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L'Europa cieca e sorda condanna i mufloni all'estinzione
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L’Europa cieca e sorda condanna i mufloni all’estinzione

La “nota ufficiale” di un burocrate di Bruxelles che nega l’evidenza scientifica dei fatti: così si tutela la biodiversità?

L’Europa che misura i millimetri del diametro delle vongole che si possono raccogliere, quegli stessi burocrati che decidono quale sia la “curvatura” giusta delle banane o la lunghezza del cetriolo, ebbene questa Commissione sempre così attenta ai minimi dettagli ha stabilito che i mufloni dell’Isola del Giglio devono essere “eradicati”, ergo eliminati. E, attenzione, a dirlo è niente meno che Stefan Leiner, garrulo e pacioso (vedi foto) capo del dipartimento “Natural Capital and Ecosystem Health”. Che, in una “nota ufficiale” ha affermato che “La Commissione non ha motivo di mettere in discussione gli obiettivi del progetto LIFE “LetsGoGiglio” (LIFE18 NAT/IT/000828), coordinato dal Parco nazionale dell’arcipelago toscano, un ente pubblico che collabora con il ministero italiano dell’Ambiente ed è da questo controllato. Il muflone non è disciplinato a livello dell’Unione dal regolamento sulle specie esotiche invasive né è una specie protetta al di fuori della Corsica e della Sardegna ai sensi della direttiva Habitat. Pertanto le questioni connesse all’eradicazione del muflone sull’isola del Giglio o i precedenti sforzi volti a insediare sull’isola popolazioni di questa specie a fini di conservazione rientrano essenzialmente nelle prerogative delle autorità italiane competenti e devono rispettare la legislazione italiana pertinente”. Concludendo infine che “Inoltre, vale la pena ricordare che il progetto LetsGoGiglio sta attualmente applicando metodi non letali per la cattura e il trasferimento dei mufloni”.

Non c’è che dire: un “capolavoro” di melliflua e stolida diplomazia. In pratica, nelle sue “sottili” contorsioni per dare sostegno al Parco, scarica tutte le responsabilità sulle “autorità italiane competenti”. Ma, a furia di essere “sottili”, si diventa “trasparenti” per non dire del tutto evanescenti. Infatti, Leiner scivola su due bucce di banana (avranno avuto la “curvatura” sbagliata?). In primo luogo, l’esperto (absit iniuria verbis) in “biodiversità” è costretto – suo malgrado – a confermare, sia pur indirettamente, che il muflone non compare nella Red List dell’Unione Europea inerente le “specie esotiche invasive” (“Il muflone non è disciplinato a livello dell’Unione dal regolamento sulle specie esotiche invasive”). E poi, ammettendo che “non è una specie protetta al di fuori della Corsica e della Sardegna ai sensi della direttiva Habitat” (e, aggiungo io, in tutta l’area delle isole del Mediteranneo, tranne il Giglio, dove non risultano esservi progetti di “eradicazione”, ivi compresa l’isola di Zannone nel Parco Nazionale del Circeo), conferma altresì il recente studio scientifico internazionale che finge di ignorare. Scrivo “finge” perché, se attesta bontà sua di “aver attentamente esaminato il materiale complementare presentato”, non può non averlo letto…

Ma è in coda (in cauda venenum, dicevano i Latini) che spunta il “diavolo”: dove sostiene che il Parco sta attualmente applicando metodi non letali per la cattura e il trasferimento dei mufloni”. Ah sì? E allora, caro (si fa per dire…) Leiner, dove li mettiamo i “17 capi abbattuti e i 51 esemplari allo stato attuale catturati” che – su “prescrizione dell’ISPRA” – dovranno essere “sterilizzati”, come peraltro previsto dall’Accordo del 30 novembre 2021 con il WWF? E queste non sono parole nostre ma del Presidente Sammuri. E Sammuri è uomo d’onore…

Si tutela così la biodiversità di una colonia di mufloni dal Codice genetico unico al mondo? Leiner interpreta le “3 scimmiette”, che non vedono, non sentono ma purtroppo straparlano. E, in fondo, lo si può anche capire… Settembre 2021: congresso IUCN a Marsiglia (di cui Sammuri, ricordiamolo, è vicepresidente nazionale). Workshop su “Obiettivo specie aliene invasive”, con intervento – tra gli altri – di Stefan Leiner. Sapete chi era il coordinatore? Piero Genovesi. Sì, proprio lui, il responsabile ISPRA, quello delle “semplici valutazioni tecniche” (a 25.000 euro). Vedi alla voce “circuito chiuso autoreferenziale”.