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LE INCONTROVERTIBILI DIFFERENZE TRA RUBY ED IL CONNAZIONALE TOUIL ABDEL MAJID
Non sono un “lombrosiano”, né tantomeno, premettendo che non ho niente da rimproverare ai “diversi”, ovvero a coloro che, nel contesto delle generali accezioni della sessualità, sono definiti “gay”, ho tendenze omosessuali.
Ciò detto, a scanso di equivoci, al cospetto del bel viso del giovane Marocchino di Milano, Touil Abdel Majid, che, messo al confronto con quello della nipote di Mubarak, non ha nulla da invidiare, mi viene da chiedere, visto come sono andate le cose con Ruby, perché mai le autorità meneghine, che, a suo tempo, prese per buone le parole di Berlusconi (per le quali ancora ride il mondo intero) lasciarono libera, pressoché seduta stante, la procace minorenne, nelle mani dell’altrettanto procace Minetti, non abbiano seguito il medesimo comportamento nei confronti del connazionale, viste le molteplici testimonianze della famiglia, nonché quanto attestato dagli insegnanti e dal registro delle presenze, che, senz’ombra di dubbio, lo danno presente, a Milano, negli stessi giorni in cui, a Tunisi, s’”apparecchiava” e perpetrava la strage del Museo “Bardo”, ad un corso ufficiale per l’apprendimento accelerato della Lingua italiana.
Forse gli “inquirenti” ed i Magistrati di Milano, ancorché di converso, intendono suscitare l’ilarità generale degli Italiani, assai utile in questi frangenti di miseria, ?
Forse sta loro a cuore il buonumore della comunità internazionale, oppure, più semplicemente, tengono a non deflettere da un’ormai storico dato di fatto, che ha fatto nascere sulla bocca della gente comune il detto incontrovertibile, secondo cui, “Se è vero che in Italia – così come “accampa”, in tutta evidenza grafica, nelle aule dei tribunali – la Legge è uguale per tutti, non lo è certamente la Giustizia”?
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