DONARE UN LIBRO E’ DONARE UN FIORE SAN GIORGIO E LA SACRA FONTE
Oggi, giovedì 23 aprile è la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.
Nota anche come giornata del libro e delle rose, tale iniziativa sottolinea il fondamentale contributo del libro al progresso della cultura e della conoscenza, in quanto strumento di educazione e confronto.
La giornata del Libro nasce in Catalogna con Vincent Clave Andrès (1888-1967) scrittore ed editore valenziano che si fece promotore di una giornata dedicata al libro; il 6 febbraio 1926 re Alfonso XIII promulgò un decreto reale che istituiva in tutta la Spagna la giornata del libro spagnolo. Inizialmente la data prescelta fu il 7 ottobre ritenuto giorno della nascita di Cervantes, ma dal 1931 fu scelto il 23 aprile perché in quel giorno del 1616 morirono tre grandi maestri della scrittura mondiale: William Shakespeare - Miguel de Cervantes e il peruviano-Inca Garcilaso de la Vega.
A seguito di una risoluzione presa dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, dal 1996, in tutto il mondo, con numerosissime manifestazioni ed iniziative, il 23 aprile si celebra la “Giornata Mondiale del libro e del diritto d’Autore” patrocinata dall’UNESCO.
Peraltro il 23 aprile è la festa di san Giorgio, patrono di Barcellona e della Catalogna e una tradizione di origine meridionale vuole che in questo giorno ogni uomo regali una rosa alla propria donna; ricollegandosi a tale tradizione, i librai della Catalogna usano regalare una rosa per ogni libro venduto proprio il giorno di san Giorgio.
Al Giglio l’eco di questa giornata speciale si può vivere approfittando della bellissima notizia che il sentiero “delle Pietraie” (detto più comunemente - di San Giorgio) è stato risistemato nelle sue asperità dalla Pro-Loco in collaborazione con il Comune e consegnato alla popolazione e ai turisti, tutto rimesso a nuovo.
Proprio questa mattina, festa di san Giorgio, si scenderà dal Castello per quella antichissima mulattiera che portava alle campagne coltivate a vigneti, frutteti e orti, abbandonate negli anni ‘70 dalle mani stanche dell’uomo di una volta, che lavorava da mane a sera. Oggi tutto è completamente coperto dalla vegetazione spontanea e dai rovi, ma tale percorso, offrendo scorci mozzafiato del versante est dell’isola, porterà alla sorgente che dà l’acqua a Giglio Porto e ai resti del tempietto dedicato a san Giorgio.
Palma Silvestri
P.S.: - notizie sulla giornata mondiale del libro estrapolate da internet. - l’illustrazione della “fonte sacra di san Giorgio” è presa dal libro: Isola del Giglio - il territorio, gli abitanti e la storia, di Ennio de Fabrizio - ed. COEG.
Anch'io, carissima "Silvestra" m'ero annotato il 23 d'Aprile, mese a me fausto perché vi nacqui, ad Orbetello Scalo, nel lontano 1940, il giorno 13 . Ma non l'avevo fatto per "rimembrare" fantasmagorici eventi parareligiosi, quale, ad esempio, quella di San Giorgio e il Drago, ovvero gigliesi e prettamente localistici quali la fonte generosa e l'impervio sentiero, riattati, nè tantomeno per la nave-scuola "San Giorgio" della Fondazione Giorgio Cini che, di stanza presso l'omonima isola della laguna di Venezia, ebbe l'onore di comandare e condurre, piena dall'Allievi, per il mondo, un fiero "Sastefanese", alto e grosso come un Cavaliere teutone, che, zio di Barbara Bovicelli, moglie di Angelo Stefanini del Castello, e cognato di Leonia Bovicelli-Galatolo, moglie, in seconde nozze, di Giovanni Ulivi,, guardiano del Faro del Fenaio, si chiamava Ernesto Pignatelli, bensì perché mi ripromettevo di fare gli auguri di buon onomastico al nostro direttore Giorgio Fanciulli, cui ora arrivano indirettamente un po' di traverso. Perchè ti scrivo Silvestra? Ti scrivo perché sono rimasto sorpreso (in verita', non più di tanto), per l'attenzione e la meticolosità descrittiva che tu hai prestato ad un evento, sono più che sicuro, del tutto sconosciuto ai più, in quanto evento di cultura e non testimonianza di manifestazioni folcloristico-festaiole, alle quali, visti i tempi che corrono, siamo ormai abituati, a prescindere dalle tragedie di mare che, giorno dietro giorno, incombono sulle nostre coscienze Nonchè per la sottolineatura del fatto che il 23 d'Aprile sono morti scrittori e persone d'estrema grandezza, quali William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega (Spagnolo e non Peruviano) che, pressoché ignoto ai più, viene, per solito, confuso con il grande drammaturgo, pure spagnolo, Lope de Vega. Per dare il senso della generale ignoranza in fatto di cultura, mi permetto citare un episodio di cui sono stato personalmente protagonista: avendo tanto decantata la "grandezza" di Cervantes-Saavedra, quale sommo autore, tra le altre opere, del romanzo satirico "Il fantasioso Idalgo Don Chisciotte della Mancia", in cui, oltre ad essere eternati Dulcinea ed il "frastornato" cavaliere, insieme alla sua cavalcatura, il malandato Ronzinante (che il grande poeta russo Vladimir Majakovskij avrebbe definito "Rozza della Storia), ed all'improbabile scudiero Sancio Panza, per chi lo sa notare, è pure compendiata gran parte dei proverbi popolari tutt'oggi in uso, un emerito professionista dell'arte chirurgica di Roma, dopo essersi convinto (forse perché curioso dei proverbi) a leggere il libro, dopo qualche giorno me l'ebbe a restituìre, dicendomi: "Ti chiedo scusa ma non ce l'ho fatto a finirlo. Anzi ne ho letto meno d'un quarto, perché ' sto Cervantes m'ha fatto venire un paio di palle che non ti dico". Ancora una volta Brava! Sivestra e che Dio ti conservi, così sensibile e piena di cultura qual sei! Cultura da dispensare, via via, me compreso, ai tanti incolti ed ai pochi incliti che hanno la fortuna di leggerti. Ciao! Gian Piero