COMUNE DI ISOLA DEL GIGLIO
GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA

Palestra al Campese. Al peggio non c'è mai fine. Lavori ancora fermi dopo quasi cinque anni.
Una vergogna.

Inizialmente i lavori di costruzione della palestra a Campese, dovevano essere terminati per contratto, entro dicembre 2009, senonché all'indomani delle elezioni comunali di quell'anno, la nuova Amministrazione Comunale dispose la “sospensione dei lavori”, per predisporre una variante progettuale finalizzata, in buona sostanza, a trasformarla in una “palestrina” in quanto ridotta in termini di volumetria e superficie, mentre i costi progettuali (€. 774.685,35) sono rimasti tali; tra l'altro, con il passare del tempo, i costi sono aumentati ed i soldi non sono più sufficienti.

Attualmente l'opera pubblica, dopo cinque anni, si trova in uno stato di abbandono vergognoso, di cui nessuno sembra occuparsene, un degrado evidente nonostante la promessa (vana) di risolvere in tempi rapidissimi. Un degrado tale da rendere fatiscente la struttura.

Il sindaco Ortelli, a suo tempo ebbe a dichiarare testualmente è stato necessario poi apportare numerosi correttivi. E comunque «l'intervento dell'attuale amministrazione ha consentito il miglioramento di un'area costituita da fabbricati ad un solo piano e che una struttura multipiano avrebbe degradato inesorabilmente. I lavori sono ripartiti e sarà cura di questa amministrazione portare a compimento, in tempi rapidissimi l'opera con il carattere di multifunzionalità che abbiamo deciso di attribuirgli e non di esclusivo utilizzo scolastico come qualcun altro aveva precedentemente stabilito».

Dunque, dal sindaco Ortelli solo parole di circostanza, mentre è smentito dalla situazione di fatto: dopo quasi cinque anni i lavori sono fermi, l'impresa sembra si sia resa irreperibile, la struttura in stato di completo abbandono inizia ad essere fatiscente e, come se non bastasse, risulterebbe che un'impresa (locale) subappaltatrice (?) ha effettuato lavori per circa 30 mila euro con ancora oggi da riscuotere il corrispettivo pattuito. L'impresa subappaltatrice, tanto per rendersi conto, del livello di come sono seguiti i lavori, non ha potuto riprendersi le impalcature perché queste sono state “bloccate” dalla pavimentazione in cemento realizzata dall'impresa appaltatrice.

Noi siamo del parere (e con noi, l'intera popolazione concorda) che un’opera pubblica di modeste dimensioni, come una piccola palestra non può aspettare quasi cinque anni per la conclusione dei lavori.

A questo punto ci pare molto opportuno che l'Amministrazione Comunale valuti la possibilità di revocare l'appalto all'impresa a causa dell'eccessivo ritardo nell'esecuzione dei lavori.

Vale la pena di ricordare che la revoca è un atto obbligato (ai sensi dell'articolo 136 e seguenti del D.Lgs. 163/2006) in quanto la direzione lavori avrà pure riscontrato ufficialmente (o no?) il perdurare di una inottemperanza agli ordini di servizio impartiti per il completamento delle ultime opere previste dall'appalto, individuando – al tempo stesso - altra impresa alla quale affidare il completamento dei lavori.

Come abbiamo avuto modo di ribadire, occorrerebbe più attenzione quando si utilizzano soldi pubblici, cioè della Comunità che ha deciso, attraverso i propri rappresentanti, di impiegare risorse seguendo seriamente le priorità in termini di utilità/bisogni e aspettative dei cittadini.

In definitiva, quello che noi chiediamo e non solo noi, ma l'intera cittadinanza, è quello di portare a conclusione opere programmate o addirittura iniziate dalla precedente amministrazione (2009), come la palestra di Campese, perché abbiamo sempre ritenuto assolutamente corretto procedere secondo il giusto principio della continuità amministrativa tra una amministrazione che lascia e quella che subentra, indipendentemente dal colore politico.