La tragedia della Concordia diventa teatro corale

«DORMI, stai tranquilla, la bella addormentata nell’isola sta per essere conquistata da un principe, che la porterà via». Il cielo stellato del Castello illumina il palco del teatro, come illuminò quella notte del 13 gennaio. Un padre racconta una fiaba alla figlia, mentre la Concordia è stesa sul mare, immobilizzata in un sonno incantato.

teatro isola del giglio giglionews concordiaDopo sette mesi i gigliesi rielaborano la loro storia, un mito che fino ad ora è stato percorso solo dalla cronaca e dai talk show. La storia del naufragio della Costa diventa teatro, una poesia corale recitata dagli isolani che vissero quella notte. «La bella addormentata nell’isola» è il testo che ogni mercoledì̀ alle 22 verrà messo in scena a Giglio Castello, nella piazzetta dei Lombi. E’ il risultato di un laboratorio realizzato dal regista fiorentino Andrea Giannoni, che da 10 anni segue la compagnia il Teatro dell’Isola Pietro Buttarelli.

«Dovevamo preparare Euripide — spiega Giannoni —, ma i gigliesi avevano bisogno di raccontare la loro storia e tirarne fuori qualcosa di positivo. E’ nato così uno spettacolo aperto a tutti, a cui hanno partecipato persone da 7 a 70 anni, con un’unica regola: raccontare le emozioni, senza parlare di ciò che è stato scritto e filmato dalla stampa».

Il teatro torna alla sua funzione originaria, quella di mettere in scena la vita, come nell’antica Grecia di Euripide e Sofocle. «Le fonti a cui ci siamo ispirati - continua il regista - sono La Bella addormentata di Ciajkovskij, La Tempesta di Shakespeare e il canto dantesco sul naufrago per eccellenza, Ulisse».

Le scene all’interno della nave non sono recitate ma solo danzate. La banda del Giglio ‘Enea Brizzi’ musica la colonna sonora e il suono più importante: l’urto della nave con lo scoglio. Il valzer di Šostakovic s’interrompe, il ballo si ferma. Una giovane intona un canto sui ricordi delle prime ore di quella notte. Sulla scena arriva Don Lorenzo, nella chiesa non più solo di Dio ma chiesa degli uomini. I Gigliesi hanno riscoperto la solidarietà, le notti insonni dopo la paura si conciliano con una fiaba moderna che ha il sapore del mito. Il coro canta il risveglio dell’isola, sulle note di Alba sul mar. Poi l’ultimo saluto a chi non c’è più: la tromba del silenzio. E cala il sipario.

Laura Tabegna