Trasmetto con emozione l’ultima poesia dell’amico poeta Tonino, un sentito omaggio verso la popolazione gigliese che tutto il mondo ha potuto conoscere ed apprezzare dopo la triste notte del 13 gennaio scorso. 

Celebrità e popolarità non volute, ma conseguenti l’ammirevole opera di soccorso che ciascun “Figlio del Giglio” ha spontaneamente e prontamente prestato, attraverso azioni, gesti o semplici parole di conforto. 

Un abbraccio a tutti voi “Angeli in carne”, con l’augurio che l’Isola torni presto ad essere quella che tutti noi desideriamo: il “nostro Giglio”. 

FIGLIO DEL GIGLIO

Gennaio, Tredici, Duemiladodici

Quando le tenebre 
e quel silenzio così immobile, 
principe d’inverno, 

rotto e scosso venne 
da maglie di catena 
e dai loro noti 
sette fischi e brevi 
e uno solo lungo 

segno dell’abbandono. 

I figli e le figlie 
d’uno porto marino, artistico gioiello 
e di padri, spesso spersi, 
nei mari del globo, 

coi loro fratelli e sorelle 
d’un alto castello, agricolo artistico gioiello, 
lesti, questi, tutti, angeli in carne vennero, 

e presto corsero e corsero in volo 
sulla Gabbianara nostra, d’un granito paradiso. 

Dove l’inferno s’accostò. 
Di tralice s’accostò. 
Col maligno s’accostò. 
Ladro di vite. 

E tesero al mondo tutto 
in mare sceso, 
mani salmastre e maestre. 

Quindi, spolti dei miseri averi 
coprendo dal gelo, il mondo intiero. 

Curando sui corpi ferite e nelle menti. 

Al mondo s’aprì 
ogni umile uscio d’isola. 
Vincendo la sete, 
trovando il tepore. 
Nella notte più buia 
di sempre. 

E l’uscio sacro s’aprì. 
Dove preghiere 
e cento lingue nel pianto 
a l’UNICO giunsero 
nel solo verbo conosciuto. 
Nella notte più buia 
di sempre. 

Videro, 
miliardi di cuori 
dai continenti tutti. 

Videro, 
e amarono 
il cuore di mare 
vasto e fatto 
d’ogni figlio del Giglio. 

Tonino

Gennaio 2012