Sono ormai decine di anni che vado a pescare lungo le coste dell’isola, facendo la normale pesca sportiva che fa la maggior parte dei residenti; in questo periodo dell’anno si va a "totanare". L’altra sera, verso la "Lettera", dietro il Faraglione, verso le 19:30, mentre ero lì, con un’altra decina di barche di gigliesi, a pescare totani con la lenza, ecco arrivare una serie di Lampare e pescherecci vari.
In poco tempo si sono posizionati dove hanno voluto, fin mezzo alle nostre barche, fin sotto la costa (a questo punto mi sono avvicinato ad una loro barca per verificare la profondità con l’eco-scandaglio ed era 17 metri), hanno acceso tutte le luci tanto che sembrava giorno e per tutti noi non c’è stato più niente da fare. Tutto il pesce, i totani e quello che si poteva pescare se li sono presi loro, così come altre barche anche verso il Capel Rosso stavano facendo.
Insieme agli altri, molto arrabbiati per questa cosa, siamo stati costretti ad allontanarci e rientrare. Sembrerebbe che qualcuno abbia avvisato la Guardia Costiera e sembrerebbe che questa pratica sia consentita (non riesco a crederci!). Nell’occasione si è rischiato anche lo scontro fisico con quelle persone perché, umiliati dall’ennesima prepotenza, è scaturito un forte scambio di "battute" tra le varie barchette ed i pescherecci arrivati.
In questi ultimi anni sono aumentate moltissimo queste "incursioni" da parte di questo tipo di pescherecci, che insieme a quelli a strascico non ci fanno più pescare niente e in qualche caso rovinano in modo irreversibile anche i fondali.
Basta farsi una giratina al "porticciolo" del Campese e chiedere a chi va a pesca cosa vede per avere non solo la riprova di quanto racconto, ma anche altre e nuove testimonianze.
Questo è quanto sta accadendo nel nostro mare, da anni anche d’inverno.
A voi le considerazioni.
Angelo Galeotti
LAMPARE E PESCHERECCI: E LA PESCA LOCALE?
Autore: Angelo Galeotti
8 Commenti
Signora Barbara
Mi permetto di coreggere la sua affermazione in quanto forse ha confuso la rete a circuizione con chiusura che, come lei dice, è vietata a meno di 50 metri di fondo o tre miglia dalla costa e quella senza chiusura che sono limitate solo dalla distanza (300 MT DALLA COSTA) dalla costa relativa ad una legge Comunitaria e non dalla legge Italiana ma a cui i pescatori devono sottostare.
In conclusione, quando si tratta di reti a circuizione a chiusura, essendo attualmente la chiusura sempre meccanica, la pesca potrà essere praticata solo ed esclusivamente fuori dalle tre miglia o dove la profondità supera i 50 m; se invece si utilizza una rete a circuizione senza chiusura
essa potrà essere calata entro le tre miglia dalla costa (fuori dai 300 m per il Regolamento comunitario) indipendentemente dal metodo di salpamento che potrebbe anche essere meccanizzato con un salparete.
1.3. REGOLAMENTAZIONE DELLE RETI A CIRCUIZIONE
Il Decreto Ministeriale del 26 luglio 1995 "Disciplina del rilascio delle licenze di pesca" (M.R.A.A.F., 1995) all'art. 11, comma 2 definisce il sistema circuizione ed espressamente include in esso la tonnara volante, il cianciolo per pesce azzurro, il cianciolo per pesce bianco e la rete a circuizione senza chiusura.
Il D.P.R. n. 1639/68 negli articoli 107 e 108 limita le zone di attività delle reti a circuizione a chiusura e delle fonti luminose. Per la verità i due articoli ed in particolare il 108 risultano poco chiari, dato che si parla di fonti luminose associate alle reti a circuizione senza specificare se si tratta di quelle a chiusura o senza, per cui una delle interpretazioni più logiche sembra essere la seguente: le reti a circuizione munite di chiusura azionata meccanicamente sono vietate nel tratto di mare con profondità inferiore a 50 m entro le tre miglia marine; le reti a circuizione senza chiusura non sono limitate né in termini di spazio, né per l'uso di fonti luminose ad esse associate. Tali fonti
luminose, qualora vengano associate alle reti a circuizione a chiusura, rendono operanti queste ultime fino ad una profondità di 30 metri per la raccolta del pesce, il quale tuttavia dovrà essere lentamente spostato in zone con profondità superiore a 50 m (se entro le tre miglia) per poter permettere infine il calo della rete a circuizione a chiusura.
Spett.le Redazione di Giglio News,
con la presente vorrei puntualizzare alcuni aspetti della pesca con le lampare che penso non siano stati percepiti dalla lettera scritta dal Sig. Angelo Galeotti.
I pescatori di Giglio Campese si sono appellati al fatto che i pescherecci con lampare accese si sono avvicinati alla costa, ove il fondale era di 17 metri.
Infatti, è proprio su questo dato che dobbiamo riflettere e non il tipo di rete, il taglio dei pesci pescati o se i controlli effettuati sul pescereccio sono andati a buon fine.
Il D.P.R. 1639 DEL 1968 all'ART. 108 Uso di fonti Luminose cita quanto segue: L'uso di fonti luminose per l'impiego di reti di circuizione è VIETATO nelle zone di mare nelle quali la profondità delle acque SIA INFERIORE a 30 m entro le tre miglia marine dalla costa.
Il capo del compartimento, al fine della tutela delle risorse biologiche del mare, sentita la commissione consultiva locale per la pesca marittima, può stabilere ogni altra disposizione circa la località di esercizio, i periodi di tempo e i tipi degli strumenti pescherecci per la pesca con fonti luminose nelle acque del compartimento.
Certamente, da parte degli organi di vigilanza non è facile sapere a che profondità marina i pescherecci esercitano l'uso delle fonti luminose con reti da circuizione, questo possiamo capirlo ... ma ogni tanto, andare a pescare i totani non farebbe "presumere" la presenza di "unità non conformi alla normativa", ma rendersi conto della reale situazione dei fatti. Tutto sommato, pescare totani è molto divertente!
Cordiali Saluti
Barbara Galeotti
V.La pesca Professionale di cui parla il signor Galeotti "la lampara rete a circuizione SENZA chiusura" non ha limiti di fondale o distanza dalla costa ma solo nella dimensione della maglia comunque vi rimando a questo link in cui spiega esattamente i vari tipi di pesca e il loro impatto sull'ambiente redatto da uno studio dell'ICRAM. Sperando di aver fatto un po' di chiarezza
[url]http://digidownload.libero.it/ldmf7/doc/icram_vol3.pdf[/url]
Finalmente qualcuno che parla di fatti!Di cosa accade nel mare di cui tanti parlano senza conoscerlo!Sono 20 anni che faccio pesca subacquea abitualmente al Giglio e non ne posso più di vedere questi criminali che fanno strascico o buttano chilometri di reti a 5 metri dalla costa senza preoccuparsi di niente e nessuno!!Ma la guardia costiera cosa fa?!I carabinieri oltre a fare le multe alle barche cosa fanno?! Finchè non si riescono a far rispettare le leggi che già ci sono è inutile parlare di aree marine protette!! Venite a vedere il fondale del Giglio con me, quante reti e palamiti abbandonati ci sono, quante bandiere di segnalazione di reti effettive ci sono e quanto in realtà sono lunghe. Il mese scorso mi trovano all'altezza del corvo quando a un certo punto ho iniziato a sentire dei boati sempre più forti sott'acqua, alzando la testa mi sono reso conto che a largo c'era una barca che girava avanti e indietro nella stessa zona..cosa faceva?? Buttava bombe?? Invito caldamente a chi ne ha le competenze di verificare se veramente si svolge un lavoro di controllo pulito e trasaperente da parte della guardia costiera e degli altri organi di controllo al Giglio!!
Quando non si prendono delle decisioni comunque esse siano, può succedere di tutto e questi sono i risultati, di chi sa ma non vuol sapere, di chi vede ma si chiude gli occhi per non vedere,questa è la politica dello Struzzo
La preoccupata costatazione di Angelo Galeotti, circa la difficoltà, oggi, di esercitare la piccola pesca amatoriale - o sportiva, come si dice - ribadisce il bisogno pressante di regole per il corretto uso del mare.
Ciò a vantaggio di tutte le attività interessate: nautiche, balneari, di pesca, subacquee, eccetera.
Di più, la piccola pesca locale, voce non secondaria nella storia del Giglio, va promossa e diffusa non solo come utile svago per ogni età, ma anche, fra i giovani, come mezzo per tornare a conoscere il mare e quindi a difenderne, naturalmente, integrità, uso e tradizioni.
Grazie per l’attenzione, Bruno Begnotti
Mi piacerebbe sentire l'opinione della Guardia Costiera.... Certo che parlare di tutela del patrimonio ittico, del parco marino o della tutela delle ricchezze dell'isola dopo queste belle notizie è imbarazzante