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LE SPECIE ALIENE e LE BOMBE INTELLIGENTI
Il significato della parola ’Storia’, quella con la lettera maiuscola, è diverso sia dalle storielle che dalle relazioni compilate da esimi universitari i quali forse non hanno mai visto le nostre isole. A tale proposito tipico esempio è il caso delle teste di Modigliani a Livorno – risultarono false e coloro che esclamarono al loro ritrovamento e pubblicarono apposite disquisizioni su riviste acquistate dalle università di tutto il mondo, rimasero al loro posto e forse non spesero una parola per chiedere scusa.
Le teorie espresse dal presidente del parco dell’Arcipelago Toscano, dal vice ed approvate dal consiglio le abbiamo già verificate di recente sul campo, anche con i loro metodi di informazione e di quelli dei loro esperti.
Pareri di esperti non allineati esprimono contenuti e risultati diversi, sia se si parla di eradicare ‘il ratto nero’, ‘il muflone’ ed il ‘il fico degli ottentotti’; li avete mai invitati a qualche vostro convegno/seminario illustrativo o contattati per un parere da confrontare, prima di prendere decisioni estreme?
Dalla stampa riporto alcune notizie:
"Quello che sta per accadere nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha dell’incredibile. Tra qualche giorno partirà, infatti, la campagna di abbattimento dei Mufloni dell’Isola del Giglio, affidata a un drappello di cacciatori travestiti da “selecontrollori”, reclutati, indovinate un po’, dallo stesso Parco. Che non smentisce così la meritata fama di “terminator” della vita animale, già conquistata a spese di Lepri e Conigli, e con generose irrorazioni di letali veleni, grazie a lauti finanziamenti europei. Un nuovo “stile Parco”, che ha suscitato vibrate proteste nell’ambiente locale, indignando i naturalisti italiani e stranieri".
Vorrei pertanto ritornare agli interventi del parco sul territorio dell’Isola del Giglio e di Montecristo, per spiegare quello che non va secondo il mio modesto parere:
- il ratto nero, l’operazione mi ricorda la decisione di alcuni anni fa del capo di una potenza mondiale (anche oggi viviamo una situazione analoga) quando intervenne militarmente in un altro paese pensando di esportare la loro democrazia e per la riuscita dell’operazione utilizzò anche le bombe intelligenti, avrebbero colpito solo gli obiettivi diversi dal genere umano; sappiamo come sono andate le cose e così è accaduto con le quattordici tonnellate di ‘brodifacoum’, ricordando che era il piccolo roditore quello da essere eradicato e non anche le altre specie come è avvenuto, sembra siano in corso accertamenti clinici per verificare se tale prodotto ha inciso sullo spiaggiamento dei cetacei.
- il muflone, eradicazione completa con uccisione, poi visto la protesta popolare si è ripiegato per lo spostamento degli animali rimasti in una zona dell’Amiata – Semproniano (trattasi di recinti diversi dal territorio di provenienza ed all’arrivo alcuni animali sono stati castrati); decisioni non ponderate prima e modificate secondo il vento, sempre bombe intelligenti bisturi, fucili e recinzioni.
- il fico degli ottentotti, eradicazione perché non completa?, rimango perplesso da quanto riportato dal Tirreno del 22 aprile, “Dopo i mufloni, dall’isola del Giglio spariranno anche le piante di fico degli Ottentotti. Dalle scogliere di Capel Rosso non si vedranno più le estese fioriture dei fiori fucsia che da secoli caratterizzano le scogliere gigliesi. Il motivo? Il fico degli Ottentotti è una pianta non autoctona e infestante che distrugge le specie che garantiscono la biodiversità sull’isola. A dire il vero, su alcuni lati dell’isola il Caprobrotus, questo il nome scientifico della pianta, resterà mentre in alcuni versanti scomparirà per sempre. Si chiama progetto “Life LetsGo Giglio” ed è promosso dall’ente Parco. «Il nostro obiettivo – spiega Giampiero Sammuri è quello di tutelare la biodiversità dell’isola e il fico degli Ottentotti è una pianta infestante che soffoca le piante autoctone dell’isola che rischiano di scomparire». Si tratta, perciò, di un intervento finalizzato alla tutela di alcuni degli habitat più importanti che sono presenti sull’isola e che sono protetti a livello europeo. Il fico degli Ottentotti è una specie invasiva di origine sudafricana, portata al Giglio alla fine dell’800; bombe intelligenti parziali a chiamata di comodo.
Tanto dovevo per un ripristino culturale della situazione degenerata.
Argentino Stefanini
Caro Argentino, ho letto e riletto anche questo tuo articolo che... "mi era sfuggito"!... Troppo distratto, forse, da tutta questa iperattività ambientalista di siffatti elementi, rappresentanti il "parco" meglio definito... "del fu, Arcipelago Toscano", degni "pronipoti dell'Angelo della Morte 3.0"... il meglio del peggio! Bene hai fatto a ricordare - oltre gli attuali crimini faunistici e floreali perpretati sul "Nostro Scoglio" - a citare dapprima l'eliminazione del "ratto nero - mediante lancio di bocconi avvelenati nella Riserva Naturale Statale dell'Isola di Montecristo (!) - la quale, non ci si dimentichi, ha comportato la sottaciuta soppressione della Capra aegagrus (introdotta nell'omonima isola in epoca neolitica, circa 7000 anni fa). Unica capra del Nostro Paese vivente allo stato selvatico, che ne ha visto anche la rimozione dell'unico esemplare esposto nel museo sull'Isola, per "far posto" a due esemplari di capre domestiche dell’antica razza corsa - importate a Montecristo negli anni '50/'60, stessa epoca dei Nostri "eradicati" mufloni - nel nuovo allestimento del medesimo... ma con il monumento al muflone sito al Franco non riusciranno in tale infame intento e non solo perché in proprietà privata... esso è il Monumento funebre ai Nostri Mufloni e, in quanto tale, resterà a memento! Da ultimo, ancora la domanda sorge spontanea: è questo il modo che abbiamo in Italia per favorire la salvaguardia e la protezione del nostro ambiente naturale?
A Pasqua ho avuto modo di vedere con i miei occhi lo scempio in atto sulle scogliere del Capel Rosso. La pseudoscienza delle facoltà di Biologia (????) viene ampiamente pubblicizzata su cartelli esplicativi posti a fianco di sacchi neri che coprono e carbonizzano una pianta che da quando ero bambino (oggi ho 55 anni) ricordo al Giglio. Sempre sui cartelli si spiega che per ristabilizzare l'ambiente secondo il loro visionario intento, occorreranno piu' di 2 anni nei quali anzichè le distese viola dei fiori degli Ottentotti, avremo le distese nere dei loro resti e dei sacchi di plastica che rivestono quelli in via di "eradicazione".