Premio letterario "Donne tra ricordi e futuro"
Il Comune di Pratovecchio Stia (Arezzo) e l’Associazione Culturale "Scrivi la tua storia" indicono la seconda edizione del Premio Letterario “DONNE TRA RICORDI E FUTURO”. Il presidente del premio Lorena Fiorini, madre della giornalista Rai Valentina Bisti, ha voluto estendere alle donne dell'Isola del Giglio l'invito a partecipare e ci ha fatto notare che anche nel comune aretino di Pratovecchio esiste la Filarmonica "Enea Brizzi", in onore del famoso suonatore di tromba nato e cresciuto sulla nostra isola e poi diventato un apprezzatissimo musicista.
Ma veniamo al Premio: l’Associazione culturale "Scrivi la tua storia" vuole ricordare la figura di Bruno Fiorini, un italiano radicato nei luoghi del Casentino e nell’alta valle dell’Arno, nell’ambito dello sviluppo e diffusione della cultura con particolare attenzione a quella nazionale e internazionale. La figura di Bruno Fiorini è stata recentemente ricordata in un libro della figlia Lorena, testimone della sua memoria e dei suoi ricordi di prigioniero di guerra, in Scozia, durante la seconda guerra mondiale.
Il Premio Letterario Donne tra ricordi e futuro, destinato a opere inedite in lingua italiana, è rivolto alle donne che vogliano ripercorrere e raccontare le proprie e le altrui esperienze di vita sul filo della memoria, valori, tradizioni, ricordi, emozioni passate e ancora presenti. L’iniziativa si propone, inoltre, di rendere omaggio a tutte quelle donne che, sradicate dalle proprie origini, hanno seguito la famiglia alla ricerca di un futuro migliore, ne hanno curato il ricordo che resta vivo nella memoria ed è presente nei luoghi, nelle persone e nel cuore attraverso la scrittura.
Tipologia delle opere concorrenti
Il Premio si articola nelle seguenti sezioni:
- a) Narrativa (romanzo, romanzo breve)
- b) Poesia
- c) Cucina in famiglia
Partecipanti Possono partecipare tutte le donne, ovunque residenti, in Italia o all’estero, con opere inedite scritte in lingua italiana. Non dovrà trattarsi di rifacimenti, né di riedizioni modificate di precedenti lavori editi a eccezione di opere pubblicate sul web dal quale, per la durata del Premio, debbono essere rimosse, pena l’esclusione. Ogni concorrente è libero di partecipare a una o più sezioni.
Caratteristica delle opere
- Per la Narrativa (Sezione a) dovrà essere presentato un romanzo inedito, composto da un minimo di 80 a un massimo di 160 cartelle dattiloscritte oppure un romanzo breve inedito da un minimo di 5 a un massimo di 10 cartelle dattiloscritte. Ogni cartella dovrà essere di 2000 battute spazi compresi.
- Per la Poesia (Sezione b) dovranno essere presentate singole liriche in numero massimo di tre la cui lunghezza non dovrà superare i 25 versi ciascuna.
- Per la Cucina in famiglia (Sezione c) dovrà essere presentata una raccolta di ricette inedite tramandate in famiglia. Il numero di ricette inserite non dovrà essere inferiore a 30 e superiore a 50 e dovrà prevedere antipasti, primi, secondi, dolci. Ogni ricetta non potrà superare le 30 righe e potrà essere corredata da eventuali foto di piatti realizzati.
Chi volesse partecipare dovrà inviare le proprie opere entro il 30 Aprile all'indirizzo mail segreteria@scrivilatuastoria.com.
Maggiori informazioni e modalità di iscrizione sul sito www.donnetraricordiefuturo.org
PERCHE’ MAI …? Perché mai un Premio letterario riservato alle donne? Capisco la discriminante dell’età, ma non quella del sesso, quasi che l’arte non fosse ermafrodita. Tant’è che il sottoscritto ha suggerito a “Giglionews” d’indirne uno pei minori fino ai quindici anni, sperando di “curarlo”. A questo punto, visto che, se non sotto mentite spoglie, m’è impossibile mandare agli Aretini una poesia scritta, da me, per Gianna Nannini, la faccio avere ai lettori del vostro Ebdomadario, cari amici, sperando, e ciò mi basta, che piaccia lor pur se iconoclasta. ALLEGATA: “PARTENOGENESI” P A R T E N O G E N E S I Ah, Penelope!, figlia mia, tanto desiderata! Penelope!, icastico tetrasillabo di domestici “accenti”, d’insuperate virtù, d’esemplari e mulìebri valori, siccome lietamente apprese al suo “impervio” ritorno ad Itaca, l’ingannoso, itinerante, Ulisse, figlio di Laerte, padre di Telemaco. Penelope!, mia Penelope!, turgore d’un grembo “maturo”, che, vinta, ormai, l’ansia della maternità, t’ ha concepito senza “rituali” congiungimenti, per sola volontà d’una femmina cui non aggradano, per natura, le dolci “sopraffazioni” e la suadente penetrazione del maschio. Io, io sola ed unica, libera ed assoluta, quasi intendessi perseguire, ai limiti dell’empietà, la “potenza” d’una divinità, ancorché minore, t’ho generata senza sottostare all’imposta “primazialità” dell’uomo. E, se pure un seme c’è stato, che, nell’eterodossia del concepimento, ha suscitato il rigoglio d’una vita perfetta, l’anonimità del suo “donatore”, la sostanziale trascendenza dell’atto compiuto e la “misterità” della liturgia di “rivalsa”, ma, soprattutto, la voluttà e l’orgoglio d’essere stata ispiratrice e fattrice “olistica” della mia virginale, gravidanza, fanno, comunque, di me, donna inconsueta e superba, un’umile “seguace” di Maria, madre di Cristo “annunciato”, della progenie d’Abramo, di Amos, di Davide e … di Salomone.