RIMORCHIATORE PD SULLA ROTTA DELLA CONCORDIA
Con tre uomini di equipaggio il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani, Valerio Fabiani, segretario della federazione del Pd Val di Cornia-Elba, e il consigliere comunale Valerio Pietrini sono partiti alle 9 di ieri a bordo del rimorchiatore 'Phalesia', simpaticamente ribattezzato “Peste Rossa”, per un viaggio dimostrativo sulla rotta che dovrebbe percorrere la 'Concordia' dal Giglio a Genova. Il rimorchiatore, partito da Piombino, è arrivato verso le 14 all'Isola del Giglio e poi da lì, dopo cinque giorni di navigazione giungerà al porto di Genova.
"Il tentativo è quello di documentare il percorso che dovrà fare questo rifiuto galleggiante - ha detto Giuliani - e concentrare l'attenzione su una decisione scellerata che deve essere ancora ufficialmente presa e che speriamo sia ripensata. Durante la traversata è prevista anche una perturbazione di libeccio, tra martedì e mercoledì, che se prendesse la Concordia la porterebbe a fondo. Oggi al Giglio abbiamo portato la forza e il convincimento del nostro territorio e della Val di Cornia, ed abbiamo avuto un incontro con il sindaco Sergio Ortelli. Poi il rimorchiatore è ripartito per Genova sulla rotta grossomodo che dovrà percorrere la 'Concordia'.
Io tornerò a Piombino per impegni urgenti sull'accordo di programma - conclude il sindaco - ma il resto dell'equipaggio proseguirà a 2-3 miglia all'ora per 4 o 5 giorni di navigazione fino a Genova".
Potete seguire il percorso del rimorchiatore su twitter attraverso l'hashtag #pesterossaonboard oppure su Facebook attraverso la pagina Pesterossaonboard
COSA MAI NON SI FAREBBE PER FAR PREVALERE LE PROPRIE CONVINZIONI E, SOPRATTUTTO, I PROPRI INTERESSI? Prescindendo dalle mie “preferenze”, campanilisticamente orientate in favore di Piombino, in merito alla Concordia, non posso esimermi da alcune considerazioni di merito, che, spero, “Giglio News” mi perdonerà. Premetto che ogni cosa va fatta per tempo e tentare di prenderla per i capelli all’ultimo momento, impone il rischio che “lo scalpo” ci rimanga in mano mentre il soggetto che s’intende salvare, invece, ineluttabilmente precipiti. Dico questo perché ritengo che i “giochi” siano ormai cosa fatta, per il vizio d’origine che ha sostanzialmente (visto ch che si parla e straparla d’inquinamenti) inquinato questa tragica “vicenda”. Mi ripeto e spiego meglio: non doveva assolutamente essere consentita alcuna “ingerenza” né alla Costa Crociere, né alle Assicurazioni, che, di fatto, sono invece diventate egemoni sia in merito al “riflottaggio” che alla destinazione finale del natante. Di più, andavano del tutto estromesse, riservando loro esclusivamente il dovere di riparare i danni. Era il Governo e solo il Governo, che gestisce funzionalmente la res publica, lo ripeto ancora una volta, in quanto dominus, per mandato elettorale democraticamente conferitogli, del territorio e delle acque che lambiscono il Paese, assieme alla Municipalità del Giglio a decidere come, quando e dove, il relitto della nave avrebbe dovuto finire i suoi giorni. Invece così non è stato perché sulle decisioni che avrebbero dovuto essere prese, presto e bene, cercando d’arrecare il minor danno possibile alla Municipalità ed alla cittadinanza dell’Isola, s’è animata una canea di sedicenti potestà, le più disparate, ciascuna mettendoci bocca e pretendendo, non solo di dire la sua, ma d’imporre a tutte le altre le proprie convinzioni. Tra queste anche la Regione che, in fondo, un qualche danno da evidenziare e, quindi, un qualche interesse (spaccando in 4 il classico capello) da far valere, a voler essere generosi, poteva eziadio accamparlo. Ma non nel modo che l’ha fatto, ossia, profittare dell’evento per prendere i classici “due piccioni con una fava”, attraverso un sostanzioso investimento su Piombino. Investimento che, infatti , mentre da una parte, rendendo il porto idoneo ad accogliere natanti della portata della Concordia, oggi preclusigli, dovrebbe produrre lavoro aggiuntivo, dall’altra, con lo smantellamento dei relitti, lo dovrebbe moltiplicare, assicurando, infine, alle Fonderie, materiale di risulta a basso prezzo (poiché il trasporto incide in modo significativo sui costi del materiale, nella fattispecie, ci si troverebbe, invece, nella favorevole condizione d’avere “casa e bottega” in un unico contesto), a tutto vantaggio sia dei volumi di produzionie che del risultato economico finanziario del “complesso” industriale. Non nel modo che l’ha fatto, perché è partita in ritardo e perché, confrontando i costi di smantellamento di Piombino con quelli di altri siti d’antica tradizione nello specifico campo della demolizione delle navi, ci si è accorti che i primi sono fuori mercato. Ragion per cui, la Regione, prima di intraprendere un così lodevole sforzo finanziario, atto a risollevare e magari risolvere definitivamente le sorti d’un polo industriale in declino, innanzi tutto, nel sollecitare a Piombino la formulazione d’un’offerta sostanzialmente discriminante per l’assegnazione della “commessa”, avrebbe dovuto imporre alla città di far bene i conti, visto che la Concordia, avrebbe dovuto per essa costituire l”incipit prestigioso d’un ulteriore vocazione e d’un destino foriero del suo “rinascimento” economico-finanziario. A meno che, alla faccia di chi contesta ad Ortelli d’aver nominato, per “la carica dei 101”, un politico invece d’un tecnico, qualcuno, assai autorevole a livello partitico-politico, avesse assicurato il Presidente della Regione che l’”affare” sarebbe stato comunque affidato a Piombino, purché Piombino, in tempo utile, si dotasse d’un bacino in grado di ricevere la Concordia. Mistero della fede, siccome, nella teologia e nella liturgia cattolica, è contemplato, quale mistero della fede, l’impalpabile evento della “transustanziazione”. Ma i Piombinesi, dotati sicuramente di grande fantasia, prescindendo del tutto dal fatto che i loro costi di demolizione non reggono al cospetto della concorrenza e che “sforano” nei tempi di approntamento del “bacino d’accoglienza”, invece di rilanciare un’offerta al ribasso ed allearsi con il Comune del Giglio, che, non ostante il sondaggio in corso (per oltre il 70% orientato perché la Concordia se ne vada al più presto), onde salvaguardare la stagione turistica, sembra preferire Settembre a Luglio od Agosto, cosa mai ti vanno ad inventare? Alla stregua di come non si dovrebbe fare, almeno secondo la deontologia pubblicitaria (non a caso negli Stati Uniti questo modo di competere è severamente sanzionato dalle leggi federali perché mentre è consentito “decantare”, anche in modo parossistico e paradossale – mai mendace –, il proprio prodotto, non è invece permesso, in alcun modo, “screditare” quello della concorrenza) hanno organizzato una crociera peschereccia lungo la rotta inquinata per Genova allo scopo di dimostrare che aggiungere danno a danno e rischi a rischi, anche se già lo si sapeva, non conviene. Da parte mia, comunque, non mi stupisco affatto di questa “iniziativa”, né di altre che è probabile vengano prese via via che più ci si avvicina alla “dipartita” della Concordia (del resto avevo previsto che la “canea” di chi la vuole cotta e di chi la vuole cruda, si sarebbe infitttita ed avrebbe sortito grida più alte e rumorose). Per ciò, mentre auguro ai Piombinesi di vincere questa battaglia, resto convinto che, in virtù del vizio d’origine di questa complessa vicenda (l’aver appunto consentito, di fatto, in virtù d’un’impropria quanto indovuta salvaguardia dei loro specifici interessi, a Costa Crociere ed Assicurazioni, di decidere la destinazione finale della Concordia), salvo “miracoli” dell’ultimo minuto, il relitto sarà demolito a Genova, sia che se ne vada dal Giglio in Luglio od Agosto, sia che parta nel mese di Settembre. Gian Piero Calchetti
Che pena !!! Perchè non l'hanno fatta dopo che le previsioni avevano annunciato cinque giorni di calma piatta ???