Ancora una volta l’impressione è stata positiva ed ancora una volta il Prefetto Gabrielli non si è sottratto alle domande degli isolani esponendo chiaramente la realtà dei fatti. L’incontro di oggi alle 15:30 tra il Capo della Protezione Civile e la popolazione isolana ha messo in luce lo stato dell’arte e le prospettive future in merito all’Emergenza Concordia.
Gabrielli ha parlato delle operazioni di defueling che stanno procedendo spedite, grazie soprattutto alle condizioni meteo favorevoli; sono stati prelevati dalla nave oltre 1000 metri cubi di carburante e si conta di chiudere entro domenica con i primi 6 serbatoi che contengono da soli il 67% del carburante presente a bordo della Concordia. Non c’è la minima traccia di acqua nei serbatoi e questo testimonia la tenuta stagna degli stessi. Nei prossimi giorni si procederà alla flangiatura dei restanti 9 serbatoi, operazione più difficile che richiederà un maggiore sforzo da parte della Smit-Neri.
Non c'è soprattutto, e questo a distanza di un mese è estremamente positivo, il minimo sversamento di sostanze tossiche nelle acque dell'isola e le analisi quotidiane dell'Arpat lo confermano.
Sono contemporaneamente riprese le ricerche. dei dispersi ed estese alla struttura di Protezione Civile Europea per consentire al mondo di rendersi conto che si stanno mettendo in campo tutte le migliori professionalità di cui dispone il nostro paese. La Francia, la Svezia e la Svizzera hanno già aderito ed invieranno in settimana le loro migliori squadre per operare e collaborare con i soccorritori italiani.
Le ricerche si focalizzeranno su una parte del ponte 4 della nave in cui si pensa si possano trovare la maggior parte delle persone che mancano all’appello. Nei corridoi della Concordia, ormai diventati pozzi profondi circa 22 metri, interverranno i palombari.
Gabrielli ha voluto tranquillizzare la popolazione rispetto ai timori scaturiti a seguito della pubblicazione di un video di una testata locale che mostrerebbe il “cedimento delle rocce su cui la nave è appoggiata”. Nessun allarme: i tecnici, ammesso che quella spaccatura di uno scoglio non sia avvenuta al momento dell’impatto, non la considerano rilevante ai fini della stabilità della nave. Anzi, è positivo il fatto che, nonostante quel colossale peso che insiste sulla roccia da oltre un mese, gli scogli abbiano avuto solo quel piccolo cedimento!
Riguardo ai progetti per la rimozione della nave, Gabrielli ha informato che la Costa ha inserito tra i requisiti del progetto da presentare anche quello del minor impatto socio-economico sulla realtà dell’isola. Questo significherà che, a parità di efficacia tecnica delle proposte, verrà preferita quella con il minor impatto sull’economia e la fruibilità dell’isola. Una volta scelto il progetto, intorno alla metà di marzo, si potrà ragionare su tempistiche e azioni da intraprendere.
Grazie alla proposta ed alla collaborazione di un diving locale è stata ridotta l’area di interdizione intorno alla nave liberando tutti i punti di immersione tranne quello, ovviamente, sui cui insiste il relitto. E’ stata inoltre definita la filiera dei rifiuti prelevati dalla nave che non passeranno dal Giglio ma verranno caricati su un pontone e trasportati a Talamone dove verranno stoccati nella stazione ecologica “La Marta” a pochi chilometri di distanza dalla cittadina maremmana.
Gabrielli ha risposto poi a tutte le domande dei presenti e rinnovato l’appuntamento tra una settimana per tornare a fare il punto sulla situazione.
Resoconto dell'assemblea pubblica con Gabrielli
Autore: Redazione GiglioNews, foto Giuseppe Modesti
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