La 'colpevole leggerezza' di immergersi nelle acque proibite di Giannutri è il segnale che fa capire come i fondali dell’isola abbiano mantenuto il proprio fascino grazie alla rigorosa tutela operata dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. E’ grande il piacere di ammirare un paesaggio sommerso pieno di pesci, gorgonie, grandi aragoste che passeggiano indisturbate, macchie di colori pastello che appaiono e scompaiono, piccoli organismi trasparenti che esibiscono impensabili vitalità: un mondo dominato dal silenzio, un bene prezioso ormai sempre più raro. Questi sono i gioielli di un Parco a sette stelle. Un luogo accogliente, un resort naturale che le isole dell’Arcipelago regalano a chi sceglie di incontrare questi paesaggi. Se questi luoghi sono belli lo si deve prima di tutto alle leggi naturali che nel Mediterraneo sono state particolarmente favorevoli. E’ bene però ricordare che se questi luoghi sono rimasti straordinari habitat naturali lo si deve alla tutela che viene mantenuta grazie a leggi fatte da uomini per i quali la biodiversità è un bene prezioso per gli occhi e il cuore.

Ecco allora che, grazie ai vincoli della zona a tutela biologica, allo Scoglietto di Portoferraio ogni giorno si immergono decine di subacquei attratti dalla possibilità di ammirare placide cernie, branchi di barracuda e una incredibile gamma di piccoli pesci curiosi che si avvicinano senza timori. Che dire poi delle acque di Pianosa? Sono risultate le più ricche di specie e le meglio conservate delle 14 aree marine protette monitorate nel 2008 da Greenpeace in tutt’Italia. Per il Parco è un riconoscimento impareggiabile vista la difficoltà di far comprendere ai decisori l’efficacia dell’area protetta.

A tal proposito diamo qualche numero per segnalare come il valore naturalistico si traduca in indotto economico del settore turistico della subacquea. All’Isola d’Elba vi sono 40 centri subacquei, al Giglio altri 5 o 6,  uno a Capraia, nella zona dell’Argentario ce ne sono 10, sul resto della Costa Toscana fino a Riva di Traiano (Civitavecchia) altri 10. Dunque 65 diving insistono sulle coste che si sviluppano attorno alle isole dell’Arcipelago. E’ stata calcolata una media di 2000 immersioni l’anno per ogni struttura. Valutando che ogni sub faccia in media tre immersioni e che normalmente si porti al seguito almeno un paio di persone, possiamo affermare che ogni anno vi sono 200.000 presenze nei fondali. Da vedere non vi sono solo pesci, ma scogliere sommerse e relitti sprofondati esplorabili anche con immersioni tecniche a profondità difficili, oltre i 60 metri e raggiungibili attraverso l’utilizzo di miscele a dosaggi speciali.

I siti più visitati e richiesti all’Elba sono Lo Scoglietto di Portoferraio, le Coralline a Capo Fonza (rinomata immersione per la presenza di coralli già a 25 metri di profondità), il famoso relitto di Pomonte, Punta del Turco a Capraia o il relitto del Nasim a Giannutri.

Vi è ancora un enorme potenzialità solo riuscissimo ad accettare che il nostro mare deve essere tutelato per continuare davvero a conservarlo. La qualità dei nostri fondali è direttamente legata al vincolo di protezione che si traduce nel rispetto delle regole e nella doverosa precauzione rispetto al prelievo ittico che deve consentire di mantenere le popolazioni vitali. Rispetto che deve necessariamente coniugarsi con una più attenta gestione degli scarichi a mare e del traffico navale mercantile. La possibilità di crescita per il nostro territorio è tutta lì. In questo senso il completamento dell’istituzione dell’area marina protetta dell’Arcipelago Toscano sarebbe una risposta concreta di reale sviluppo del territorio a quanti chiedono al Parco nuove opportunità.