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Spesso la preoccupazione, la disperazione ci portano a esprimere in maniera poco consona il nostro pensiero.
Riferendomi alla lettera di "Gianni" lo conosciamo tutti con questo nome, mi permetto e chiedo scusa sin da ora, di spezzare una lancia in suo favore.
È un bravo ragazzo, lavoratore, padre affettuoso e marito molto molto presente.
Tutti ci siamo trovati in momenti difficili e preoccupanti, specialmente se hai una bimba piccola.
Quando si parla o si scrive, specialmente se non siamo padroni della lingua, se il momento è apparentemente senza via di sbocchi, la frustrazione, il pensiero della famiglia di cui ti senti responsabile, la paura stessa ti porta a esagerare nell'esprimere i tuoi sentimenti.
Tutto ciò non giustifica certe sue frasi e certe risposte che sono state date.
Molti hanno avuto bisogno di Gianni, lui si è reso presente in molte occasioni di pronto intervento, guarda non ultimo l'incendio in una casa al porto, passava davanti, avrebbe potuto chiamare chi di dovere, invece no, è riuscito ad entrare e spegnerlo prima che facesse danni maggiori se non peggio.
Fai del bene scordati, fai del male pensaci. Mi sembra che questa volta a far del bene, a comportarsi bene non sia servito, anzi.
Vogliamo allontanare e perdere una famiglia? Si vuole nuovamente dividerci tra chi vi è nato e la sua famiglia è da generazioni con radici isolane?
Mi sembra che negli anni 50/60, siano arrivati molti "forestieri" con il proprio lavoro, hanno creato nuove famiglie, si sono integrati nel tessuto dell'isola.
Il mondo sta cambiando, noi stiamo cambiando però dovremmo essere più tolleranti, più disponibili a chi viene, portando nuova linfa.
Dovremmo essere contenti dell'arrivo di persone perbene, invece spesso siamo più disponibili verso soggetti che se non ci fossero sarebbe meglio.
Come sempre al di là del bene
"vi darei foco"
Franca Melis
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