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LA MADONNA DEL PORTO
Bianca la tua veste, come la schiuma dell'onde che timorose lambiscono i tuoi piedi.
Ma qualcosa nell'aria è diverso, l'onda s'increspa e l'incertezza di ogni speranza s'infrange sul tuo corpo.
Il mare mugghia, si gonfia e con la forza del vento che sibila, si frantuma su di te.
Pezzi di pietra cadono ai tuoi piedi anche il Bansaracino si arrende alla furia di un'onda impietosa.
Tu, schiaffeggiata con violenza, non cedi. Rimani lì con le braccia aperte per raccogliere la sofferenza dei tuoi figli.
La vita riprende colorandosi di ora in ora, ritorna la quiete, di questa tempesta rimarranno le ferite nell'anima, che solo tu puoi curare.
Lo sguardo torna al mare, l'onda fugge e poi afferra. L'animo scappa, ma spera.
Assunta Centurioni 1 Novembre 2018
Ad Assunta Centurioni rivolgo un grato pensiero per la sensibilità che ha esternato, in rima, su quanto accaduto recentemente al Giglio. Devo dire, avendo osservato in diretta su FB il frangere delle onde sul molo rosso e quelle che scavalcavano con violenza il muraglione di protezione (che certamente non faceva da diga foranea, come avrebbe dovuto essere). Guardavo la Statua resistere IMPERTERRITA a quella furia del mare rimanendo veramente esterefatto.
E' stato proprio così, Gian Piero, hai descritto in rima quello che è esattamente accaduto !!!
GRAZIE! ad Assunta Centurioni e Giuseppe Modesti Or che l’ho vista, sola e trista, come una colonna, quella Madonna vereconda, che. abbandonata, alla mareggiata ed all’onda, scatenata che, accanto, le rimbomba e, accanto, le s’infrange ma che, per incanto, appen la "lambe", quasi, reverente, le baciasse, veste e piede, ecco che gente come me, che poco crede, ben si ravvede, che’ il miracolo, "intravede".