Dispiace che l'Associazione Liberisub dia ascolto alle falsità messe in giro dagli squalificati e squalificanti antiparco gigliesi. Forse gli amici sub farebbero bene ad attenersi agli atti ufficiali del ministero dell'Ambiente (che istituisce l'Amp sentiti i Comuni e non il Parco) e che ha presentato ieri alla tavola rotonda Verdemare, organizzata da Assosub, Ucina e Legambiente all'Eudi show di Roma, ha presentato le linee per la subacquea nell'Aree marine protette che dovranno essere recepite nei regolamenti degli enti di gestione dell'Amp.

Le garanzie che richiedono sono nel protocollo (visualizza allegato) che è stato redatto da un tavolo tecnico di cui fanno parte le più importanti Didattiche e Federazioni Nazionali ed Internazionali del settore subacqueo operanti in Italia (ADISUB, ASSOSUB, CIAS, CMAS, FIPSAS, HSA Italia) e dice alcune cose nero su bianco sulle quali si può essere più o meno d'accordo ma che sono ben diverse dalle paure, dalle chiacchiere strampalate, dalle bugie politiche che gli antiparco stanno facendo circolare al Giglio.

Nel protocollo è spiegato anche cosa si può fare nelle varie zone (A, B, C, D) dell'Amp e come si vede ad, esclusione delle zone A che al Giglio, secondo noi di Legambiente non dovrebbero essere necessarie o limitatissime (ma questo lo deciderà anche il Comune insieme al Ministero, e non il Parco che non può dare in questa fase garanzie alcuna, non essendo attore diretto dell'istituzione dell'Amp).

Come si vede sono tutelate e valorizzate tutte le attività sostenibili (e la subacquea lo è certamente), in particolare quelle locali perché questa è una dei punti principali per i quali si realizza un'Amp. 

Un altro tavolo tecnico che presso il ministero dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ha visto il coinvolgimento del Ministero dei Trasporti - Direzione generale per la navigazione e il trasporto marittimo e interno, del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, del Reparto Ambientale Marino delle Capitanerie di Porto della Federparchi, in rappresentanza degli Enti gestori delle aree marine protette e dei parchi nazionali costieri, di UCINA, AssoNautica,  AssoCharter e AMI (Assistenza Mare Italia), in rappresentanza dell'utenza nautica, nonché di Legambiente, Marevivo e WWF Italia, in rappresentanza del mondo ambientalista ha approvato le linee per la nautica sostenibile nelle Amp (visualizza allegato).

Leggendo questi due documenti ufficiali si capisce come tutto quello che dice la minoranza consiliare del Giglio sia un pessimo rimasticamento di vecchie polemiche e sia basato su un'ignoranza della legge che francamente sorprende. E' evidente che gli antiparco   gigliesi non hanno capito ancora la differenza tra misure di salvaguardia a mare (quello che c'è attualmente nell'Arcipelago e che non può essere normato dal Parco) e Area Marina Protetta.

Così si confezione una macedonia di livorosa disinformazione confezionata ad oroloregia a secondo del colore del governo e come campagna di disinformazione sfacciata che non fa onore a chi la sta mettendo in atto.

E' quindi inutile seguirli su quel piano, sarebbe bene attenersi agli atti ufficiali, discutere i cosa è davvero un Amp e non del parto della fantasia di chi ha già dimostrato abbondantemente negli anni passati di non sapere di cosa si stava parlando e che sta dimostrando oggi di avere una visione arretrata, gretta e vecchia della gestione delle risorse ambientali e marine che sono l'unica vera ricchezza del Giglio, una risorsa da salvaguardare e governare perché tutti posano goderne nella maniera migliore e più sostenibile.    Come ci chiede di fare il Parlamento Europeo con le sue ultime determinazioni sulla protezione del mare e delle coste.