Tò, chi si rivede: Legambiente a Giannutri.

A mio avviso è po' distratta e disattenta, si fa per dire:
  • quando sull'Eliporto stigmatizza la solerzia regionale: ma se la Regione premeva, era il Comune a provvedere con tappe forzate per l'Eliporto, anticipando e svolgendo autonomamente e con proprie e dirette responsabilità l'applicazione degli unici strumenti normativi consentiti per realizzare non soltanto 1al Giglio , come l'ASL Regionale sollecitava, ma ben 2, anche e, guarda caso, di iniziativa prettamente comunale (la Regione NON sperava tanto!), proprio quello di Giannutri; tappe forzate fino alla realizzazione dell'appalto dei lavori, esclusivamente Regionale (ASL), quando dovette difendersi davanti di competenze non sue, perché causati dalla "imprecisione" dei tempi di consegna contrattuali, forse causati da bilanci amministrativi o  di altro che qui non sono in discussione; quando però il Comune doveva rispondere alle Autorità Giudiziarie su alcune difformità organizzative che non erano di sua competenza, denunciate da "altri" e  "durante" l'esecuzione!; 
  • quando era il Comune a promuovere ben 3 Conferenze di Servizi per risolvere il degrado ambientale (tutto il degrado ambientale!) di Giannutri;
  • quando era, ed è ancora, impotente davanti allo scontro fra Diritto Pubblico e diritto privato che su quel pezzo di scoglio si dibatte nei Tribunali dalla 2^ guerra punica;
  • quando nel merito delle discariche pubbliche si assumeva in proprio gli oneri (naturalmente i dipendenti responsabili di ufficio che per legge sono responsabilizzati davanti al Giudice: semplici ed incolpevoli operai, vigili urbani, carabinieri, finanzieri, forestali, funzionari, dirigenti, Principi e Re) , soltanto gli oneri fino a passare ed "essere ripassati" dalle Alte Istituzioni, esse stesse talvolta non proprio attente e precise;
  • quando le soluzioni proposte dal Comune non erano della "verniciatura";
  • quando i provvedimenti del Comune, come persino di recente ha "portato in porto", nei limiti legislativi di assistenza e di promozione concessi e consentiti in Italia da una "Charta" che si chiama "Costituzionale", sono quelli vitali dell'acqua e della salute (CRI) e che meriterebbero ben altro spazio per aprire "giroquadri" (ovvero dell'impegno per trovare la "quadratura del cerchio") che portino a soluzioni possibili e perciò concrete, lasciando ad altri i " girotondi" e la risonanza del clamore e delle facile denuncia, che assai spesso porta solo consensi per future clientele;
  • quando per svolgere il proprio lavoro di controllo lo ha fatto e certamente lo fa in silenzio, senza mezzi e senza risorse: si pensi che non è proprietario neanche di 1 cm. quadrato di Giannutri!;
  • quando, come sembra che si lamenti, forse non è sufficientemente competente per essere anche (quant'altro i Comuni?) "soggetto giuridico pescatore" per indagare su telline, cannolicchi, cozze, vongole con o senza corna, tant'è che non dispone di "pinne, fucili ed occhiali", ma per il quale il degrado non è solo il colore sovrintendenziale "terra di Siena" o la "puzza", e che sa discernere fra il dovere e il "politicamente corretto", dando primato ineludibile al primo, fino a risponderne autonomamente nelle sedi giudiziarie senza piagnistei, e lasciando quel secondo percorso a chi, come è stato, ha interrotto a metà, il suo dovere, non dico quello propagandistico che è effimero, ma almeno quello morale che attiene ad uno Statuto riconosciuto e commendevole, in un preannunciato e dimenticato "sbarco con promessa d'arrembaggio" al Giglio di 4 anni + 45 giorni fa: già, mezzo sbarco, perchè?

Facile vedere immagini e leggere le denunce "al vento dall'elicottero ambientale" , mentre poi si lascia ai "presunti" colpevoli l'onere della prova e della risposta.

Per fortuna che il "non poteva non sapere", finché c'è democrazia, è un'arma a doppio taglio.

Finché c'è democrazia.

Q.Q.

Nunzio Seminara