La mafia usò anche la Concordia per trasporto droga
Francesco Viviano, "La Repubblica"
La cocaina della ‘ndrangheta va in crociera. Anche, si sospetta, sulla vecchia Costa Concordia: «La stessa nave che ci ha fatto fare la figuraccia che in tutto il mondo ci ha preso per il culo», dicono due boss intercettati dalla Guardia di Finanza che indaga su un vasto traffico di stupefacenti dal Sud America in Italia. I trafficanti parlano in codice: «Ti ricordi la “principessa” di che marca era?».
Per il Gico e per i pubblici ministeri della Procura di Firenze titolari dell’indagine che un mese fa ha portato all’arresto di una ventina di ‘ndranghetisti, l’identificazione con alcune delle più note navi da crociera è evidente.
I criminali «intendevano riferirsi alla Costa Concordia e al famoso naufragio del 13 gennaio del 2012». L’indagine è relativa a tonnellate di cocaina purissima che viene imbarcata nei porti sudamericani di Santo Domingo, Perù, Panama e Florida e poi nascosta tra i rifornimenti alimentari per i croceristi o in capienti borsoni che, con la complicità di alcuni membri degli equipaggi, vengono sistemati nelle cabine di “turisti”, in genere coppie di calabresi incensurati in vacanza.
È questa la nuova autostrada della cocaina della ‘ndrangheta, preoccupata dei numerosi sequestri di container. Un danno enorme per le cosche calabresi che da qualche anno hanno diversificato le rotte, imbarcando la loro “merce” sulle insospettabili navi da crociera, italiane e straniere, in giro per il mondo.
Le navi preferite dalle cosche calabresi erano quelle della Costa Crociere, della Msc e della Norwegian Cruise Line che battono in lungo ed in largo i mari caraibici fino ad arrivare in Europa e nel Nord Africa. A svelare che la cocaina andava in crociera sono gli stessi ‘ndranghetisti che in molte conversazioni telefoniche e via chat parlano delle partenze e degli arrivi dei loro carichi.
Ed è stato ascoltando queste conversazioni che gli uomini del Gico scoprono tra l’altro che una grossa partita di cocaina (mai trovata) sarebbe finita, all’insaputa dei comandanti e dei responsabili della compagnia di navigazione, anche sulla Costa Concordia. «Ti ricordi la “principessa” di che marca era?», chiede un boss, Michele Rossi, che in chat usa il nickname “Olivia”, mentre il suo interlocutore, Massimo Tiralongo, utilizza il nome “Giulia”.
E quando “Giulia” risponde di non ricordarsi esattamente il nome della nave sulla quale era stata imbarcata la cocaina, “Olivia” fa riferimento a quella che ha fatto fare «la figuraccia all’Italia». Poi i due fanno riferimento anche alla concorrenza della Costa Crociere, la nave “Famosissima” della “Msc”, partita da Santo Domingo, dove sarebbe stato caricato un altro grosso quantitativo nascosto in un container che fu sequestrato il 27 ottobre del 2013 nel porto di Genova.
Non è la prima volta che si parla di cocaina ed altri stupefacenti fanno ingresso nelle navi da crociera. Nel porto di Savona, nel 2008, furono arrestati alcuni marittimi filippini che portavano droga sulle navi Costa Magica, Europa e Serena scoperti dalla sicurezza della compagnia di navigazione e dall’antidroga di Savona. In quel però caso si trattava di piccole partite di stupefacente spacciata a bordo.
Le nuove rotte e i nuovi mezzi utilizzati dalla ‘ndrangheta per la gestione del traffico di cocaina adesso non sono più un mistero e la Dea, l’ente antidroga americano, la Guardia di Finanza e altre polizie europee hanno intensificato le indagini allertando gli armatori. Una collaborazione che ha portato, l’11 marzo scorso, al sequestro di 7 chili di cocaina ed all’arresto di cinque membri dell’equipaggio della nave da crociera “Novergian Sun” mentre stavano imbarcando la polvere bianca nel porto di Tampa, in Florida.
Siamo in Italia, possibile! Sarebbe come cadere dal pero. Non ci credo.