La condizione femminile negli antichi statuti gigliesi
Il rinvenimento occasionale, fra alcuni vecchi documenti, di una “carta dotale” sottoscritta al Giglio il giorno 16 settembre 1806 è stata l'occasione per una interessante e divertita rivisitazione di ciò che gli antichi statuti (a cui la suddetta “carta” fa ancora preciso riferimento normativo) prevedevano in termini di patti matrimoniali, con particolare riferimento alla “dote”, ovvero al complesso dei beni che la moglie era obbligata a portare al marito in occasione del matrimonio. In tempi moderni, con il nuovo diritto di famiglia, una legge del maggio 1975 ha vietato e resa nulla ogni convenzione che preveda la costituzione di beni in dote.
Con l'articolo che vi proponiamo (vedi sotto), pubblicato sulla rivista “Argentariana” del Centro Studi Don Pietro Fanciulli di Porto Santo Stefano (numero 6 – Anno II – Giugno 2018), Armando Schiaffino ci propone, attraverso la lettura, negli antichi statuti gigliesi, delle rubriche che disciplinano l’istituto della dote, una straordinaria testimonianza di come, in un arco di tempo relativamente breve, la condizione sociale della donna sia radicalmente cambiata.
Dall'elenco della biancheria dotale, emerge che, mentre compaiono i fazzoletti, mancano mutande e calze. forse perché questi indumenti non si usavano?