Come presidente del Circolo Culturale Gigliese non posso esimermi dal porgere un sentito ringraziamento all'amico e tenore Gianni Mongiardino per avere anche quest'anno portato la grande la grande musica al Giglio, manifestazione che si chiuderà martedì prossimo con la rappresentazione della Traviata di Giuseppe Verdi, di cui ricorre quest'anno il secondo centenario della nascita.
Come in altre occasioni, mi è però gradito unire, al ringraziamento formale, il racconto di vicende locali, abbastanza inedite e che si collegano indirettamente all'evento musicale, con la speranza di renderlo ancora più interessante.
Come tutti sanno, la torre del Campese, fra la seconda metà dell'ottocento e la prima metà del novecento, fu il “buen retiro” del comandante Enrico d'Albertis e Giuseppe Pini (“tuttompezzo”), patriarca dell'unica famiglia che allora viveva al Campese, era il suo migliore amico. Il comandante d'Albertis fu il primo yacthman italiano, navigò con le sue imbarcazioni da diporto (il “Violante” e il “Corsaro”) in tutti i mari del mondo. Ricco, ma soprattutto intelligente e generoso, portava con sé studiosi di scienze naturali ed umane per studiare meglio i luoghi che visitava. Visse pienamente la sua epoca, fu amico personale di grandi personaggi come Nino Bixio (nella vita civile comandante come lui) e Garibaldi.
Il comandante Enrico d'Albertis fu pure amico di Giuseppe Verdi, che ospitava spesso nella sua residenza ufficiale di Genova (il castello di Montegalletto) dove conservava numerose collezioni di interesse naturalistico e antropologico che aveva raccolto durante i suoi viaggi. Un giorno Giuseppe Verdi, osservando due grandi gong birmani (detti “chisi”), prese una bacchetta metallica e, nonostante fossero strumenti a lui ignoti, cominciò a suonarli. Dopo varie prove, convocò gli altri ospiti del castello per far sentire un concertino improvvisato con i suddetti due strumenti. Alla fine della singolare esecuzione, ci fu una entusiastica manifestazione di consensi per la qualità della musica; fin qui ci sarebbe poco da meravigliarsi, dato che il compositore (ed esecutore) si chiamava Giuseppe Verdi! La sorpresa per i presenti fu quando il maestro, freddati gli animi, disse che uno dei due strumenti non suonava bene e che doveva avere una piccola crepa da qualche parte, che fu cercata e, con ulteriore meraviglia dei presenti, trovata!
Con questo aneddoto semi-gigliese, torno a ringraziare il tenore Gianni Mongiardino e tutti gli altri artisti che anche quest'anno hanno voluto impreziosire, con la loro presenza ma soprattutto con la loro bravura, l'estate gigliese.
Armando Schiaffino
Omaggio al Tenore Gianni Mongiardino
Autore: Armando Schiaffino, Presidente Circolo Culturale
1 Commenti
Gianni Mongiardino e tutto lo staff del Festival "Il Giglio è lirica" porgono i più sentiti e commossi ringraziamenti al Dottor Schiaffino per il graditissimo pensiero.
Aggiungiamo un ulteriore ringraziamento per l'arguto e interessantissimo aneddoto storico!
Barbara Catellani
Ufficio Stampa Il Giglio è lirica