COMUNE DI ISOLA DEL GIGLIO
GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA

MANTENIMENTO DELLE CLASSI NELLA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO NELLE ISOLE MINORI E NEI TERRITORI MONTANI

Ritenendo di fare cosa utile e gradita, si comunica che nell'ultimo Consiglio Comunale del 7 luglio scorso, questo Gruppo consiliare ha chiesto ed ottenuto l'approvazione di una Mozione, pari oggetto del presente comunicato.

Il provvedimento evidenzia come:

- le isole minori e le zone montane non possono continuare a pagare la scelta politica di tagli indiscriminati, basati sulla mera logica dei numeri, che, anziché portare equità di trattamento per tutti i cittadini, accentua sempre più l’emarginazione delle parti più deboli e svantaggiate del territorio nazionale, violando il principio di pari opportunità;

- ulteriori riduzioni di personale e di classi con peggioramento del servizio scolastico fornito non possono essere in alcun accettate;

- l’importanza dell’argomento trattato e la necessità di salvaguardare perlomeno le scuole dell’obbligo là dove già esistenti sul territorio, nella loro unicità, in qualità di servizio fondamentale per garantire il presidio umano indi per cui di lotta allo spopolamento;

In buona sostanza la Mozione è stata approvata all'unanimità, nei termini che seguono: 

1. di promuovere un’azione congiunta da parte di questo Comune, dell’ ANCIM, delle Comunità Montane e dell’’UNCEM a favore del mantenimento di tutte le classi scuola d’obbligo;

2. di dare atto che ulteriori riduzioni del servizio scolastico con la soppressione e la riduzione di classi, del personale docente e A.T.A., del tempo scolastico, non possono essere accettate e comunque non possono essere frutto di concentrazione e collaborazione tra soggetti interessati;

3. di richiedere per la formazione dell’organico scolastico venga considerato, oltre all’aspetto numerico degli iscritti, anche e soprattutto la situazione territoriale in cui sono ubicate le scuole;

4. di evidenziare che le isole minori non possono continuare a pagare la scelta politica di tagli indiscriminati, basati sulla mera logica dei numeri, che anziché portare equità di trattamento per tutti i cittadini, accentua sempre più l’emarginazione delle parti più deboli e svantaggiate del territorio nazionale, violando il principio di pari opportunità;

5. di inviare il presente atto al Presidente e all’Assessore all’Istruzione della Regione della Toscana, all’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, al MIUR, all’UNCEM Toscana, all’Ufficio Scolastico Provinciale, al Presente e all’ Assessore all’Istruzione della Provincia.

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Nel frattempo, con un comunicato che segue apparso nei giorni scorsi sul sito Elbareport.it, Legambiente dà notizia che proprio nella manovra finanziaria in approvazione questi giorni è previsto “l'accorpamento in Istituti comprensivi di tutte le scuole primarie e medie rimaste autonome e l'innalzamento del tetto per la concessione dell'autonomia scolastica a 1000 alunni, ridotto a 500 per le scuole situate nelle piccole isole e nei comuni montani”.

Legambiente: Nuovo attacco del Governo alla scuola dei comuni ed isole minori

Il Governo torna ad occuparsi delle scuole dei piccoli comuni, delle aree di montagna e delle isole minori. Peccato però che lo faccia per rendere la vita di queste comunità scolastiche ancora più precaria e difficile. Tra le norme della nuova manovra finanziaria, che contiene ulteriori pesanti tagli per l'istruzione e le risorse degli Enti Locali, vi è infatti, quella che prevede l'accorpamento in Istituti comprensivi di tutte le scuole primarie e medie rimaste autonome e l'innalzamento del tetto per la concessione dell'autonomia scolastica a 1000 alunni, ridotto a 500 per le scuole situate nelle piccole isole e nei comuni montani.
Come se non bastasse, le scuole che non raggiungeranno il parametro minimo di 500 alunni (qualche migliaio), saranno declassate e non ritenute degne di avere un preside a tempo pieno. A queste istituzioni, infatti, "non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato. Le stesse sono conferite in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome". A ciò bisogna aggiungere la stretta sui parametri per concedere ai vicepresidi l'esonero (molti saranno costretti a tornare in classe), e la ulteriore riduzione del personale ATA, e il quadro è completo.
Se queste norme determineranno dappertutto una caduta verticale della qualità del servizio e dell'efficacia del lavoro di coordinamento, promozione e controllo svolto dai dirigenti scolastici e dai loro collaboratori, nelle scuole di montagna renderanno impossibile lo svolgimento ottimale di questi compiti.
Se oggi una istituzione scolastica montana, costituita secondo i vecchi parametri da un minimo di 300 alunni, può essere già composta da numerosi plessi e sedi dislocati in comuni diversi distanti anche molti chilometri, con l'innalzamento a 500 alunni del tetto minimo per avere l'autonomia nei nuovi Istituti comprensivi, il numero di sedi dipendenti da un'unica presidenza aumenterà ulteriormente, obbligando il dirigente a spostamenti ancora più lunghi per poter interagire con i punti di erogazione del servizio, con gli Enti competenti e le comunità locali, tutto a scapito della sua funzione di gestione delle risorse umane e supporto didattico-organizzativo degli insegnanti. I docenti e i genitori, inoltre, dovranno percorrere distanze maggiori, in aree tradizionalmente disagiate per quanto riguarda i collegamenti, per accedere ai servizi di segreteria o per partecipare alle riunioni collegiali, determinando un aumento dei disagi e dei costi di trasporto.
Nelle diverse centinaia di scuole di montagna che non raggiungeranno i parametri minimi di alunni, non è poi più previsto un dirigente a tempo pieno - già oggi alle prese con mille difficoltà per esercitare il proprio compito - ma solo un "preside reggente" e cioè un dirigente che ha già un'altra scuola di titolarità con almeno 1000 alunni e che in aggiunta dovrebbe occuparsi anche di una scuola complessa come quelle collocate in aree montane: infatti, anche se con numeri di alunni inferiori alla media, in questi contesti ci si deve misurare con l'alto numero di sedi spesso lontane tra di loro, di pluriclassi che hanno specifici problemi di gestione e con il coordinamento dei servizi educativi (trasporto, mensa, ecc.) offerti da numerosi Comuni diversi.
"Chi ha formulato queste norme - ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente - dimostra di non conoscere il funzionamento reale della scuola e di non avere a cuore la promozione e conservazione di presidi scolastici di qualità anche nelle aree montane, così strategiche per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del Paese. Chi ha proposto questi ulteriori tagli alle spese per l'istruzione, dimostra di non voler realizzare quei principi di inclusione e pari opportunità previsti dalla Costituzione".
Legambiente chiede quindi il ritiro di questi provvedimenti e la ripresa in sede di Conferenza unificata Stato-Regioni di una seria riflessione sui problemi del dimensionamento scolastico, che tenga conto delle competenze in questo campo degli Enti Locali e della necessità di riorganizzare la rete scolastica nei piccoli comuni e nelle aree montane superando la fase delle "deroghe", ed elaborando invece, parametri specifici per queste realtà territoriali che sono a rischio di spopolamento e isolamento.