L’ENTE PARCO COPRIRÀ IL FICO DEGLI OTTENTOTTI CON TELI DI PLASTICA NERA
L’Ente Parco, col suo progetto “Life LetsGo Giglio”, si sta preparando a ricoprire con teli di plastica nera diverse aree nelle quali cresce il Fico degli Ottentotti (Carpobrotus). In queste zone dell’Isola, comprese tra zone terrazzate e scoscese scogliere, tale pianta, nel tempo, ha generato una piccola fascia ecosistemica che è destinata a perdersi con la distesa dei teli neri di plastica, che oltre a disseccare il Fico degli Ottentotti, sancirà la fine di un intero piccolo Mondo vivente, comprese le specie endemiche. Esperti in Botanica ci hanno fatto notare proprio come qui al Giglio il vento e le particolari condizioni atmosferiche, facciano crescere il Fico degli Ottentotti non sempre a “tappeto” ma prevalentemente a chiazze, formando spesso delle “aiuole” naturali dove viene trattenuto del terreno. Quelle aree tra entroterra e scogliera, che sarebbero prive di humus (vita) a causa del dilavamento e dell’erosione dovuti sia al vento che alla pioggia, sono diventate così, nel tempo, una fascia incredibilmente ricca di vita.
IL PARERE DI ESPERTI IN BOTANICA
Ecco cosa ci ha insegnato Augusto De Bellis, cultore, docente, ricercatore di Botanica ed Erborista: “L'habitat creato dal Carpobrotus non è esclusivo ma forma per lo più una cenosi botanica dove chiaramente si osserva che le piante competitive trovano una migliore situazione di protezione vegetazionale, nutritiva e di stabilità del suolo. Si pensi alle nuove piantine che nascono protette e difese dalla eventuale brucatura, proprio dal Carpobrotus. Si osserva chiaramente che il Limonium sommierianum, il Senecio cinerea, l'Helicrysum litoreum, il Lotus creticus, l’Artemisia arborescens, le Euphorbie e molte altre specie vegetali, si presentano più rigogliose quando sono in consociazione al Carpobrotus. Inoltre, il metodo di eradicazione prospettato dai tecnici dell’Ente Parco, quello sì che non è selettivo e votato a creare vaste aree litorali con un vuoto botanico e zoologico assoluto. Molto meglio sarebbe stato un progetto di contenimento, là dove necessario, effettuato manualmente, rispettando le altre specie ed evitando anche un abbrutimento paesaggistico fatto di teli neri di plastica”. Ci ha poi fatto notare come nell’habitat costituito dal Carpobrotus si nascondano grilli dal colore delle sue foglie, insetti, impollinatori, gechi, lucertole, lumache e tante altre creature che utilizzano la pianta come riparo ed i suoi fiori come sostentamento e che sono cibo, a loro volta, per uccelli ed altre forme di vita: “un incredibile ecosistema”, spiega De Bellis, “unico nel suo genere”.
TUTTE LE AZIONI ADOTTATE DOVREBBERO RIDURRE AL MINIMO L'IMPATTO SULLE SPECIE NON BERSAGLIO
La proposta dell'Ente Parco di mettere dei teloni di plastica nera su ampie distese di questo importante habitat sembra essere sbagliata.
Il regolamento UE 1143/2014 afferma espressamente quanto segue: “(1) La comparsa di specie esotiche, che siano animali, vegetali, funghi o microrganismi, in nuovi luoghi non è sempre fonte di preoccupazione. (25) È opportuno prendere in considerazione metodi non letali e tutte le azioni adottate dovrebbero ridurre al minimo l'impatto sulle specie non destinatarie di misure”.
L'uso dei teloni neri di plastica avrebbe un impatto negativo sulle specie non destinate alla misura, come sottolineato da De Bellis, “in quanto si andrebbe a disseccare tutto il mondo che lì vive, comprese le stesse specie endemiche che l’Ente Parco dichiara di voler proteggere”. Se dunque in alcune zone di scogliera si ritenesse necessario ridurre la presenza del Fico degli Ottentotti, basterebbe prelevarlo periodicamente a mano, utilizzando il raccolto per farne prodotti di erboristeria o per condire ed insaporire le pietanze o addirittura per farne tisane benefiche, ma “mai coprire con teli”.
PATRIMONIO CULTURALE, TRADIZIONALE ED AFFETTIVO
Inoltre, può essere importante notare che sia i residenti che i frequentatori del Giglio sono profondamente innamorati del Fico degli Ottentotti. I fiori che sbocciano sulle scogliere, tingendole periodicamente di incredibili colori, sono diventati un'icona ed un attributo distintivo dell'identità e dell’espressività dell'Isola del Giglio. Il Fico degli Ottentotti è stato perfino ritratto sulla copertina degli opuscoli del centro visitatori. Privare questi fiori della luce del Sole sarebbe un insulto diretto alla Natura ed alla sensibilità di chi ama il Giglio. Chi conosce il Giglio è cresciuto con il Fico degli Ottentotti ed è una presenza che è arrivata a ricordare loro casa. I bambini chiamano amorevolmente le foglie della pianta "patatine". Si è ipotizzato che l'arrivo del Fico degli Ottentotti possa essere avvenuto in tempi remoti, portato sull'isola non semplicemente per scopi ornamentali ma per la sua vasta gamma di proprietà medicinali che gli antichi conoscevano ed utilizzavano.
VALORE TURISTICO DEL FICO DEGLI OTTENTOTTI
Alcuni turisti programmano i loro viaggi al Giglio intorno alla fioritura del Fico degli Ottentotti per poterla fotografare. I fiori aggiungono colore, bellezza e creano un'atmosfera edificante. In un periodo nel quale i nostri turisti hanno scritto numerosi commenti anche sui giornali locali, lamentando che la loro amata isola sembra essere in un crescente stato di abbandono, piuttosto che restituirle qualcosa, l'Ente Parco ha deciso, monocraticamente, di privare il Giglio di ciò che ha anche valore turistico, oltre che culturale, ambientale e paesaggistico. Quando i turisti torneranno in primavera e troveranno il Capel Rosso privato dei suoi fiori o peggio, ricoperto di teli di plastica nera, come potremmo mai aspettarci che ritornino al Giglio l'anno successivo?
CONSERVAZIONE DEL FICO DEGLI OTTENTOTTI E DEL PAESAGGIO VIVENTE DEL GIGLIO
Sebbene si possa comprendere che le piante endemiche debbano essere salvaguardate, l'approccio, l'ideologia e la metodologia utilizzati in questo progetto non potrebbero essere più lontani dalle aspettative della nostra comunità e della comunità scientifica che hanno espresso la loro preoccupazione per le tecniche estremiste di contenimento ed eradicazione che l’Ente Parco ha deciso di adottare. Attraverso queste azioni devastanti, la distanza tra l'Ente Parco e la comunità locale sta rapidamente crescendo. La nostra isola è piccola ed i nostri residenti e coloro che amano il Giglio meritano di avere voce in capitolo. Le azioni dovrebbero essere decise insieme ai membri della comunità, ponderate e programmate in base alla sostenibilità, alla compatibilità con i bisogni della comunità ed alla capacità di soddisfare gli obiettivi di conservazione della Biodiversità di quest’isola che è unica e meravigliosa così come è.
Probabilmente c'è qualcosa che colpisce e fa diventare certe persone dei talebani. Prima i mufloni che non erano del posto, ora il fico..... il prossimo passo sarà rivolto alle persone che non hanno radici nell'isola ?
Sono cosciente di quanto le mie parole volino via come foglie al vento. Eppure voglio sprecarle lo stesso, e lo voglio fare in supporto a quelle (parole) di Michele Giunti che mi sembrano altrettanto volatili. Lei dice che il fiore in questione "si diffonde per lo più grazie a ratti e conigli (entrambi alieni sull'isola)". Mi scusi, ma lei c'era ai tempi dei Fenici, cui si deve, forse, tale "deportazione" ? Lei afferma che l'ottentotto "crescendo occlude ogni centimetro quadro della superfice e chiude letteralmente lo spazio a qualunque altra specie vegetale". Mi perdoni, a me risulta "de visu" che i fiori in oggetto abbiano un suo sottobosco pieno di vita vegetale ed animale. Lei sostiene che "è un comportamento molto tipico delle specie aliene invasive che sono tali proprio perché adottano strategie che annientano la concorrenza delle specie native". Mi corregga, ma dove ha visto un cisto nativo soffocato da un ottentotto alieno? Lei conferma che "solo le alte temperature che si generano sotto i teli riesce a farle seccare realmente". A questo punto non mi scuso e le chiedo come possa fare certe affermazioni di morte verso un fiore! Nel finale si dice:"Ma si tratta di un lavoro molto meno dispendioso dell'intervento principale, che verrà invece fatto questo autunno-inverno". Ci prendete davvero per cretini. Cassandra
Salve a tutti, sono il progettista dell'intervento di contenimento del Fico degli Ottentotti al Giglio. Ho usato la parola "contenimento" proprio perché di questo si parla. A differenza di Giannutri, la specie NON è infatti al momento eradicabile dall'isola del Giglio, in quanto troppo diffusa. E' infatti presente sull'isola da molti decenni (fine '800 per l'esattezza) e questo ha permesso che si diffondesse a dismisura, rendendo adesso praticamente impossibile la sua totale eradicazione. In cosa consiste quindi l'intervento? L'intervento mira a rimuovere questa specie di origine sudafricana esclusivamente nei settori di maggior valore conservazionistico in cui la specie effettivamente esercita una forte azione limitante per altre specie, e in particolare per quelle della costa rocciosa che attualmente risultano sempre più rare e minacciate. Alcune di queste sono endemiche (esempio Limonium sommierianum che vive solo al Giglio a Giannutri e a Montecristo). Il Fico degli Ottentotti ha la caratteristica di formare tappeti molto densi a copertura totale mano a mano che cresce e si sviluppa. Si diffonde per lo più grazie a ratti e conigli (entrambi alieni sull'isola) che trasportano i semi con le feci. Ogni singola pianta di Fico degli Ottentotti crescendo tende a tappezzare la superficie del terreno o della roccia. Lo fa in alcuni anni. Crescendo occlude ogni centimetro quadro della superfice e chiude letteralmente lo spazio a qualunque altra specie vegetale. Dopo alcuni anni questi popolamenti diventano monospecifici. Gli esempi non mancano sull'isola e se volete vi accompagno ad osservarli. Ci riesce molto bene anche perché con l'apparato radicale e con la decomposizione delle foglie a terra, libera sostanze che rendono il chimismo del suolo inospitale per altre specie. E' un comportamento molto tipico delle specie aliene invasive che sono tali proprio perché adottano strategie che annientano la concorrenza delle specie native. Dove verrà fatto l'intervento? a Capel Rosso e in tutte le scogliere del settore sud ed ovest fino a Cala del Corvo. Poi anche a in alcuni tratti del settore nord. Resteranno invece purtroppo invasi tutte le scogliere ad est e la baia di Campese. Lo scopo è di assicurare una continuità di aree prive del Fico su alcuni settori importanti della costa rocciosa dell'isola, quella che teoricamente dovrebbe essere ad appannaggio delle sole specie tipiche delle scogliere (che aggiungo fanno fioriture altrettanto belle). Con quali tecniche si interviene? Sostanzialmente a mano. L'uso temporaneo dei teli (che a Giannutri è stato molto utile in alcune aree dove il Fico si estendeva su aree molto vaste senza nient'altro) sarà limitato a porzioni di alcune decine di metri quadri in modo sparso e sempre dove non sono presenti le specie da tutelare e favorire. I teli (antilaga traspiranti) infatti serviranno più che altro per coprire le masse vegetali che vengono estirpate manualmente e che saranno via via concentrate in singoli mucchi. Senza la copertura di questi mucchi infatti questa pianta grassa tende a rivegetare tranquillamente essendo molto resistente alla siccità. Solo le alte temperature che si generano sotto i teli riesce a farle seccare realmente. Ogni telo avrà quindi estensioni molto limitate (ripeto pochi metri quadri) e saranno fissati molto bene a terra con picchetti, massi e quant'altro servirà per impedire che siano sollevati dal vento. I teli saranno poi tolti e si renderà comunque necessario il controllo per un paio di anni delle piante che potranno nuovamente ricrescere dai piccoli semi ancora attivi a livello del suolo. Ma si tratta di un lavoro molto meno dispendioso dell'intervento principale, che verrà invece fatto questo autunno-inverno. Per qualunque domanda o curiosità non esitate a chiedere. Io cercherò di rispondere a tutti, anche personalmente. Abbiamo fatto degli incontri al Giglio per spiegare tecniche e motivi dell'intervento ma so benissimo che queste occasioni non sono mai abbastanza. Quindi resto a disposizione. Saluti a tutti.
Mi sembra una scelta francamente fuori di testa!
Ma siamo sicuri che sia una cosa da fare? Non mi sembra il caso.
Forse sono già morta e vivo in un altro mondo, dove tutto è alla rovescia. Ma, dal momento che "cogito ergo sum", cosa sta succedendo a questa mia povera vita? Vedo summit sulla salvaguardia del pianeta, poi mi accorgo che i "Grandi" vi accedono con jet privati e scorte di ottanta macchine ad alto consumo di carburante. Sento dibattiti sulla lotta per la salvaguardia della vita del nostro pianeta terra ma, allo stesso tempo, l'eutanasia e l'aborto di esseri umani diventano conquiste di civiltà. Tocco con mano la meraviglia della natura nella mia isola, ma so che l'Ente Parco vuole uccidere, tramite soffocamento, i più bei fiori del mondo, gli ottentotti. Odóro l'essenza delle piante che fioriscono in tutti i mesi dell'anno nella mia terra, ma so che piano piano, con la scusa della salvaguardia del mondo, qualcuno questo mondo lo ucciderà. Non toccate niente, vi prego, perché dove mettete le mani fate un disastro e basta. Cassandra