Ho sotto i miei occhi il recente e altri interventi della L.A.C sul bracconaggio al Giglio, e la presa di posizione del WWF. Non li voglio commentare, ma dire, purtroppo, che sono generici, ripetitivi, noiosi, arroganti di quel tanto che rende difficoltosa una convergenza sugli intenti risolutivi del problema. Assurgere a paladini di una causa, per quanto giusta possa essere, non presuppone che debba essere, nel suo insieme, condivisibile. 
Si parla della necessità di cambiamenti, ma non viene presentata una proposta concreta con dati, numeri, mezzi a disposizione, modalità, costi. Se la gente non è informata o ben informata, perché non dire chiaramente che cosa fare e a chi rivolgersi per trovare almeno un rimedio alla battaglia tra conigli, topi e contadini? 
Esimetevi comunque dal riportare, signori della L.A.C, insensatezze quando scrivete che al Giglio c’è una trappola ogni 10 metri quadrati o di un numero considerevole di orti lungo le panoramiche, inesistenti al Giglio, difesi da trappole e lacci solo per avvalorare le vostre tesi. Orti e vigne, oggigiorno sull’Isola, si contano sulla punta delle dita, e molti di questi e molte di quelle non sono più lavorati, guarda caso, per l’invasione di topi e conigli!
L’Isola del Giglio non è terra di bracconaggio, e l’immagine data dei Gigliesi e dell’Isola non è vera, è sbagliata e controproducente, in ogni senso. 
Se il Giglio viene ammirato e lodato per le bellezze del proprio habitat, ciò è dovuto ANCHE per l’amore e soprattutto il RISPETTO che i Gigliesi hanno sempre avuto per la loro terra.
I presunti comportamenti 'non corretti' (parole del WWF) degli attivisti della L.A.C non sono presunti, SONO REALI, pur se mancano testimonianze valide, più di un testimone o materiale fotografico o video a supporto delle prove per un’eventuale denuncia nei confronti di chi è stato visto entrare nelle vigne e nei terreni coltivati, chiusi con muri a secco o recintati con rete, arrecando danni alle viti e agli alberi da frutto, alle recinzioni, ai cancelli. 
Ma queste persone, per entrare nel privato, hanno avuto l‘approvazione dei proprietari, sono legittimati da una norma giuridica, sono autorizzati dai pubblici poteri?
Caro Sergio, ho letto il tuo intervento come sindaco del nostro Comune «Non è più tollerabile che a degli attivisti animalisti estranei al tessuto socio culturale dell’isola sia consentito di girare indisturbati sul territorio di Isola del Giglio, violare proprietà private in nome di un estremismo idealista e che gli sia consentito di rompere recinzioni, attrezzi e danneggiare oltremodo le gemme delle vigne compromettendo il già delicato equilibrio di un sistema economico intero. Può trattarsi dell’ideale più nobile e del principio più giusto in assoluto da difendere ma deve essere perseguito secondo gli strumenti che la convivenza civile consente. Altri atti di questo tipo non saranno più tollerati né ammessi». Belle parole, d’accordo, che si passi ai fatti, ma subito! Una proposta: una volta individuate queste persone e riconosciute di aver violato il diritto di proprietà dei Gigliesi e di aver recato danno alle colture o altro, che vengano dichiarate "non gratae" e bandite dal nostro Comune, è chiaro Giannutri compresa, "vita natural durante". I motivi? I loro atti e i loro comunicati recano danno sia ai privati sia all’immagine della nostra isola. 

Codice di Procedura Penale
Libro II / Titolo XIII
Reati contro il patrimonio (artt 624- 649 c p)
Art. 635 Danneggiamento 
Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui e' punito, a querela della persona offesa con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a lire seicentomila. La pena e' della reclusione da sei mesi a tre anni e si procede d'ufficio, se il fatto e' commesso: 
1) con violenza alla persona o con minaccia; 
2) da datori di lavoro in occasione di serrate, o da lavoratori in occasione di sciopero, ovvero in occasione di alcuno dei delitti preveduti dagli artt. 330, 331 e 333 (1);
3) su edifici pubblici o destinati a uso pubblico all'esercizio di un culto, o su altre delle cose indicate nel n. 7 dell'articolo 625; 
4) sopra opere destinate all'irrigazione; 
5) sopra piante di viti, di alberi o arbusti fruttiferi, o su boschi, selve o foreste, ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento. 

Ingresso abusivo nel fondo altrui 
Art. 633 c.p. “chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa con la reclusione fino a 2 anni o con la multa da 103,00 euro a 1.032,00 euro. ……”. 
Art. 637 
Chiunque senza necessita' entra nel fondo altrui recinto da fosso, da siepe viva o da un altro stabile riparo e' punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a Euro 103,29.


Da tali articoli è chiara la punibilità per chi: 
1- accede dall‘esterno nell‘altrui immobile senza necessità;
2) accede arbitrariamente, senza l‘approvazione dell‘avente diritto, ovvero senza una legittimazione proveniente "aliunde", cioè da una norma, da un‘autorizzazione dei pubblici poteri;
3) cerca di trarre un diverso profitto, che non va inteso come dato strettamente patrimoniale e direttamente conseguente all‘invasione, ma può consistere anche in un uso strumentale del bene per conseguire altre utilità anche di ordine morale. (cfr. Cassazione penale, sez. II, 06 aprile 2001, n. 23800).

Che s‘incominci a pensare, ma seriamente, tutti. Anche lor signori, ai quali non "tutto è permesso" per usare una frase della L.A.C 

Un grazie alla Redazione di Giglionews.
Andrea di Togo