Legambiente sul ritrovamento dei 6 fusti di acido cloridico al largo di Montecristo:
«Fermare i pirati e gli incoscienti che mettono in pericolo il nostro mare»

I 6 fusti in plastica, di circa 50 litri ciascuno, a quanto pare contenenti una soluzione a base di acido cloridrico,  che un peschereccio battente bandiera maltese ha recuperato a 25 miglia a sud ovest dell'isola di Montecristo, in pieno santuario internazionale dei mammiferi marini e  troppo vicino ad una delle isole più protette del Mediterraneo, sono l’ennesimo preoccupante segnale di come traffici marittimi non controllati stiano mettendo a rischio il nostro mare.

Va subito verificato se nell’area al largo di Montecristo ci sono altri fusti di questo tipo.«Bisogna attuare al più presto le stringenti misure  chieste dalla Regione Toscana nel recente meeting internazionale sulla sicurezza in mare tenutosi all’Isola del Giglio – dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana e responsabile nazionale Isole Minori del Cigno Verde – Noi denunciamo da troppo tempo il lavaggio a mare delle petroliere, lo scarico di rifiuti e di interi container, il transito di navi con sostanze pericolose a bordo anche in situazioni meteorologiche avverse e troppo vicino alle isole ed alle aree marine protette.

Da recenti ricerche della “Expédition Med” e della Marine Nationale francese è venuto fuori che il mare dell’Arcipelago Toscano e dell’Elba ha elevate concentrazione di micro e macro plastiche, i casi del naufragio della Costa Concordia e dei bidoni tossici finiti nel mare in tempesta di Gorgona dall’eurocargo Venezia della Grimaldi hanno fatto drammaticamente emergere un problema molto più diffuso e l’utilizzo criminale del mare come discarica. E’ l’ora di passare dalle parole ai fatti, individuando le fonti terrestri e marittime di inquinamento.

L’Arcipelago Toscano ed il Santuario dei cetacei non possono  continuare a sopportare questo stillicidio di cattive notizie, bisogna proteggere più e meglio il nostro mare, a cominciare dall’istituzione di un’area marina protetta prevista fin dal 1982, per fermare i pirati e gli incoscienti che mettono in pericolo il nostro mare e la nostra economia».