Resoconto del consiglio comunale sui lavori di rimozione

Piccolo sversamento di idrocarburi stamani dalla carcassa della Costa Concordia all’isola del Giglio. Ma la fuoriuscita è stata prontamente bloccata ed evitato il suo propagarsi, grazie ad un cordone di 350 metri di panne stese sul mare e la messa in funzione della pompa galleggiante, che in poche ore ha recuperato mezzo metro cubo di combustibile. Ad assicurarlo subito Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio di monitoraggio sull’emergenza Concordia, oggi sull’isola del Giglio, dove si è svolto nel primo pomeriggio un consiglio comunale aperto per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori affidati da Costa al consorzio Titan-Micoperi. 

consiglio comunale isola del giglio giglionewsAlcune panne sono state stese anche davanti all’ingresso del porto dell’isola, vista la presenza di forti correnti da nord che stavano spostando l’iridescenza in quella direzione. Lo sversamento di oggi è stato causato dal distacco di una flangia, ovvero un disco in metallo di congiunzione, di una valvola del sistema “Hot tapping” installata nel corso delle operazioni di rimozione del combustibile. La valvola è stata richiusa dai sommozzatori del consorzio, che si sono immersi a più riprese dalle dieci a mezzogiorno di stamani. La perdita era stata segnalata alle 8.40. Un paio di minuti più tardi le prime squadre erano già sul posto con le barche.

Tecnici ed operai stanno effettuando ulteriori accertamenti. L’Osservatorio ha comunque chiesto di verificare subito lo stato di tutte le valvole installate per il recupero del combustibile, in modo da prevenire eventuali altre criticità.

Il resto dell'assise comunale, espletati i primi punti all'ordine del giorno, si è focalizzata nel fare il punto dei lavori di rimozione.

“L’Osservatorio lavora esclusivamente per rimuovere il prima possibile la nave e con il minor impatto per l’ambiente”. A chi aveva avanzato qualche dubbio e adombrato il timore di un voler prendere tempo in vista della scelta del porto che dovrà poi accogliere il relitto della Costa Concordia per il suo smantellamento, la presidente Sargentini replica subito ripetendo quanto già era stato detto a gennaio. “Vogliamo fare presto e bene – dice - naturalmente nei limiti della sicurezza delle persone che lavorano attorno allo scafo della nave e che non è negoziabile”.

Marzo decisivo, ma Costa e i tecnici del consorzio Titan Micoperi non si sbilanciano
Marzo sarà il mese decisivo, è stato detto dai tecnici della Titan Micoperi incaricati della rimozione dello scafo da Costa Carnival. Da qui a trenta giorni si avranno indicazioni chiare sui tempi necessari per portare via il relitto della Costa Concordia incagliato di fronte all’isola. Oggi però indicare una data, hanno chiarito sempre i tecnici e Costa, sarebbe un azzardo, anche se le trivellazioni sul fondale per fissare i pali si cui dovranno essere ancorate le sei piattaforme, tre piccole e tre grandi, per tirare su lo scafo sono riprese. Due mesi fa si era parlato della fine dell’estate, da luglio a settembre. Poi le difficoltà incontrate, anche per le caratteristiche geologiche del terreno, avevano costretto il consorzio a fermarsi più volte e cercare accorgimenti per favorire le attività di perforazione. Due delle piattaforme più piccole (la 5 e la 6) sono già pronte. Proseguono le trivellazioni per la 4. Sulla chiglia della nave intanto sono state posate alcune piastre di rinforzo su cui saranno passate le catene per la rotazione. Prosegue il monitoraggio dei fondali e quello delle acque interne.

Il punto sulla piattaforma 1
L‘Osservatorio ha chiesto chiarezza sui tempi e dati e informazioni in vista della prossima riunione che si svolgerà a Firenze martedì 5 marzo: un cronoprogramma delle attività per la messa in opera della piattaforma numero 1, quella che ha dato maggiori problemi, un dettaglio sulle difficoltà incontrate e i ritardi che ne sono derivati, gli esiti delle sperimentazioni autorizzate per la trivellazione del fondale.

Fondali da valorizzare
Intanto all’isola del Giglio c’è già qualcuno che pensa anche al dopo Concordia. Tra i cittadini che hanno partecipato al consiglio comunale aperto di oggi c’è infatti chi chiede che si colga l’occasione per valorizzare al meglio i fondali dell’isola, lasciando in loco, una volta tolta la nave, le piattaforme subacquee per permettere il ripopolamento ittico dei fondali secondo metodologie già testate e sviluppate in molti contesti internazionali.