Aree protette, a vent’anni dalla legge quadro nazionale sui Parchi Legambiente propone il rilancio del sistema in occasione della XXIII edizione di Festambiente, il Festival nazionale dell’associazione fino al 15 agosto in Maremma. Legambiente: “I parchi siano sempre più vicini alle esigenze dei cittadini”

Una norma che ha dato buoni frutti
la Legge quadro 394/91 che ha istituito il sistema dei Parchi in Italia ma che oggi, a vent’anni dalla sua emanazione, ha bisogno di essere rivista e adattata alle esigenze della società attuale e di superare gli evidenti limiti che in questi anni ha mostrato di avere.

Ne è convinta Legambiente che in occasione della XXIII edizione di Festambiente, ha affrontato il tema in un dibattito con il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il responsabile aree protette e biodiversità dell’associazione Antonio Nicoletti, il direttore generale per la protezione della Natura e del mare del Ministero dell’Ambiente Renato Grimaldi, il direttore di Federparchi Giampiero Sammuri, il responsabile nazionale Area ambiente Coldiretti  Stefano Masini e altri esponenti delle istituzioni locali.

Tra i buoni frutti che la legge quadro ha prodotto c’è l’intero sistema delle Aree Protette Italiane che nel tempo è cresciuto dal 3% all’11% coinvolgendo quasi 3 mila comuni che oggi hanno nel loro territorio un’area protetta. Tra i meriti anche quello di aver coinvolto nella strategia di protezione e conservazione della natura le associazioni, la cittadinanza attiva e gli enti locali, di aver dotato il sistema di enti di gestione autonomi come gli Enti parco e di aver creato una comunione d’intenti tra Stato e Regioni per la creazione di un sistema integrato di aree protette.

“E’ certamente un bene che questa legge sia stata fatta – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – perché ha permesso al nostro Paese di tutelare, valorizzare e in molti casi sviluppare una risorsa di grande valore come l’immenso patrimonio naturale italiano. Dopo tanto tempo però è diventato necessario rivedere i meccanismi della parte gestionale dei Parchi per eliminare quelle chiusure che in diversi casi non hanno favorito la sinergia necessaria tra gestori, enti locali, associazioni e comunità, perché il sistema funzioni. Oggi – ha aggiunto Cogliati Dezza - la crisi economica impone di aggiornare la missione dei parchi, precisarla e coinvolgere di più i cittadini nel perseguimento degli obiettivi”.

Secondo Legambiente la Legge sui Parchi ha bisogno anche di essere aggiornata attraverso il contributo di direttive europee come quelle Habitat e la Rete Natura 2000 e degli accordi internazionali sulla biodiversità come quello di Nagoya che in questi vent’anni hanno messo in risalto l’importanza della conservazione della biodiversità molto di più rispetto ai presupposti che diedero vita alla legge italiana nel 1991.

“E’ fondamentale partire dalla trasparenza – ha aggiunto il responsabile aree protette e biodiversità di Legambiente Antonio Nicoletti –  per ristabilire un rapporto di fiducia con i cittadini che in alcuni casi è venuto a mancare perché tornino a condividere obiettivi e risorse. Le comunità del Parco, ad esempio, in tutto questo tempo non hanno contribuito, se non in minima parte, a rendere il progetto del parco dinamico. Auspichiamo, insomma, che la legge continui ad avere un’impronta d’integrazione fra le politiche e gli attori – ha concluso Nicoletti - e che consenta ai parchi di rispondere pienamente alla loro missione di conservazione della biodiversità e di essere gli esempi più virtuosi in tema di politiche di sostenibilità, cosa che oggi non avviene in modo uniforme”.

Nel corso dell’appuntamento con il sistema delle Aree protette a Festambiente è stato anche presentato il libro “L’economia della vita” una prima riflessione sul valore economico prodotto dai parchi basato sull’esperienza del parco della Majella.