Legambiente rilancia l’allarme sui pirati del mare dopo un episodio di pesca illegale “a cianciolo” segnalato all’associazione e avvenuto nelle acque dell’isola del Giglio. In quell’occasione «le lampare - denuncia Legambiente - hanno operato a meno di 200 metri da riva e a una profondità di circa 10 metri, violando così gli articoli 107 e 108 del regolamento della legge 963/65 sulla pesca marittima.

Questo tipo di attività non è un fenomeno isolato e non riguarda solo la pesca “a cianciolo”, ma anche reti da posta, nasse, palamiti e tramagli, che sono spesso calati vicino alle coste con un impatto devastante sulla fauna marina». «Queste attività illegali - spiega Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente - danneggiano gli onesti pescatori professionisti e sportivi, oltre a colpire la fauna marina protetta, alimentando un mercato nero del pesce e producendo un’infinita serie di reati e di violazioni.

Legambiente chiede quindi che si applichi il massimo delle sanzioni ai bracconieri e ai pirati del mare». Umberto Mazzantini, presidente di Legambiente Arcipelago Toscano, sottolinea da parte sua ulteriori conseguenze del fenomeno come «la desertificazione faunistica di intere aree e il danno al turismo subacqueo che ha grande importanza nelle isole dell’Arcipelago Toscano». Legambiente invita tutti i cittadini che fossero a conoscenza di reati connessi alla pesca illegale e in possesso di filmati e foto a segnalare tali episodi all’associazione telefonando allo 0564/48771 o scrivendo a educazioneambientale@festambiente.it