La denuncia che ho pubblicato nei giorni scorsi sui lavori del molo di sopraflutto, l’appello accorato di Pietro e le espressioni di amore isolano di Giancarlo non hanno suscitato nei 'cuori freddi e distaccati' di questi amministratori la benché minima reazione o, in subordine, una minima giustificazione di come stanno operando.

Sembra quasi che vengano da un altro pianeta.

Quando poi per leggere le pubblicazioni/intenzioni del Sindaco (l’ultima è quella sull’autonomia idrica, ci vuole veramente un bel coraggio!) sono costretto a collegarmi con i siti dell’Elba, allora capisco che noi il Sindaco non ce l’abbiamo più. Ma non è mia intenzione strumentalizzare il problema del molo ai fini politici. Il problema del molo rimane un problema di amore nostrano, una questione di ricordi della nostra infanzia, un contesto di valori e di tradizioni che i nostri vecchi ci avevano tramandato e che noi avremmo dovuto conservare gelosamente.

Comprendo le diatribe politiche, le discussioni, le polemiche, ma quando si parla della nostra tradizione tutti dovremmo stare dalla stessa parte, proprio come hanno fatto Alvaro, Paolo ed i nostri ragazzi che hanno portato, ieri a Pisa, in alto la bandiera della nostra cara isoletta.

In questi giorni la gente (me compreso) è preoccupata per l’abbandono del cantiere da parte della ditta appaltatrice. Siamo veramente allarmati per l’abbandono del cantiere senza che qualcuno si degni di informarci su quanto accaduto. La stagione è alle porte ma l’incertezza sul futuro prossimo si diffonde ogni giorno: facciamo capire ai nostri governanti che stanno prendendo un grosso abbaglio!

Sono a disposizione di Pietro, di Giancarlo e di chiunque altro ha a cuore la questione del ripristino del molo, per adottare qualsiasi iniziativa affinché si rispetti la volontà della gente. Adesso è il momento giusto per intervenire. Domani, a lavori completati, sarà veramente arduo tornare indietro. Ve lo dico per esperienza. Altrimenti che ci sto a fare?