"L'UOMO CHE SALVA IL MARE" RAPPRESENTA L'ORGOGLIO GIGLIESE
In genere non sono mai attratto dal rispondere ai numerosi articoli di Armando Schiaffino perché li ritengo non fruttiferi di un sereno dibattito politico, sotto il profilo dei contenuti, e perché ho sempre pensato che lasciati senza replica potevano rappresentare un buon spot pubblicitario per aumentare i consensi dell’amministrazione quando si sa bene che governare espone ai rischi della critica ed al calo dei gradimenti. E così credo di aver fatto dopo aver letto anche le interessanti deduzioni del signor Mirko Scotto (che non ho il piacere di conoscere) che con una sintesi da vero politico mi ha risparmiato una imbarazzante risposta.
Ma è l’ultima frase, buttata li, che mi ha inquietato e che avrà sicuramente allarmato anche i cittadini a tal punto dall’essere costretto a scrivere una doverosa precisazione. Chi ha ancora il “pudore” di firmarsi come ex sindaco dovrebbe pesare ogni parola che i cittadini leggono altrimenti lo deve dire in modo molto chiaro: si tratta di pura demagogia politica che ai gigliesi stona come sempre.
Quando si afferma inconsapevolmente “un bilancio comunale sull’orlo del dissesto finanziario..” si genera in noi un senso di sconcerto per il fatto che a pronunciare quella frase è un ex sindaco (!). Siamo profondamente meravigliati ma la reazione dei cittadini è ben peggiore perché l’informazione (sbagliata) dà origine alla paura ed alla preoccupazione e cioè si cerca di costruire un clima che non è quello vero al solo scopo di screditare l’avversario politico con argomentazioni di bassissimo livello, come oramai siamo abituati da tempo.
Non voglio far mancare un richiamo all’art. 244 del testo Unico degli Enti Locali laddove stabilisce che “Si ha stato di dissesto finanziario se l'ente non può garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell'ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità di cui all'articolo 193, nonché con le modalità di cui all'articolo 194 per le fattispecie ivi previste.” ovvero, quando nei confronti del Comune esistono crediti di terzi ai quali non si riesce a far fronte con il mezzo ordinario del ripristino del riequilibrio di bilancio né con lo strumento del debito fuori bilancio previsti appunto dalla suddetta norma.
Termino qui, perché credo di avere detto abbastanza, ricordando alcune frasi celebri citate proprio ieri da un importante politico nazionale che sembra sia della stessa parte politica di Schiaffino. «La mia minoranza mi chiede sempre un sacco di cose. Ma se si chiama “minoranza” un motivo ci sarà ed è che ha perso la volta scorsa. E non è che o si fa come dicono loro o non si va da nessuna parte. Avremo qualcuno contro? Ce ne faremo una ragione».
Saluti a tutti. Sergio Ortelli
P.S.: L’immagine che ho voluto pubblicare è quella di Corrado Neri al quale va tutto il mio affetto e sincero apprezzamento per quanto la sua azienda e i suoi partners hanno fatto per noi del Giglio. E’ un’immagine felice che esprime la soddisfazione di una persona che ha fatto un gesto spontaneo, guardando agli amici del Giglio, senza guardare all’interesse economico né politico, ma solo per il piacere di aver fatto qualcosa di buono per i gigliesi. E per questo lo ringrazio a nome di tutti.
Gentile Sindaco Ortelli, la sua "reprimenda" nei confronti dell'ex primo cittadino, se è giusta sia per il tono, sia per ll'asserzione relativa al Comune "sull'orlo del dissesto finanziario", non lo è quando puntualizza che, simile modo d'esprimersi non s'addice ad un ex Amministratore, in quanto chi ha ricoperto una carica autorevole dovrebbe astenersi dall'usare una terminologia che allarma la cittadinanza. Ragion per cui, chi è stato Amministratore dovrebbe essere più accorto e responsabile (questo va da sè!). In verità, quello che Lei scrive, pur formalmente ed eticamente giusto, non costituisce il punto "dolente" della questione, perché, a prescindere dalle conseguenze che sul Bilancio avranno i mancati introiti o gli introiti da rettificare a causa della "topica" costituita dall'aver approvato la modifica delle "aliquote" fuori tempo massimo, il punto nevralgico è rappresentato dal fatto che Schiaffino ha, icasticamente, scritto che il Municipio è prossimo al default economico-finanziario. Perché, se veramente lo fosse, si dovrebbe, siccome impongono le leggi in materia di contabilità generale, provvedere, al più presto, alla rettifica, attraverso adeguati e sostanziali atti amministrativo-patrimoniali, ovvero portare letteralmente i "libri in tribunale". Se, invece, nella fattispecie, l'ardita affermazione costituisse un vero e proprio "falso", prescindendo dal "diritto di critica" (che è altra cosa), garantito a chiunque faccia politica o meno ed ancor più a chi ricopre od ha ricoperto ruoli istituzionali, l'autore del "mendacio" dovrebbe essere sottoposto, dietro formale denunzia di parte, ad un vero e proprio processo per "diffamazione". Quanto ad assumere, a sostegno dei Suoi comportamenti amministrativi, la frase pronunciata, qualche giorno fa, in televisione, da Renzi, questo se lo poteva risparmiare. Se lo poteva risparmiare, sia perché la frase è sostanzialmente "schiattosa" come mostra d'essere arrogante e schiattoso il nostro "premier", specie negli ultimi tempi, a motivo del fatto che "il bomba" studentesco non vede le cose andare nel verso che vorrebbe. Ma, soprattutto, perché jl suo eloquio, per solito, "farcito" di banalità quali, ad esempio, "io ci metto la faccia", come se gli altri Presidenti del Consiglio non ce l'avessero messa, ovvero l'appello a consentirgli le prerogative di salvaguardia dei "1000 giorni" (come se lui le avesse conferite a Letta), non vale il privilegio di fruire d'una citazione. Questo, anche perché, valutando criticamente i contenuti della citazione, emerge che Renzi, non solo ha un suo curioso e pericoloso modo di pensare, ma soprattutto intende, di fatto, la Democrazia come diritto delle "Maggioranze" di prevaricare le "Minoranze", se solo queste, invece di prosternarsi ed adeguarsi ai "desiderata" del Sovrano, cercano, invece, d'"affermare", a prescindere dal numero dei "consensi" di cui godono, i propri punti di vista e le loro sacrosante ragioni. Non per niente, l'"istituto" della Democrazia con la "D" maiuscola (alla stregua di quel che c'è stato tramandato dai Greci), siccome prevede che, al termine d'un dibattito, improntato alla dialettica più aperta, in cui non sia stata raggiunta una "sintesi" comune, è consentito a chi abbia prevalso d'andare tranquillamente e speditamente per la propria strada, tautologicamente autorizza anche chi "soccombe" a continuare, se non sia rimasto convinto dal più, per la propria, in attesa di tempi più fausti o migliori. Non è che la Democrazia, mentre conferisce alla "Maggioranza", prerogative di "comando", imponga, di converso, alla "Minoranza"(Secundum Matteum) tacita e cieca obbedienza! Abbia, comunque, signor Sindaco, i miei più cordiali saluti, assieme al mio aperto senso di stima per essere responsabilmente "insorto" nei confronti di chi, non solo l'ha "detta grossa", ma, nel complesso delle diverse cose che ha scritto, ha, almeno a mio modesto parere, veramente, come s'usa dire in Maremma, subliminalmente "Pisciato fuori dal vaso!".