Ringrazio l’amico Bruno Begnotti per la doverosa precisazione e sinceramente, se qualcuno non lo sa, riconosco allo stesso un impegno costante speso in tutti questi anni nell’interesse della comunità anche se i soliti noti, a sua insaputa, hanno tentato di strumentalizzarla politicamente. Mi consenta però di affermare che nelle poche righe che ha pubblicato, ci sono alcune asserzioni che ritengo gratuite e prive di riscontro che puntualmemente intendo rimarcare.

Come tutti sanno l’ex sindaco Landini, che ha curato in prima persona la questione portuale, ha ottenuto congrui finanziamenti dallo Stato per la manutenzione portuale (Bruno, perché questo non lo ha detto?). Quella amministrazione si attribuisce il merito di avere capito il sistema dei finanziamenti portuali a fondo perduto. Infatti, per avere successo in quei contesti si deve investire una "piccola" cifra per ottenerne una grande a vantaggio della comunità. D’altra parte da circa 70 anni non si spendevano somme rilevanti nell’area portuale. Mi spiego meglio calandomi nella realtà.

Perdonatemi la barbosa ripetizione dei fatti. L’allora consiglio comunale, all’unanimità, investì 300 milioni di vecchie lire in una progettazione che, tramite gara, fu poi affidata ad uno dei migliori studi di progettazione europeo. Lo stato rispose a questa lodevole e necessaria intenzione con 8,5 miliardi di vecchie lire per un’opera che si sarebbe materializzata nell’ "adeguamento funzionale del molo di levante". Il progetto, con gara già espletata nel 2004, prevedeva il mantenimento del vecchio molo.

Ho sempre contestato la variante proposta da questa amministrazione con inviti e suppliche a rivedere le errate valutazioni. A noi l’idea proposta da questa Giunta non è mai piaciuta perché di fatto sopprimeva l’inestinguibile caratteristica del molo. Se l’Architetto Begnotti avesse partecipato ai Consigli Comunali (capisco che da Roma ciò non è sempre possibile) avrebbe senz’altro ascoltato i nostri interventi e si sarebbe fatto un’idea diversa da quella che ha sciorinato nel suo breve articolo. Ecco dov’eravamo noi della minoranza: in Consiglio Comunale!!

Consiglio a tutti, non solo all’amico Bruno, di approfondire quanto dico leggendo il documento che licenzia la Variante al Progetto Iniziale voluta da questa amministrazione: il documento si chiama "studio di penetrazione del moto ondoso di variante" laddove si afferma con molta chiarezza che la sicurezza del porto sarà più precaria di quella prevista nel progetto. A questo si aggiunge la poca disponibilità di questo gruppo amministrativo, poco incline a mantenere le peculiarità memorabili del molo (salvo la lapide dedicata a Leopoldo, ovviamente….). Ancora oggi si vive nell’incertezza su come finirà (e soprattutto quando finirà) l’opera. Basta fare un giro fra la gente e vi renderete conto di quello che sto dicendo.

Infine, carissimo Bruno, sono a conoscenza che l’Associazione si è sciolta ma io auspicavo comunque un suo intervento e dei suoi ex associati, anche solamente epistolare. Credo che il sottoscritto non smetterà di essere gigliese quando non sarà più Consigliere Comunale. Questo vale per tutti coloro che amano il Giglio. Credo che questo principio valga anche per Lei, a maggior ragione, in quanto ex Presidente di una importante associazione! Apprezzerei ancora il suo punto di vista, anche se, come dice, tardivo!

Un cordiale saluto.