Calmati e rimettiti a riposare, ché il dormiveglia t’accascia, e, poi, borbottando, disturbi il riposo degli altri.

Vedrai che, tra poco, arriverà anche lui con le ultime novità dei parenti, del Paese … e delle cose del Mondo. Il ritardo è, di sicuro, dovuto alla corriera che, come il treno, non è più puntuale qual era una volta”. “Forse, hai ragione! Forse, visto che sta tramontando, verrà domani, tra una poppata e l’altra, così mi farà, finalmente, conoscere il nipotino che, quando, mio malgrado, ho dovuto andarmene, stava per nascere. Spero tanto che mi rassomigli!”