Tale frequentazione ha permesso di notare particolari dell’importante complesso architettonico fino ad ora sfuggiti all’attenzione dei più. In particolare, accanto al portone di ingresso della cappella, all’esterno, sulle pietre di granito risultano diligentemente scolpite alcune parole (vedi foto). Un attento esame, prima della professoressa Fiorella Colosi e poi dell’amico Danilo Terramoccia (con la consulenza di esperti dell’archivio di Stato di Siena) avrebbe permesso di decrittare il testo in questi termini:
………..a di 7 di settembre a principio mundi
Anno salutis corrente
Il sottoscritto propenderebbe per la seguente interpretazione:
……..….il giorno 7 di settembre dal principio del mondo
Anno della salvezza corrente.
Purtroppo la prima pietra è completamente corrosa, ma è lì che doveva essere scritto (in cifre arabe e non Romane) l’anno di cui trattasi.
Gli specialisti dell’Archivio di Stato di Siena, esaminata la documentazione fotografica, collocherebbero l’epigrafe fra il 1400 ed il 1600.
Sarebbe interessante se (come già avvenuto per “Soli Soli Soli”) attraverso il sito GIGLIO NEWS, chi vuole, dicesse la propria opinione.
Il sottoscritto nel frattempo avrebbe elaborato una ipotesi, cioè che la frase sia stata scolpita sul muro nel periodo fra il XV e il XVII secolo a futura memoria e in occasione del riscatto di un gran numero di Gigliesi, fatti schiavi in precedenza dai corsari barbareschi (“anno della salvezza corrente”).
A conforto di tale ipotesi, possono essere utili i seguenti argomenti:
1) La cappella di S. Trinita, non utilizzata come chiesa nei secoli successivi, è comunque sempre stata chiamata di “S. Trinita”.In un volume conservato alla Biblioteca Labronica di Livorno del 1877 di Giuseppe Maconi, intitolato “Gli schiavi redenti. Ovvero cenni storici del convento di S. Ferdinando in Livorno ed altri, con i nomi, cognomi e patrie dei redenti. Confraternite del riscatto dell’Ordine Trinitario già erette in Toscana”, alle pagine 82-84 è indicata la Confraternita di Isola del Giglio, ed a tale proposito si legge “Il predetto p. Luca di S: Giovanni nel 23 marzo 1672, diede licenza a due uomini di farvi la cerca a benefizio degli schiavi, sotto la scorta del signor Pievano della istessa isola Don Giacomo Modesti”.
Per quanto ne sappia il sottoscritto, non esistono però documenti d’archivio noti su grossi riscatti di cittadini gigliese fatti schiavi, né nell’archivio storico comunale, né nell’archivio abbaziale delle Tre Fontane di Orbetello.
Se qualche cultore della materia volesse portare il suo contributo di idee, sarà senz’altro bene accetto.
La discussione è aperta.
Armando Schiaffino
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