La Ministra Maria Elena Boschi ed il contrappasso
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LA MINISTRA MARIA ELENA BOSCHI ED IL CONTRAPPASSO

Per i cosiddetti “rottamatori” di palazzo, o meglio, di governo, che fanno soprattutto della gioventù la condizione per prevalere, anche se, poi,  per quel che attiene alla Ministra Maria Boschi (che, non a caso, si chiama anche Elena,) ed alla pari grado Marianna Madia, la bellezza gioca la sua parte,  vale la pena citare una massima latina, assai eloquente per inquadrarne, in termini di contrappasso, la filosofia vincente.

ministro maria elena boschi isola del giglio giglionewsQuesta espressione, che è poi “polinsensa” e che, per la prima volta, è stata usata da Orazio nelle “Satire”, se afferma, come afferma testualmente, est modus in rebus, significando, anzitutto, che “c’è una misura nelle cose”, e se , di seguito,  precisa sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectus, ovvero “ci sono determinati confini e non è retto oltrepassarli, né rimanerne indietro”, col tempo è diventata anche un riferimento ed un richiamo preciso allo “stile”, di comportamento, di vita e di costumi, che ogni buon cittadino dovrebbe tenere, al cospetto della società in cui alberga (ogni eventuale riferimento al “signore” di Arcore, è da ritenersi del tutto gratuito).

Perché questa citazione, dunque? Perché pescare nel “mare” dell’etica comportamentale, che, in quanto tale, avendo radici nell’intimo di ciascuno (nel “foro interno”, come dicono gli uomini di legge), e godendo, quindi, delle prerogative che spettano a ciascuno, circa la libertà d’espressione, purché non si riduca ad oltraggio, è “incensurabile”, mi permetto di  riferire questa antica massima al “rottamatore” numero uno, Matteo Renzi, ed agli altri, più piccoli e versatili, che, come fedeli “cani da guardia”, nonché epigoni indeflettibili delle sue empiriche elucubrazioni politico-sociali di tipo avveniristico, lo seguono passo dietro passo?

Lo faccio, perché costoro, coltivati alla scuola dell’insofferenza e della presunzione ad oltranza, in quanto credono che la gioventù faccia premio su tutto, parimenti al loro “vate”, sono intolleranti  d’ogni considerazione e d’ogni cognizione alternativa al palingenetico pensiero innovatore, che asseriscono di portare, specie in campo di riforme costituzionali (per il resto la confusione è totale), cui molto tengo.

Tant’è che, invece di vederli, considerata la delicatezza istituzionale della materia, procedere con estrema cautela ed “ecumenicità”, facendosi responsabilmente carico delle opinioni discordi (legittime nonché dovute, visto che si “maneggiano” i pilastri e le regole del gioco, garanzia di tutti e di nessuno, in quanto espressione d’un interesse generale e non d’una parte), mi tocca “ammirarli”, è solo un modo di dire, che nella fattispecie, assume connotazione specularmente contraria al suo significato letterale, per essere portatori ”sfegatati”, attraverso “atti, parole ed opere”, d’una religione fideistica, assertrice d’infallibilità men che meno manifeste.

Buon ultima, appunto, l’altrimenti accattivante, dal punto di vista estetico, Elena Boschi, che con un linguaggio ai limiti dell’aggressività verbale, definibile quale perfetta “cartina di tornasole”, atta ad evidenziarne carattere ed idee d’arroganza ed intolleranza retrograde, verso le posizioni dissenzienti dall’“articolato” di riforma costituzionale, da lei predisposto come “verità rivelata”, è riuscita a farsi tirare le orecchie, come ministro privo d’ogni caratura di democraticità, addirittura da uno dei più fedeli “replicanti” di Grillo e Casalegno, maestri insuperabili d’insulto e vilipendio pure a carico del Presidente della Repubblica.

Est modus in rebus, gran bella ministra! E modus sta per “ordine” che, in senso, per così dire, meccanicistico, significa che tutto, come del resto è per la natura, deve combaciare ed essere in armonia se intende stare in  equilibrio, e l’equilibrio a Lei è macato; così come modus  sta per “stile”, e questo, a Lei, è del tutto sconosciuto.

Questo, detto da uno che i “5 Stelle” li può vedere come il “fumo negli occhi”, è bastevole, mi creda, a qualificarLa come intollerante, e, volendo, modus, può anche significare intolleranza, ma solo per contrappasso.