Il relitto potrebbe essere rimosso entro i prossimi mesi di Gennaio/Febbraio. Questo è quanto emerso dall’incontro odierno all’Isola del Giglio in cui il Commissario Governativo Gabrielli, l’A.D. Costa Crociere Foschi e l’Ammiraglio Tortora hanno fornito ai cittadini isolani le prime sommarie informazioni sul progetto di rimozione del relitto di Costa Concordia presentato dal Consorzio italo-americano Micoperi-Titan.
Il condizionale è ovviamente d’obbligo almeno fino a quando, nei prossimi giorni, saranno formalmente firmati i contratti d’appalto con le due ditte specializzate nel settore che coopereranno nel progetto al 50%, ognuna nelle specificità del proprio settore.
E’ stata scelta la proposta più costosa ma che al contempo fornisce le migliori garanzie in termini di affidabilità e di riuscita. Sarà una partita da 300 milioni di dollari che potrà prendere il via già nel mese di Giugno quando le competenti istituzioni italiane avranno fornito, in sede di Conferenza dei Servizi, le relative e necessarie autorizzazioni.
Ai presenti all’incontro è stato mostrato un breve filmato esplicativo del progetto di rimozione che contiamo di pubblicare nei prossimi giorni, non appena l’affidamento dell’incarico sarà formalizzato.
In estrema sintesi il progetto prevede una palificazione in cemento armato a pelo d’acqua (o che comunque emergerà in maniera minima) tra la nave e la terraferma che servirà a garantire la stabilità e l'ancoraggio della nave. Questo sarà il primo intervento in termini temporali che verrà iniziato non appena installato il cantiere.
Poi si procederà all’installazione di un falso fondale sul lato sinistro tramite piattaforme subacquee rimovibili che poggeranno su pali in acciaio e che costituiranno la futura base di appoggio del relitto.
Successivamente o contemporaneamente alla creazione delle piattaforme verranno installati dei cassoni metallici sull’intera fiancata sinistra della nave che verranno poi fissati tramite martinetti idraulici alle piattaforme subacquee. Tramite i martinetti si potrà ruotare la nave attraverso spostamenti progressivi e millimetrici. I cassoni al contempo saranno la struttura che garantirà la galleggiabilità a prescindere dunque dalle condizioni dello scafo.
Una volta raddrizzata la nave si procederà all’installazione dello stesso tipo di cassoni galleggianti sulla fiancata di dritta. Posizionata dunque l’intera struttura di galleggiabilità esterna si potrà trainare lo scafo al porto di destinazione.
Laddove si impatterà sul fondale con le palificazioni sarà cura del consorzio appaltante ripristinare l’habitat marino esistente monitorando la situazione in un arco temporale che arriva addirittura fino al 2018.
Il cantiere impiegherà tra un minimo di 50 ad un massimo di 100 persone che saranno ospitate su piattaforme alberghiere autonome oppure negli alloggi sull'isola secondo le esigenze di ricettività turistica. I mezzi impiegati nelle operazioni faranno base al porto attrezzato più vicino, ovvero quello di Civitavecchia.
Il nostro porto, hanno assicurato tutti, non sarà interessato dalle operazioni e tutte le attività si svolgeranno all’esterno in maniera autonoma senza influenzare il transito delle navi-traghetto e la nautica da diporto
Prendete con un dovuto margine di errore tutto quanto appena spiegato. Saremo più precisi nei prossimi giorni quando riusciremo ad avere in mano le carte e la documentazione.
Qualcuno sa cosa sono e a cosa servono quei container accatastati sul molo rosso come ben visibile dalla webcam panoramica di giglionews?
Attendo con curiosità la pubblicazione del filmato esplicativo. La messa in opera dei pali che dovrebbero fare da fulcro e nel contempo evitare lo scivolamento dello scafo sul gradone più profondo l'ho capita. Non riesco però a capire perchè non intervenire sulla falla affidando la galleggiabilità ai soli cassoni. Si dovrebbe poi rimorchiare un relitto pieno d'acqua e con 18 metri di immersione fino al porto di destinazione :o .
E l'unico porto in grado di accettare navi con questa immersione sembrerebbe quello di Palermo.
http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2012/04/24/news/un-grande-salvagente-e-il-relitto-galleggera-verso-la-demolizione-1.4413403
Non entro nel merito del lato tecnico perchè non ho le competenze per farlo, però mi permetto di esporre il mio breve pensiero per quanto riguarda l'impatto ambientale dal punto di vista subacqueo che tutta l'operazione comporterà. Sicuramente sarà devastante simile a quello provocato da un'ordigno che esplode sott'acqua: in quella zona non vedremo più la fauna per parecchi anni. Vado sott'acqua da quasi quarant'anni, molte immersioni fatte proprio su quel tratto di costa, ho visto cosa è successo nei fonfali dove si pesca di frodo con l'esplosivo. L'istalazione dei pali di cemento per l'ancoraggio del relitto provocherà una cosa molto simile. Mi auguro di vero cuore di sbagliarmi, sono molto amareggiato e triste.