Le tradizioni del cuore
San Mamiliano e la Quadriglia Dimostrativa
E’ per me sempre un’emozione e una gioia indescrivibile aspettare le feste dedicate alla tradizione storica di Mamiliano, protettore dell’isola. Tradizione che cade il 15 settembre. Ma anche il 18 novembre. Emozione, perché in tale occasione, al Castello ritornano e ritrovo i paesani che per il resto dell’anno vivono fuori dall’isola, ma tornano anche i ricordi, le memorie degli uomini antichi, autori e fautori di tali tradizioni. Gioia, perché in quel giorno ci ritroviamo tutti con un sentimento che ci inorgoglisce: l’appartenenza alla storia locale. Ideati dai nostri antichi e portati avanti, anno dopo anno dalle Associazioni di volontariato che si sono succedute, i festeggiamenti di san Mamiliano ci portano ancora oggi la solenne processione che esce fuori dalle mura con la reliquia del santo; la corsa degli asini, per secoli fedeli collaboratori di fatiche; la quadriglia, ballo sociale che accomuna tutti, e, alla mezzanotte del 15 settembre: i fochi. (fuochi d’artificio)
La festa dei paesani era tutta là, in quel ritrovarsi con l’evento storico radicato nel lontano passato e nella propria identità nato per ricordare una vittoria*, ma anche per dare un po’ di allegria e leggerezza al duro lavoro quotidiano della terra affrontato da tutti. Cicli di vita abituali con una sosta a settembre per la vendemmia e la festa dell’uva. Null’altro per i Nostri, se non il ballo nella sala dei Lombi, a carnevale. Divertimenti attesi in famiglia, ambiti, progettati e curati nei minimi particolari anche nell’abbigliamento che doveva rispecchiare la bellezza di “esserci”. “Bellezza di esserci” espressa nella quadriglia, il ballo sociale a coppie, che portava tutti in piazza, fuori Porta; là, coordinati da un comandante, si formava il cerchio e partivano con un braccio alzato gli ordini per il ballo più emozionante, che faceva aumentare i battiti del cuore per uno scambio di mano sperato … o temuto. Così le coppie si univano nel galoppo e nel sorriso: espressione gioiosa dell’evento. Tutto ciò, per secoli. E chi dimentica “Sange”, Onde, Pistolette, Omo senza Donna frontendré, Grande scena a mano … e a braccio!”
Nei giorni della quadriglia, io ritrovo veramente la mia isola, il Paese della mia infanzia, di quando, sul far della sera, dopo il ballo, con le sorelle, sudate ed euforiche tornavamo a casa a raccontare quel divertimento, ereditato da chi, con un po’ di rimpianto ci ascoltava attorno alla tavola imbandita con coniglio alla cacciatora e vino ansonaco.
La quadriglia non è mai stata “dimostrativa”, ma negli anni ’80, il maestro di musica, Aldi Francesco detto “Cecchino” pensò di -mostrare - ai turisti che in occasione della festa affollavano il cerchio ballando a casaccio, come la ballavano i gigliesi e come doveva essere ballata da chi entrava nel giro. I paesani sfilarono con il vestito migliore, un fiore sul petto le donne, accompagnati dalla Banda Enea Brizzi, (c’ero anch’io), dando inizio, con orgoglio in quanto eredi del ballo, alla tradizionale dimostrazione; e così avviene ogni anno.
Ma il tempo cambia e sbiadisce ricordi e memorie soprattutto se certe peculiari regole non vengono fermate sulla carta da chi organizza, anche a fatica, l’evento. Ciò che potrebbe rimanere un vanto tutto paesano da sfoggiare con la coscienza storica ai giovani, oggi rischia di diventare un mero passa parola dell’ultimo minuto tra amici di ogni provenienza: "la vuoi fa’ la quadriglia dimostrativa? Ci divertiremo tanto. ’Un ti preoccupa’ te la insegno io … Che ci vole!" Lo dico io cosa ci “vole”: ci vuole volontà nel coinvolgere i giovani e sentimento storico, altrimenti perdiamo tutto, come diceva Cecchino.
Il vino ansonaco è un prodotto tipico del Giglio perché fatto con uva coltivata sull'isola, altrimenti non sarebbe - l'Ansonaco - così la Quadriglia Dimostrativa: la presento come prodotto gigliese perché ballata dai gigliesi.
Palma Silvestri
* La festa religiosa vuole ricordare il “miracolo” di veder fuggire, sconfitti, i barbareschi nell'ultima incursione del 18 novembre 1799; vittoria ottenuta per intercessione di Mamiliano, il santo protettore che fu pregato con fervore da tutti gli isolani, e il Santo, il miracolo lo fece davvero infondendo nei nostri avi la forza della fiducia in loro stessi, primo passo per la necessaria vittoria.
Leggendo questo articolo, pur condividendo buona parte del contenuto, l'istinto sarebbe quello di fare un "exploit" tipo Jep Gambardella nel film "La grande bellezza" nella scena del salotto radical-chic. Da venti anni dirigo insieme a Sandro Brizzi la quadriglia durante le feste di San Mamiliano a Giglio Castello, da anni sono nell'organizzazione della quadriglia dimostrativa, ovvero quella quadriglia fatta ad hoc per mostrare ai turisti come veniva eseguito questo ballo anni addietro, quale era il valore che esso aveva ecc. ecc. Per questo motivo mi sento di dire che la realtà per il momento non è piacevole, ma è la realtà ed è inutile nascondersi tutti dietro un "mi piace" su facebook, comodo, veloce e sopratutto senza impegno. La realtà è che SEMPRE PIU A MENO GIGLIESI INTERESSANO LE TRADIZIONI!!!!! Leggo "ci vuole volontà nel coinvolgere i giovani"....la volontà c'è eccome! Il problema è che non c'è ne l'interesse, ne la volontà dall'altra parte!! Ma lo vedo solo io che le quadriglie delle 19.00 di San Mamiliano sono pressochè deserte? Ma lo vedo solo io che la quadriglia dimostrativa è fatta sempre dalle stesse persone perchè NON CE NE SONO ALTRE CHE SI VOGLIANO PRENDERE QUESTO MINIMO IMPEGNO IN ONORE ALLA TANTO CARA TRADIZIONE? Ma lo vedo solo io che (e mi ci metto dentro anche io) pensiamo alla quadriglia solo 10 giorni prima di San Mamiliano e ce ne dimentichiamo 3 giorni dopo, quando invece potrebbe essere interessante creare una sorta di corpo di ballo della quadriglia, affinando durante l'inverno le tecniche, essendo pronti a portare nei gemellaggi con altri paesi questa nostra tradizione (come tra l'altro è stato fatto riscuotendo successo)? E il problema invece sarebbe quello di far ballare i Gigliesi (che poi è da capire con quale metro si decide "la Gigliesità" di una persona, forse da un certo numero di generazione indietro gigliesi...boh)? E questo perchè nella quadriglia dimostrativa ci sono persone che non sono nate al Giglio ma da anni vivono l'Isola 365 giorni l'anno? E questo in onore della tradizione? Bene, la realtà ci risponde da sola: GIGLIESI (MISURATI CON QUEL METRO CHE FACCIO FATICA A CONOSCERE) CHE AMANO LA TRADIZIONE AL PUNTO DI PRENDERSI L'IMPEGNO DI RAPPRESENTARE UNA QUADRIGLIA DIMOSTRATIVA NON CE NE SONO IN NUMERO SUFFICIENTE!!!...e se la tanto amata e decantata tradizione va avanti lo si deve anche A QUESTE PERSONE CHE PARTECIPANO ATTIVAMENTE ALLA VITA SOCIALE ED ALLA CULTURA DI UN PAESE DI CUI SI VOGLIONO SENTIR PARTE, ANCHE GIUSTAMENTE PER GIUNTA!! E invece si preferisce guardare e criticare, dare consigli su come fare senza aver mai fatto l'esperienza di quel fare! E poi ci si indigna pure se qualche "non gigliese" si interessa alla tradizione, vedendolo come estraneo!! Faremmo bene tutti a guardarci con occhi sinceri ed a renderci conto che QUESTO AMORE VERSO LA TRADIZIONE C'E' N'E' POCO SE NON PER NIENTE! E se la cosa ci da fastidio non incazzarsi ma rimboccarsi le maniche e dare DI PROPRIA PERSONA un contributo a cambiare questa REALTA'....perchè di realtà si tratta! Con questo sfogo volevo augurare a tutti coloro che stanno soggiornando nella nostra isola un felice San Mamiliano.