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Il dibattito sui migranti
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COSA MAI VA DICENDO L’ONOREVOLE GASPARRI IN MERITO ALL’INARRESTABILE FLUSSO MIGRATORIO?

Questa mattina, l’ineffabile collega (è Giornalista pubblicista), Onorevole Maurizio Gasparri, Vice presidente del Senato, nel corso d’un dibattito, gestito, su “La Sette”, dalla brava Merlino, al solito, non ha resistito all’impellente bisogno caratteriale di fare il saccente e l’uomo strutturalmente di parte, al cospetto della tragedia, avvenuta appena l’altra notte, al largo della Libia.

Tragedia in cui, al momento, si dice siano affogate dalle seicento alle ottocento persone, tra cui poco meno d’un centinaio di bambini. E questo, non ostante la “conduttrice” avesse cercato d’indirizzare la discussione soprattutto sugli aspetti umanitari dell’ecatombe, astenendosi dall’intavolare i soliti commenti politici contrapposti, caratterizzati da accuse di reciproche responsabilità, passate e recenti,

Gli animi, insomma, sembravano essere compenetrati soprattutto di buoni sentimenti per i tanti immigrati tragicamente scomparsi, al punto che, più o meno tutti, si soffermavano su come Italia, Europa, Nazioni Unite etc., ivi compresi altri organismi internazionali, potevano e dovevano fare per trovare soluzione al problema di chi fugge, a milioni, dalla fame, dalla guerra, dalle discriminazioni raziali e religiose, per cercare asilo in altri luoghi rispetto alle terre di provenienza, andando, però, incontro a morti atroci.

Ebbene, in questo “contesto”, con il suo eloquio “farfugliante”, l’esimio onorevole della ex Destra Nazionale, già del Movimento sociale e, poi, di Forza Italia, ignorando tra l’altro ciò che ben sapeva, ai tempi in cui fu vice Presidente del Consiglio dei Ministri, lo storico sodale Gianfranco Fini, ha voluto, gratuitamente, rimarcare il fatto che, mentre Renzi dice, dice, ma non riesce a fare, tanto che ha ricevuto, da Barack Obama, un netto rifiuto in materia di Droni e di sostegno, comunque, ad un’ipotesi d’intervento in Libia, ai bei tempi dei suoi molteplici “mandati”, Berlusconi, invece, aveva dimostrato d’essere uno che “teneva gli attributi” ed, “avendocelo duro”, riusciva a muoversi in lungo e in largo, spaziando, da protagonista, in tutti i campi della politica internazionale, ivi compresa quello relativo al “fenomeno dell’immigrazione”.

Tant’è, secondo Gasparri, che quando Gheddafi, in visita ufficiale nel nostro Paese, pretese d’alloggiare con le decine d’amazzoni, che gli facevano da guardie del corpo, a Villa Panfili, all’interno di confortevoli attendamenti di regime, creando seri disagi ai servizi d’ordine e grosso fastidio agli abitanti che risiedevano a cavallo della via “Olimpica”, tra Piazza Pio XI ed il quartiere di Monteverde (in ragione degli schiamazzi, delle danze e delle musiche notture, diffuse tut’intorno al massimo volume), mentre i giornali ebbero a stigmatizzare il corpontamento dell’ospite e la condiscendenza del Governo e delle autorità capitoline, “in primis, quella di Alemanno, Berlusconi, invece, avendo ben presente che il Libico, con i suoi centri d’ accoglienza, rendeva un gran servizio all’Italia in materia d’immigrazione clandestina, “facendo di necessità virtù” replicò, perentoriamente, che le intese intercorse, suo tramite, con il leader libico, erano troppo importanti per rischiare di metterle a rischio.

A questo punto, pur tralasciando ogni considerazione sulle umiliazioni che, appunto, tramite Berlusconi ed in virtu’ del petrolio, l’Italia ebbe a sopportare, sia in termini di rivendicazioni relative ai danni di guerra, sia in chiave di costante, quanto spiacevole “rivisitazione” del periodo Coloniale, anche alla luce di recentissime pulsioni nostalgiche, in merito ai bei tempi in cui in Libia “regnava” il berbero dittatore, non posso esimermi dal dire quanto segue, resocontando di fatti concreti e non di miraggi intravisti o sognati.

Avendo preso parte, anni addietro, in nome e per conto della L.I.D.U. (Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo), in qualità di Addetto stampa di quel sodalizio, ad una riunione ufficiale del C.I.R. (Consiglio Italiano per i Rifugiati) di cui, allora, era Presidente l’autorevole Deputato democristiano Pezzotta, venni documentalmente a sapere, atraverso la Relazione e gli allegati del Direttore Generale di codesto Organismo (un tedesco che parlava perfettamente l’Italiano): che non ostanti gli sforzi generali della diplomazia internazionale, atti ad ottenere l’autorizzazione a ispezionare i campi profughi (ivi compreso un intervento diretto del Vice Presidente del Consiglio, onorevole Fini, che, in occasione della suddetta visita di Gheddafi, aveva chiesto, che fosse almeno autorizzata una commissione senatoriale italiana), ossia i cosiddetti “Centri di raccolta”, allestiti in Libia, per i quali quello Stato riceveva, da molteplici organismi internazionali, contributi a non finire, non era stato fornito alcun “benestare”.

Quel che trapelava, infatti, era, non solo che i Centri di raccolta, in realtà, fossero dei veri e propri campi di concentramento di tipo nazista (lager in cui i rifugiati soffrivano la fame e venivano depredati, brutalizzati e stuprati fino morirne, via via, in gran numero) ma, per chi avesse diritto, secondo la normativa internazionale, d’“invocare” asilo politico alle nazioni disposte ad accoglierlo, non era neppure consentito mettersi in contato epistolare con le Ambasciate di riferimento.

Di più, alla faccia di chi ancora vaneggia sul fatto che, sciaguratamente, le nazioni occidentali, appoggiando la cosiddetta “Primavera araba”, hanno determinato il caos e le guerre fratricide e fondamentaliste, che agitano, giorno dietro giorno, il mondo musulmano, ritengo doveroso aggiungere che alla sollecitazione del sttoscritto, acciocchè il C.I.R. s’adoprasse ai massimi livelli internazionali per far spostare fuori dalla Libia i Centri di raccolta, tra tutta una serie d’accenati sorrisi di presa d’atto della mia ingenuità, da chi ben sapeva come stavano le cose, mi fu fatto notare che gli altri Paesi del Nordafrica (nessuno escluso), in materia di migranti, visti i “regimi” cui anch’essi erano sottoposti, non si sarebbero comportati in modo diverso da Gheddafi.

Per questo, non riesco proprio a capire cosa mai di “salvifico” abbia fatto Berlusconi, come asserisce Gasparri, specialmente oggi che qualche “sciagurato” del nostro Paese s’azzarda addirittura a suggerire che all’ex premier venga affidata un’iniziativa diplomatica internazionale, tesa a por termine, in breve, agli scontri di guerra, in corso nella Libia.