Se tassa deve essere, meglio la tassa di sbarco che la tassa di soggiorno: non solo non costringe l'albergatore a riscuotere l'odiato balzello ma chiede un contributo anche a coloro che visitano il territorio senza fermarsi, che usufruiscono dei servizi e consumano le risorse senza partecipare alle spese necessarie per produrle. Insomma, mentre "l'imposta di soggiorno uccide la gallina dalle uova d'oro, in quanto scoraggia la permanenza", la tassa di sbarco è un modo per tassare alla fonte non solo il turista, cioè colui che trascorre almeno una notte nella località, ma anche l'escursionista giornaliero. E' quanto sostiene, in sintesi, Federalberghi, che oggi ha presentato uno studio, svolto con Mercury Srl, sull'imposta di soggiorno.
Il provvedimento prevede che "i comuni che hanno sede giuridica nelle isole minori e i comuni nel cui territorio insistono isole minori possono istituire […], in alternativa all'imposta di soggiorno, un'imposta di sbarco, da applicare fino ad un massimo di euro 1,50, da riscuotere, unitamente al prezzo del biglietto, da parte delle compagnie di navigazione che forniscono collegamenti marittimi di linea. La compagnia di navigazione è responsabile del pagamento dell'imposta, con diritto di rivalsa sui soggetti passivi, della presentazione della dichiarazione e degli ulteriori adempimenti previsti dalla legge e dal regolamento comunale".
"E' questa la linea che abbiamo sempre seguito e che i turisti hanno ben compreso - aggiunge il sindaco di Isola del Giglio Sergio Ortelli - quello di un percorso alternativo all'imposta di soggiorno che abbiamo avuto modo di condividere con il Ministro del turismo Piero Gnudi nella sua visita al Giglio e che ringraziamo per la sensibilità nell'aver accolto le istanze delle isole minori".
Si sono avvalsi per primi di questa facoltà i due comuni dell'isola di Capri, Capri e Anacapri, istituendo una sovrattassa di 1,50 euro sul biglietto dei traghetti, da applicarsi a tutti coloro che raggiungono l'isola e non dispongono di un alloggio di proprietà in loco.
Federalberghi fa notare che Capri e Anacapri avevano introdotto l'imposta di soggiorno a partire dal 1 gennaio 2012 e che recentemente (il 15 giugno a Capri e il 20 giugno ad Anacapri) hanno deciso di sostituirla con la tassa di sbarco, i cui proventi verranno poi ripartiti fra le due amministrazioni. Al Comune di Capri andrà il 66% dei proventi, ad Anacapri il 34%.
La tassa di sbarco si applica anche a Ponza (1,50 euro), al Giglio e a Giannutri (1,00 euro), all'isola di Capraia (1,50 euro), alle Tremiti (1,50 euro), a Santa Maria di Salina e a Malfa (1,50 euro).
"Il successo immediato riscosso dallo strumento - osserva Federalberghi - testimonia come le forme di prelievo di carattere generalista, che si rivolgono all'intera platea di coloro che visitano il territorio, ricevano grande attenzione da parte degli amministratori locali". Altre isole stanno valutando la possibilità di attivare l'imposta di sbarco, come ad esempio Lipari, Lampedusa, Linosa e Favignana.
"Meglio la tassa di sbarco che quella di soggiorno"
Autore: fonte Ansa
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