ASSOCIAZIONE AMICI DELL’ ISOLA DEL GIGLIO - DAL 1970 -
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Ancora sul Molo
Al Giglio, quando si parla di “molo” si intende quello di levante; l’altro, quello verde, è un molo anch’esso, ma di minore importanza, almeno nella considerazione pubblica, e si vedrà il perché più avanti. Il molo di levante, è il preferito perché non solo assolve appieno le proprie funzioni istituzionali ma è anche, in qualche modo, luogo di svago e di ritrovo..
E’ valida difesa dalle insidie dei venti e del mare, una barriera verso fuori e un sicuro riparo all’interno. Però è anche altro. Nella “passeggiata bassa” lo si percorre per visitare da vicino la mostra delle imbarcazioni ormeggiate che suscitano spesso commenti e invidia.
Bambini e ragazzi poi vi insidiano ghiozzi e salpette, armati di canna retino e pastella; più avanti, oltre il gomito, stazionano i pescatori adulti, esperti e impegnati. Il massimo però il molo lo dà nella “passeggiata alta”. Ci si fa lo struscio, specie nelle stagioni di mezzo, quando non fa né troppo caldo né troppo freddo. Oppure, seduti sulle belle ( e dure ) panche di granito si assiste ai mille movimenti del porto; si assorbono gli ultimi raggi del sole che sta per scendere dietro la montagna, si chiacchera, si legge. Alla sera, ragazzi e ragazze si ritrovano attorno al faro o seduti sul muretto che guarda verso l’Argentario. Quanti amori hanno preso il via in questa atmosfera incantata? Un vero salotto. E poi ci si va per guardare “fuori”: che mare c’è, che vento tira, che tempo fa all’Argentario; che rotta fa il traghetto con il libeccio che gonfia e magari non è neppure partito da Santo Stefano perché non lo vedono neppure quelli che la vista ce l’hanno ancora buona. Con la testa che sporge dal muraglione, i più esperti marinai dicono la loro, sentenziando di scirocchi e mezzogiorni e di fratoni che si addensano sul continente. Ecco cosa è il molo: difesa, salotto e “afaciatoio” come una volta erano quelli ai Terneti e alla Fontuccia. E’ poi legame visivo con la terraferma, cui il Giglio si rapporta con un secolare sentimento di odio-amore, di invidia, di dipendenza forzata. Insomma un elemento fondamentale della vita degli Isolani.
Ora quel molo è sventrato nel mezzo e senza più il faro, perché sono in corso lavori di allungamento e di adeguamento. Come sarà alla fine? Manterrà in pieno le qualità del vecchio? Sarà ancora salotto e posto di vedetta, oltre che difesa? Speriamo vivamente che l’Amministrazione comunale – la cui opera è stata fin qui certamente meritoria - si sia garantita, e voglia a sua volta garantire la pubblica opinione, in proposito. Con atti concreti, come l’esame attento degli elaborati di progetto, innanzi tutto.
Se il nuovo molo dovesse perdere la funzione “sociale” svolta fino ad oggi, il Giglio perderebbe unaltro pezzo di tradizione
Il Presidente
Prof.Arch.Bruno Begnotti
MOLO ROSSO: COME SARA' QUELLO NUOVO
Autore: di Bruno Begnotti, Presidente "Amici del Giglio"
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