Lettera anonima: la presa di distanze dell'A.N.M.I.
A seguito di un manifesto anonimo, affisso su alcune bacheche, che tirava in ballo la sezione isolana dell'Associazione Nazionale Marinai d'Italia, riceviamo dal Presidente Landini del Gruppo Guardia Marina Croce di Guerra al V.M. "Libero Solari" le righe di precisazione che di seguito pubblichiamo.
"In qualità di Presidente - scrive Osvaldo Landini - prendo atto di quanto pervenuto per manifesto ANONIMO. L'essere iscritto A.N.M.I non comporta di condividere gli atteggiamenti privati degli iscritti. Il mio compito è saper rispondere a chi di dovere."
C A R I M A R I N A I Cari responsabili della Sezione gigliese dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, rispetto alla notizia (non notizia) di cui avete inteso dare informazione qualche giorno fa (23 Agosto), mi duole farVi qualche “appunto”. E questo non ostante sia disponibilissimo a prendere atto che i contenuti del “manifesto anonimo”, che coinvolgerebbe, a quanto si può intendere, il Vostro Presidente, Osvaldo Landini, siano, per così dire, vili, subdoli, disdicevoli, ingiuriosi o quant’altro. A parte il fatto che, se è vero, come avete scritto, che il manifesto in questione è stato affisso in alcune bacheche, le bacheche, secondo disposizioni di pubblica sicurezza e regolamentari delle affissione previste dai Comuni, non possono essere anonime, e se lo sono, qualcuno ha senz’altro mancato, a meno che il sottoscritto non prenda abbagli, di fare il proprio dovere. Se la “questione” è in questi termini, la titolarità del manifesto, non è affatto anonima bensì “manifesta”. Quanto all’essermi permesso, in premessa, di mettere tra parentesti “non notizia”, questo deriva dal fatto che, in verità, mi sembra abbiate accennato a qualcosa di quantomeno “malevolo”, scagliato contro di voi o contro il vostro presidente, senza avere, però, minimamente fornito le motivazioni precise che v’hanno indotto a sentirvi offesi. Ebbene, non è consentito a nessuno, ancorché “Giglionews” (dando mostra di massima democraticità e liberalità), graziosamente lo permetta ai propri lettori, “trattare” d’un presunto “messaggio anonimo”, senza aver premesso, in dettaglio, il motivo del “contendere”. I messaggi anonimi, per solito li si cestina; se non li si vuol cestinare, si consegnano agli inquirenti perché indaghino; se, poi, un messaggio anonimo è affisso pubblicamente, a prescindere dal fatto che il cosiddetto “leso”, voglia o meno sporgere denunzia, chi ha specifiche potestà d’indagini, apre d’ufficio un dossier. Se poi, chi lo riceve, allo scopo di smentire le “velenose” insinuazioni a suo carico, vuole informare il prossimo di non avere alcunché da rimproverarsi, allora diventa obbligatorio dare ampie e dettagliate informazioni (ancorché di parte) sui “fatti” e sugli accadimenti in questione. Quello che, invece, non è consentito (anche perché può apparire strumentale), è dare il semplice annuncio d’un qualcosa che “bolle in pentola”, solo per offrire al presidente del Sodalizio l’opportunità di far sapere, per altro in modo alquanto oscuro: 1°, che “L’essere iscritto all’A.N.M.I. non comporta di condividere gli atteggiamenti privati degli iscritti [Ci mancherebbe altro! n.d.r.]; 2° che “Il suo compito è saper rispondere a chi di dovere! [Formula piuttosto reticente d’interloquire! N.d.r.]