Riceviamo per conoscenza una lettera che un cittadino ha inviato nei giorni scorsi al Presidente del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano Mario Tozzi. La pubblichiamo in prima pagina perchè riteniamo che la risoluzione del problema denunciato sia doverosa.

Al Presidente del
Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano
Dott. Mario Tozzi

Signor Presidente,

quando 10 anni fa avvenne l’istituzione del Parco Nazionale all’Isola del Giglio fui fin dall’inizio molto entusiasta perché l’idea di un Parco Nazionale già mi faceva immaginare la riapertura di molti sentieri, purtroppo chiusi a causa dell’abbandono delle molte vigne isolane coltivate fino ad allora dai nostri contadini; grazie a loro infatti tutta la senti eristica era sempre praticabile e piacevole da percorrere.

Già immaginavo la riapertura per lo meno di quelli più belli ed importanti e la pulizia annuale per renderli sempre fruibili ai turisti e alle famiglie: pensavo ai genitori che con gioia passeggiavano con i figli per mano in mezzo alla nostra natura godendo finalmente di straordinari panorami ed assaporando profumi e sensazioni uniche.

La realtà invece è tristemente molto diversa.
Sono un residente e, per lavoro, mi sposto frequentemente in tutti i centri abitati dell’isola; mi è capitato spesso di incontrare in Estate ed in Autunno numerosi turisti (circa una cinquantina di persone in tutto) che avevano percorso qualcuno dei nostri sentieri: a parte la profusa sudorazione e il normale affaticamento, tutti avevano graffi e ferite sulle gambe e sulle braccia provocati da rovi ed arbusti.
Inutile spiegarle che erano “incazzati neri” soprattutto perché, a detta di loro, quei sentieri sulle cartine risultavano aperti e fruibili.
Io, davanti a queste persone che vengono sull’isola quasi esclusivamente per il nostro ambiente, non ho potuto che rammaricarmi e vergognarmi: non è possibile riservare un tale trattamento a gente che ci porta i soldi!

Mi scusi dello sfogo ma vorrei una risposta: per quanti anni ancora devo vergognarmi davanti alla delusione di questi amanti della natura? Le rammento che in Primavera sono migliaia le persone che vogliono o vorrebbero praticare i nostri sentieri.
Alla luce di quanto detto, che prospettiva dovrebbe avere un isolano come me di fronte alla futura gestione da parte dello stesso Ente Parco dell’istituenda Area Marina Protetta?

In attesa di un suo cortese riscontro,
porgo Distinti Saluti

Umberto Stefanini