Ma i gemellaggi a che servono?
I contenuti dei post nella rubrica "Dite la Vostra" di questo giornale sono opinioni personali ed informazioni non verificate provenienti direttamente dai rispettivi autori che se ne assumono totalmente la propria responsabilità. La redazione GiglioNews si dissocia preventivamente dai contenuti che dovessero offendere o ledere la dignità di soggetti terzi, fermo restando il diritto di rettifica ai sensi della legge n. 47/1948. (n.d.r.)

Un paio di giorni fa ero al Giglio e, dopo il solito caffè preso da Scipione verso le nove di mattina, ho deciso come spesso mi capita, di farmi due passi all'interno del Castello. Sarebbe forse stato meglio se me ne fossi tornato in piazza, ma l'incazzatura (e il dispiacere) sarebbero stati solo rimandati, magari solo di qualche giorno.

Avevo appena passato il negozio della nipote di Giovacchino che ho visto, posati nel muro alcuni armadietti in plastica di un colore tra il bianco e il grigio di dimensioni abbastanza considerevoli; non so chi li ha posati e a cosa servono (acqua o energia elettrica) ma, in un contesto come quello di un centro storico come il Castello, fanno proprio schifo.

Non solo, ma proseguendo il cammino, ne ho visti altri, accanto al negozio della nipote della Gigolette, di dimensioni ancora più grandi, sempre dello stesso colore, che fanno ancora più schifo di quelli di prima. Guardando la muratura sembra tutta roba posata in tempi abbastanza recenti e non so se anche in altre zone del Paese è stato fatto analogo ed ennesimo scempio.

Ho fatto subito un paragone con il paese di Sorano, dove sono stato circa venti giorni fa: lì tutto era rigorosamente in rame e dove occorreva, tinteggiato dello stesso colore della facciata interessata.

Vengono spontanee alcune domande e alcune considerazioni.

Le domande sono semplici: esiste o no un regolamento in materia al quale chi esegue certi tipi di lavori si dovrebbe attenere e se esiste chi è preposto a farlo rispettare che fa, dorme? Senza con questo criminalizzare o perseguitare nessuno ma usando solo un po' di buon senso: in fondo tutti noi traiamo piacere ogni qualvolta vediamo un lavoro ben fatto, specialmente se questo interessa direttamente le nostre proprietà.

Le considerazioni invece sono un po' più amare e rimandano direttamente al titolo che ho scelto per queste poche righe. Quanto scritto sopra potrà forse sembrare una piccola cosa ma io non credo sia così, perché lascia trapelare una assoluta mancanza di cultura e di attenzione al bello, che dovrebbe essere invece un pensiero costante di chi si trova ad amministrare un'isola come la nostra e, all'interno di essa, una chicca come "dovrebbe" essere il Castello.

O forse non si arriva a capire che, un'inversione di tendenza a quanto avvenuto fino ad ora in materia, potrebbe essere di per se una fonte di reddito aggiuntiva per tutte quelle attività economiche, di ogni tipo, che appunto gravitano attorno e dentro l'abitato del Castello; possiamo credo tranquillamente convenire tutti, che se si sa che in un certo posto c'è una cosa bella e ben tenuta da vedere, si è più stimolati ad andarci.

Ai nostri amministratori, tutti, un consiglio per ricollegarmi direttamente al titolo: quando Vi recate in alcuni paesi con i quali esiste da tempo un radicato gemellaggio, e mi riferisco chiaramente ai paesi della Val d'orcia, invece di praticare solo le aule consiliari o le sale di qualche buon ristorante fateVi un giretto nelle viuzze e nei vicoli più remoti; Vi renderete conto così di come un paese come il Castello potrebbe essere e dello schifo invece in cui si trova.

Se poi Vi volete fare una cultura in tal senso, gli esempi non mancano anche qui vicino: andate a visitare piccoli paesi come Montepescali o Montorsaio, vicinissimi a Grosseto e, se non avete la più pallida idea di come si fa, abbiate l'umiltà (purtroppo dote rarissima) di chiedere a chi certe cose le ha già fatte, come si fa a farle.

Angelo Stefanini (di Ottavio)