Caro Alessandro,
tardivo (ma certamente non ultimo) a complimentarmi con te, ti stringo in un forte abbraccio per aver vinto una superba sfida che giustamente è stata sottolineata come "leggenda" e come "guiness". E' così. Tu sai bene come io gigliese (come tanti altri immagino) sia orgoglioso della crescita della nostra isola in tutti i campi: dalla cultura allo sport (quanti successi!), dall'imprenditoria alla accoglienza, dalla consapevolezza della nostra identità e dei nostri valori autentici alla sedimentazione delle nostre contraddizioni.

Ne parlammo - ricordi? - in una intervista che ti richiesi qualche anno fa e tu corrisponendo al mio invito approdasti alla mia casa del Campese in tuta bagnata perché - io incredulo - giungesti a nuoto dal Porto. Sei grande. Il tam-tam supera ormai i confini di tanti paesi. E propone a noi, ma soprattutto alla classe dirigente del nostro Paese, almeno tre problemi: il ruolo della stampa, l'obbligo delle istituzioni e l'utilità dell'essere insieme.

Voglio dire: la scarsa partecipazione della stampa nazionale e dei media che si mobilitano invece per ben più modeste ed ingloriose vicende, ignorando un'impresa che onora non solo il Giglio ma la Toscana e l'Italia tutta. Voglio ancora dire: ti ho seguito con la trepidazione tipica degli anziani che a corto di forze si preoccupano di fronte ad imprese al limite delle possibilità umane. Ero con te, grazie a GiglioNews, quando sei partito da Giannutri ed ero conte a Montecristo quando ti hanno fermato per una stupida burocrazia che non sa distinguere. Ero con te quando sei arrivato e speravo di vederti in un TG nazionale. Ma tutti avevano ben altro da raccontare, inconsapevoli forse (o forse no?) che non abbiamo bisogno né di favole né di gossip.

Quando poi l'impresa è stata coronata da tanto successo, pensavo che le altre isole consorelle si sarebbero esaltate. Non è stato così, mi pare. Un ragazzo del tuo stampo, forte di cervello, di animo e di cuore non è in cerca di gloria effimera, ritengo dunque che dopo aver nuotato e vinto per te stesso avresti dovuto essere additato, almeno nell'Arcipelago Toscano, come esempio per tanti giovani che sprecano invano i loro talenti. Silenti invece alcuni siti insulari.

Quando mi occupavo dell'ANCIM, tentavamo, noi Comuni delle isole minori, di approdare ad omogenei traguardi riuscendovi almeno in parte e sovrastando le appartenenze e le divisioni politiche. Quando ho passato la mano, non lo dico per orgoglio ma in quanto elemento di continuità tra  le varie presidenze, tutto si è vanificato (sarei lietissimo di essere smentito!). Ed ora sembra quasi riemergere una sorta di campanilismo tra le isole, come nel nostro antico retaggio.

Ti abbraccio ancora con Caterina molto affettuosamente. Ad maiora.

Giuseppe Ulivi